mercoledì 20 luglio 2011

Lasciami stare sono onomateopatica

Vivere di autobus, di metropolitana, di tram ha sicuramente due vantaggi: economico ed arricchente. Economico perchè l'abbonamento annuale Atac a Roma costa alla fine 19 euro al mese. Che ci fai oggi giorno con 19 euro? Niente! Giri tutto il giorno a Roma però. Arricchente perchè sui mezzi pubblici si incontrano le persone più normali e le più strane, i colori,
gli amori, le coppie che litigano, quelle che si amano, chi va al lavoro, i figli a scuola e poi i ragazzi adolescenti di Roma che sono una forza della natura, peccato che a volte questa energia non la canalizzino per cose utili ed interessanti, ma tant'è.
Ieri, sul 49 che percorre la Pineta Sacchetti, di ritorno a casa vi erano quattro ragazzi (tre femmine ed un maschio) nei sedili posteriori a quattro e parlavano di tutto. Il lui ovviamente era il galletto in quel pollaio e si vedeva chiaramente la classica manovra di accerchiamento alla sua interessante, tale Silvia, che sedeva alla sua sinistra: si rivolgeva principalmente alle due ragazze di fronte per farle ridere e poi guardava con sguardi compiaciuti la sua Silvia per scorgere se anch'ella sorridesse. Le chiacchiere erano simpatiche e riguardavano il loro pomeriggio trascorso assieme. D'un tratto, alla seconda fermata, Silvia si è però rabbuiata ed ha cominciato a non ridere più alle battute del lui galletto che, subito accortosi e preoccupatosi, le ha domandato: che ti succede? Ti sei incavolata?
Lei, col fare intelligente, gli ha risposto: "No tranquillo. Sono un po' onomateopatica".
Se fossi stato il regista del film a questo punto avrei fermato l'immagine, la musica, i rumori di sottofondo e, acceso il viva voce per chiedere a Silvia: puoi ripetere, please?
"Sono onomateopatica".
"Ma non si dice così" ha provato, dopo qualche secondo, la prima ragazza. "Che cosa volevi dire?" ha chiesto la seconda. "Chessssei?" ha domandato lui.
Ecco la spiegazione dal dizionario di Silvia: "Ma si lo sai quando si è un po' allegri e poi te cala e non le sei più e sei triste ma tra un po' torno a sorridere occhei?"
Sicuramente Silvia voleva dire metereopatica ma ieri è stato tutto il tempo bello e non è che tra una fermata e l'altra si è alternata su Roma pioggia, neve, poi sole ed ancora neve.
Non sono intervenuto (strano!) perchè è giunta prima la mia fermata della mia parola. Ma poi che avrei potuto dire loro? Consigliare loro di vedere Batman? Oppure dirle e darle direttamente una onomatopea: sbang! (rumore del ceffone!)
Lì si che avrebbe cambiato umore!

1 commento:

Enzo ha detto...

Ma no! La ragazza non voleva dire meteoropatica. Smeplicemente è affetta da sindrome da suoni onomatopeici.Anzi no, voleva dire meteoropatica. Oppure semplicemnte..ma impara l'Italiano và!

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