domenica 31 luglio 2011

Tutti insieme all'oratorio di Marco Belpoliti su La Stampa

Loredana ha un figlio di sette anni, Simone. Ora che è terminata la scuola non sa più bene cosa fare. Dove mandarlo? I nonni sono lontani e anche anziani. Ha provato a iscriverlo a un soggiorno estivo, ma non c’era più posto. Anche la squadra di pallavolo, dove Simone si esercita durante l’anno, d’estate chiude i battenti. La soluzione è stata quella di lasciarlo a casa, durante le ore del giorno, e cercare di tornare prima possibile, alternandosi con Mario, suo marito, che lavora a un’ora di distanza da dove risiedono. Poi ha incontrato in ascensore Francesca, la vicina del terzo piano. Loredana le ha confidato il suo patema, e lei le ha suggerito di mandare Simone con Vincenzo, suo figlio, all’oratorio. L’obiezione di Loredana è stata: «Ma Simone non è battezzato!». Francesca l’ha guardata perplessa, e le ha detto che Vincenzo non ha fatto la prima comunione e la cresima, ma all’oratorio ci va lo stesso; ci sono anche bambini islamici nel cortile dei Salesiani. Così ora sembra che il problema di Loredana sia risolto. Del resto, al campetto di calcio, e vicino alla rete di pallavolo, Simone ha trovato altri amici della scuola che giocano con lui, e ha fatto la conoscenza di bambini nuovi. Una piccola storia metropolitana. Il paese o la città dove vive Loredana potrebbe essere nel Vicentino, in Brianza o nel Salento, perché quando chiudono le scuole sono parecchie migliaia, se non milioni, i genitori che hanno il medesimo problema: cosa far fare ai bambini e ai ragazzi in attesa che si parta per il mare o per la montagna (ammesso che quest’anno si possa andare, vista la situazione economica). Così in Italia, come si può vedere dal sito www.oratori.org, sono moltissimi gli oratori in tutto il Paese. Un’istituzione che ha ormai più di tre secoli, e che rimonta a San Carlo Borromeo, a San Filippo Neri e a San Giovanni Bosco. Funziona ancora. L’altro giorno Loredana ha accompagnato Simone alla partenza della gita dell’oratorio. Andavano un giorno in montagna. Tutti con le magliette gialle e il cappellino del medesimo colore. Ha sorriso soddisfatta, ma poi ha pensato: Certo, gli oratori sono una gran bella istituzione; mi ha sollevato da un problema impellente, ma perché le scuole pubbliche restano chiuse per tutta l’estate? Perché non si utilizzano anche durante le vacanze quegli edifici? Loredana s’immagina che l’insegnante di Simone, bravissimo, un precario, potrebbe trovare lavoro lì, durante l’estate. Un sogno a occhi aperti? Per fare l’Oratorio ci sono voluti i santi, per il doposcuola e l’attività estiva basterebbero i beati.
Pubblicato su La Stampa il 18 luglio 2011

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