lunedì 24 marzo 2003

All’aereoporto sul sito del Movimento per la Vita

Mi è capitato spesso di viaggiare in questi giorni per incontrare i gruppi giovanili sparsi per l’Italia. Prendo spesso l’aereo che è un bel giocattolo capace di suscitare qualche forte emozione: peccato costi così tanto altrimenti, dopo l’atterraggio, lo riprenderei subito per sentirmi attrarre dal sedile ed affidarmi poi completamente a lui, inglobato in questo volo. Ricordo che un giorno qualcuno mi disse che nel viaggiare in aereo il momento più pericolo è la partenza o l’atterraggio. Voglio spiegarmi meglio: non ricordo quale dei due momenti è il più pericoloso, o uno o l’altro ed ancora adesso non ho più rincontrato quella persona per farmelo dire. A dir la verità non ho neanche più intenzione di farmelo dire perché preferisco rimanere nel dubbio perché nel caso fosse la partenza vivrei ognuno di questi momenti con massima attenzione e paura. Così la “fifa” è suddivisa equamente tra il decollo e l’atterraggio.
Ma di cosa voglio parlarvi oggi dopo questa breve premessa nazional popolare?
Andando spesso in aeroporto, per voli che durano massimo 1 ora e 25 minuti (Catania – Milano) capita spesso di dover aspettare il proprio volo anche per 15, 30, 60 ed a volte 180 minuti.
Che cosa fare in quei momenti di obbligata sosta nello Hub?
Di cose da fare ce ne sono tante.

lunedì 10 marzo 2003

I 9 mesi più belli della nostra vita

Gli amici di Genova mi invitano a parlare di Eutanasia, tema a me molto caro, sia agli insegnanti di religione della città ligure, sia al gruppo giovani che sta crescendo incredibilmente bene.
Adoro parlare di questo tema anche se, nelle mie conferenze, parlo più che altro di morte: la bellezza della morte, la sacralità della morte, la inevitabilità della morte. Mi faccio aiutare da alcuni brani rubati alla letteratura italiana: di Mario Biondi leggo la Morte del Poeta; di Giovanni Papini il capitolo XI del Libro su La Morte; dal Manzoni il brano della madre di Cecilia contenuto ne I Promessi Sposi. Ai nostri classici chiedo aiuto a Seneca al capitolo XI del De Tranquillitate Animi: vivrà male chi non saprà morire bene. Questa frase la leggo e la rileggo sempre e mi tormenta ormai da anni. Vi lascio questo tormento. Poi arrivo al tema dell’eutanasia facendo aiutare da Giorgio Ruffilli in La morte e l’Aids; da Elizabeth Kubler Ross (La morte è di vitale importanza) ed infine da Marie de Hennezel con “La morte amica”.