Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem,
omnis terra veneratur.
Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:
"Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae."
Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.
Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.
Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,
in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.
Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac
cum sanctis tuis in gloria numerari.
Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.
Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.
Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quem ad modum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.
venerdì 31 dicembre 2010
Dal grembo della mamma al Paradiso della Madre
Dal grembo della mamma al Paradiso della Madre
di Giorgio Gibertini *
30-12-2010
Dove vanno i bambini abortiti? Mi è stato chiesto spesso dai volontari del mio Centro di aiuto alla Vita o degli amici incontrati in questi venti anni di attività pro life in giro per l’Italia. Non voglio qui parlare di dove finiscono i bambini abortiti, ovvero del loro destino comune ai rifiuti ospedalieri od utilizzati per la cosmesi: parliamo del destino più alto di questi figli. Non ho certezza di quale sia il loro futuro.
Ho sempre creduto, e avuto piacere di raccontare, che siano accolti subito in Paradiso da una Madre che li attende, e che è la Madre di Dio e di tutti noi, a braccia aperte disposta ancora a sacrificarsi per loro. Per loro, per questi figli non voluti, il viaggio è breve: dal grembo materno, simbolo dell’accoglienza, al Paradiso, altro luogo di massima accoglienza a cui tutti siamo destinati.
Una certezza però ce l’ho. Qualche giorno fa la Chiesa ha celebrato i Santi Innocenti martiri, con un accento particolare a quei bambini uccisi dalla furia cieca di Erode in cerca di Gesù Bambino, e credo quindi che in quella ricorrenza si possano anche ricordare i bambini vittime di aborto procurato: sono o no anche loro vittime innocenti? Quando guardo quelle madri che giungono al nostro Centro di aiuto alla vita in cerca di una risposta e, trovano soprattutto silenzio, io e le nostre volontarie ascoltiamo e poi preghiamo tanto per loro. Poi le vedo tornare qualche mese dopo con in braccio il loro figlio e non riesco mai a trattenere l’emozione al pensiero che quel bambino avrebbe potuto non esserci.
L’Italia pro life a volte è fatta anche di tante parole che producono libri e buone intenzioni, ma vi sono anche parole che attingono direttamente da quel «In principio era il Verbo» e si fanno carne in questi figli grazie a madri che ritrovano la forza e la speranza di portare avanti la propria gravidanza.
Sarebbe bello, quindi, che da La Bussola Quotidiana partisse una proposta concreta, ovvero quella di ricordare dal 28 dicembre dell'anno venturo (memoria Santi Innocenti) i milioni di bambini uccisi dall’aborto ogni anno nel mondo (le stime parlano di quasi 40 milioni) inseguiti dai tanti Erode di oggi che hanno a volte il volto di politici rinunciatari, di medici affaristi traditori del giuramento d’Ippocrate o di amici rinunciatari di una parola di verità e di vita nel momento del bisogno.
Mi piace pensare che in Paradiso questi figli abortiti ora siano tra le braccia della Madre santissima, di Madre Teresa di Calcutta e di tutte quelle madri che non hanno mai potuto avere figli nel loro cammino su questa terra. Mi piace pensare che questi bambini in Paradiso attendano le loro madri che prima o poi giungeranno e stiano pregando per loro affinché il ricongiungimento sia, nei tempo voluti da Dio Padre, almeno cerMi piace pensare che tutti noi ricordiamo questi figli e che loro da lassù, Santi Innocenti, diano forza e coraggio alle altre madri tentate d’abortire affinché non compiano questo grave omicidio persuase, a volte, anche da una legislazione ingiusta ma favorevole. Mi piace pensare che tutti possiamo sentire il canto di gioia di questi Santi Innocenti che dal grembo materno hanno raggiunto direttamente il grembo del Paradiso.
* Presidente del Centro aiuto alla vita di Roma
Articolo pubblicato dal quotidiano on line La Bussola Quotidiana
mercoledì 29 dicembre 2010
Il mio primo articolo per Ragionpolitica.it
Fli. Una strana idea di Laicità.
Con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera del 28 dicembre, otto illustri esponenti di Futuro e Libertà (Antonio Buonfiglio, Roberto Menia, Andrea Ronchi, Pasquale Viespoli, Roberto Rosso, Daniele Toto, Giuseppe Scalia, Angelo Pollina) provano a convincerci, e forse a convincersi, che il loro neonato partito è laico e non laicista, e che anche il loro leader riconosce il ruolo centrale della Chiesa.
Con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera del 28 dicembre, otto illustri esponenti di Futuro e Libertà (Antonio Buonfiglio, Roberto Menia, Andrea Ronchi, Pasquale Viespoli, Roberto Rosso, Daniele Toto, Giuseppe Scalia, Angelo Pollina) provano a convincerci, e forse a convincersi, che il loro neonato partito è laico e non laicista, e che anche il loro leader riconosce il ruolo centrale della Chiesa.
Il borgo di Mario Soldati si è trasformato in un'isola
Scelto per noi da Il Corriere della Sera del 28 dicembre 2010
Lo smottamento Il borgo di Mario Soldati si é trasformato in un'isola Dopo la, frana, Tellaro si raggiunge via mare. La resistenza degli abitanti II polpo La leggenda Nel medioevo un polpo gigante salvò Tellaro da un attacco dei saraceni Le case II polpo dette l'allarme suonando le campane della chiesa La festa In ricordo di ciò la seconda domenica di agosto si svolge la tradizionale sagra del polpo di GIUSEPPE CONTE La bellezza di Tellaro, il borgo sull'estremità orientale del Golfo di Lerici, detto anche Golfo dei Poeti, è nella aerea verticalità del suo rapporto con Il mare, nel suo essere arroccato e quasi irraggiungibile. Le ragioni della sua bellezza sono le stesse della sua vulnerabilità La frana che ha interrotto la strada provinciale all'altezza dei bagni Eco del Mare, inaugurati pochi mesi fa con un certo risalto mondano, ha sostanzialmente isolato Tellaro dal resto del mondo.
Lo smottamento Il borgo di Mario Soldati si é trasformato in un'isola Dopo la, frana, Tellaro si raggiunge via mare. La resistenza degli abitanti II polpo La leggenda Nel medioevo un polpo gigante salvò Tellaro da un attacco dei saraceni Le case II polpo dette l'allarme suonando le campane della chiesa La festa In ricordo di ciò la seconda domenica di agosto si svolge la tradizionale sagra del polpo di GIUSEPPE CONTE La bellezza di Tellaro, il borgo sull'estremità orientale del Golfo di Lerici, detto anche Golfo dei Poeti, è nella aerea verticalità del suo rapporto con Il mare, nel suo essere arroccato e quasi irraggiungibile. Le ragioni della sua bellezza sono le stesse della sua vulnerabilità La frana che ha interrotto la strada provinciale all'altezza dei bagni Eco del Mare, inaugurati pochi mesi fa con un certo risalto mondano, ha sostanzialmente isolato Tellaro dal resto del mondo.
giovedì 23 dicembre 2010
Non temere Maria (poesia di Giorgio Gibertini Jolly per il Natale 2010)
Non temere Maria
ti disse l’Angelo
dopo aver bussato alla tua porta
prima di bussare al tuo cuore
come primo saluto
premonitore
di qualcosa di grande
che stava per accadere
Non temere Maria
è quello che ci sentiamo dire
padri e madri
al momento del concepimento
quando una nuova vita
sussulta in grembo
e non sappiamo
che ne sarà di lui.
Gesù ritorna
e da quella grotta
ci chiede ancora
di partecipare
alla salvezza del mondo
e non ne avrebbe bisogno.
Spesso mi domando
Madre
che cosa sarebbe successo
se tu avessi detto “no” quella notte
schiacciata dal peso improvviso di quella responsabilità
impaurita dalla limpidezza misteriosa di quella scelta
che era stata fatta per te
ma che hai avuto
la libertà di accettare.
Se tu avessi detto no, Madre
ora
che ne sarebbe di noi?
Ed ancora davanti al Presepe
mi domando Signore
perché cerchi noi
perché hai bisogno di noi
per realizzare il Tuo regno
sulla terra
quando potresti
fare tutto da solo?
Non temere Maria
perché hai trovato grazia
presso Dio
e Dio non ti abbandona
segue ogni tuo passo
ritorna sulla terra ogni Natale
ed io guardo
la famiglia che mi hai donato
stretta in questa umile capanna
ai bordi dell’altare
e novello Giuseppe
mi sento chiamato
a far sì che la nostra famiglia
possa essere sempre esempio sacro
per noi
per i nostri figli
per il mondo intero
e voglio sentirmi dire il mio
“non temere Maria”
trova e prova la strada
della Santità
per essere come San Giuseppe.
E San Giuseppe
sono tutti quegli uomini
“buoni e giusti”
che vivono
le diverse forme
di paternità spirituale
e nonostante gli anni
ed i tentativi
non capiscono perché hai voluto
che a loro
non nascesse un figlio.
Ognuno di noi è Maria
questa notte e tutti i giorni
chiamati uno ad uno
per il progetto che Dio ha su di noi
che non conosciamo
che non sappiamo dove ci condurrà
e che cosa ci sarà chiesto
e possiamo anche dire di no.
Eccoci ancora qui Signore
come lucine del Tuo presepe
c’è anche Matteo quest’anno
che con le sue poche vocali
comunica più di tutti noi
Ecco Sara
mia moglie
degna di rappresentare Maria
nel nostro domestico quotidiano
e nel cuore di chi
cerca in lei ogni giorno
un focolare
Mauro e Massimo
sono i tuoi angioletti
che un paio d’ali
hanno reso serafini
ma per ora sono con noi
putti nella nostra casa
che è un poco più larga
della tua capanna
quindi
non hanno problemi
ad immedesimarsi
Siamo qui
ad attendere il tuo ritorno
per capire
il nostro impegno
Giorgio 23 dicembre 2010
mercoledì 22 dicembre 2010
Ricevo pubblico e condivido volentieri: grazie don Mario!
Carissimo Giorgio,
E’ bello sentire a Natale che Gesù nasce in tutti i cuori.
E pensando a quanto è preziosa la tua collaborazione in Radio Mater per far nascere in tanti cuori Gesù, sento la gioia di ringraziarti cordialmente.
Augurandoci a vicenda che Gesù riempia il nostro cuore del suo amore, da donare poi a tutti.
Augurissimi quindi e che ogni tua trasmissione in Radio Mater sia sempre Natale, un saluto grato e affettuoso, anche a nome di tutti i collaboratori
Don Mario
Ti invito a cliccare sul link-
Nel presepio che abbiamo realizzato in Cappellina ai piedi della nostra Madonna, ci sei anche tu con tutta la tua cara famiglia.
martedì 21 dicembre 2010
Stasera saremo la Sacra Famiglia a San Lino
Stasera saremo la Sacra Famiglia durante la rappresentazione del Presepe Vivente presso la nostra Parrocchia di San Lino in Roma alle ore 21.
Siamo emozionati.
Mamma Sara sarà Maria, Matteo ovviamente Gesù Bambino ed io San Giuseppe e, dopo le parole del Papa di Domenica scorsa, (San Giuseppe, 'padre legale di Gesù, esempio di 'uomo giusto', 'fedele alla legge di Dio, disponibile a compiere la sua volonta'') la faccenda si fa seria, impegnativa ed emozionante.
Ieri sera mamma Sara ha fatto provare a Mauro e Massimo l'abito da angioletti: che emozione! Avevo le lacrime agli occhi.
Signore mio, mi son chiesto, perché ci doni questo onore di rappresentare la tua famiglia, di essere testimoni impegnandoci ad esserlo ogni giorno della nostra vita per le altre famiglie, per le altre persone che ci conoscono?
E' quello che proviamo a fare: essere famiglia cristiana sempre.
Grazie Signore di questo dono di Natale...domani vi racconteremo.
Siamo emozionati.
Mamma Sara sarà Maria, Matteo ovviamente Gesù Bambino ed io San Giuseppe e, dopo le parole del Papa di Domenica scorsa, (San Giuseppe, 'padre legale di Gesù, esempio di 'uomo giusto', 'fedele alla legge di Dio, disponibile a compiere la sua volonta'') la faccenda si fa seria, impegnativa ed emozionante.
Ieri sera mamma Sara ha fatto provare a Mauro e Massimo l'abito da angioletti: che emozione! Avevo le lacrime agli occhi.
Signore mio, mi son chiesto, perché ci doni questo onore di rappresentare la tua famiglia, di essere testimoni impegnandoci ad esserlo ogni giorno della nostra vita per le altre famiglie, per le altre persone che ci conoscono?
E' quello che proviamo a fare: essere famiglia cristiana sempre.
Grazie Signore di questo dono di Natale...domani vi racconteremo.
Pazza Inter, amala
Pazza Inter amala, urlano a squarciagola, in ogni angolo del mondo, i tifosi dell'ormai squadra Campione del Mondo e mai canzone fu più appropriata per questa squadra che di pazzie ne ha fatte, e ne continua a fare, in numero considerevole.
Anzitutto i soldi spesi da Massimo Moratti per arrivare, dopo una decina di anni, a vincere qualcosa. Nessuno li riesce più a calcolare. Ai tempi della lira si parlava di oltre mille miliardi spesi per allestire una squadra che non era neanche vincente. Poi è arrivato l'euro e chissà quanti mille sono quei milioni utilizzati per comprare giocatori, allenatori per salire sul tetto del mondo (non come un Bersani qualunque sul tetto degli studenti). Fino a trasformare la squadra in un gruppo di stranieri e neanche un italiano in campo e, quando quest'ultimo c'era, vedi Balotelli, era anche milanista. E di allenatori? Quanti ne sono passati sulla panchina dell'Inter in questi anni? Chi li ha mai più contati. Mister cacciati via anche se vincevano (vedi Mancini) e che se ne vanno anche se vincono (vedi Mourinho ed ora Benitez) rimanendo nei paesi dove si svolgono le finali. Bisogna sapere perdere ma anche sapere vincere, si è sempre detto di Moratti. Che succede a questa pazza Inter? Dilapidare così un patrimonio, una vittoria, davanti alle telecamere non è bello ma, noi che interisti non siamo, forse certe cose non le possiamo capire e nemmeno cantare.
Pubblicato ieri su www.inliberta.it
lunedì 20 dicembre 2010
Bella lettera della moglie di un celerino su Il Giornale di oggi
di Francesca*
Egregio direttore, innanzitutto vorrei ringraziarla dei numerosi articoli che sto leggendo in questi giorni sulla guerriglia di Roma del 14 dicembre scorso, in quanto ritengo ritraggano le reali situazioni nelle quali si sono trovati la polizia e le altre forze dell’ordine alle prese con i disordini. Le garantisco che quegli articoli sono per me, per noi che stiamo dietro le quinte, incoraggianti e rappresentano realmente quello che la polizia ha vissuto in quelle poche ore.
Sono una semplice impiegata amministrativa e, in questi giorni mi sento di dire «purtroppo», moglie di un poliziotto che fa parte del Reparto Mobile della Polizia di Stato. Ho deciso timidamente di inviarle il mio pensiero dopo la puntata di giovedì scorso di Michele Santoro che ringrazio per avermi mostrato in dettaglio e con suo occhio «imparziale» le sequenze delle immagini dell’attacco alla polizia, ai carabinieri, alla Guardia di Finanza da parte di gruppi che rivendicano il diritto a manifestare liberamente per far valere le loro idee.
Mi sono chiesta, mentre ero seduta da sola davanti alla tv, in quanto mio marito era al lavoro, ma... non si parla mai di diritto alla vita e all’incolumità di chi rappresenta lo Stato? Con le lacrime agli occhi, davanti a quei filmati, ho ripensato a domenica pomeriggio, quando mio marito mi ha comunicato che c’era la possibilità di un invio anche di parte del loro reparto a Roma per una grossa manifestazione. Ho ripensato alle molte volte in cui lo saluto sulla porta di casa con il nodo in gola nella speranza che torni indenne, ma soprattutto vivo.
Quando ho guardato le prime foto relative alla guerriglia, la prima cosa che ho visto è lo sguardo di terrore, di paura e di impotenza negli occhi e nell’atteggiamento di quel finanziere che in tutti i modi ha cercato di difendere ciò che indossava, prima ancora di se stesso.
Già, perché le conseguenze di una possibile perdita di ciò che un poliziotto indossa, sia esso un casco, un paio di manette, un manganello, una pistola è ben più grave della perdita della vita. L’abbiamo visto a Genova. È più facile per lo Stato contenere l’ira di un gruppo di persone che perdono un amico, un collega, un marito, un figlio, che una massa di studenti pesantemente ferita per difesa personale o, come si è detto l’altra sera, per difendere la culla della democrazia, ovvero il Parlamento.
Anche giovedì sera non c’era nessuno a rappresentare i reparti che garantiscono l’ordine pubblico nel nostro Paese. Non c’era nessuno a spiegare dall’alto della «gradinata » del dottor Santoro la paura di un poliziotto che affronta cento studenti imbestialiti e irrispettosi della vita umana. Non si spiega mai, non scrive mai che nella vita di questi poliziotti c’è sempre una madre, una moglie e spesso dei figli che piangono in silenzio, soffrono ogni giorno per i pestaggi, verbali e fisici, di cui spesso vengono fatti oggetto.
Inoltre vorrei spiegare ai numerosi politici di destra e di sinistra che spesso si riempiono la bocca del sostegno alle forze dell’ordine che nessuno crede più in loro, a meno che non permettano l’utilizzo senza conseguenze dei mezzi che possono prevenire un massacro. Mi auguro che non servano altri nove anni per fare una valutazione politica su ciò che è accaduto, ma soprattutto spero che tutto quello che è avvenuto a Roma non venga utilizzato per restringere ancora una volta il campo di azione delle forze dell’ordine.
* moglie di un poliziotto
* moglie di un poliziotto
(scelto per voi da Il Giornale)
sabato 18 dicembre 2010
Oggi festa di Natale e della Vita al Centro di aiuto alla vita di Roma
Sabato 18 dicembre noi del Centro di aiuto alla vita di Roma festeggeremo il Natale con i nostri volontari, le nostre famiglie, le madri ed i bambini strappati all’aborto nel corso di quest’anno e di quelli precedenti.
La festa inizierà con la Santa Messa delle ore 18 presso la Parrocchia Santa Giovanna Antida in via Ferruzzi 110 a Roma dove anche ha sede la nostra seconda sezione “Fonte Meravigliosa”.
Dopo la santa messa è previsto l’arrivo di Babbo Natale per portare doni e sorprese ai bambini che saranno intrattenuti con dei simpatici giochi.
Termineremo con un rinfresco per tutti offerto dal Municipio XII, per questo motivo ringrazio sentitamente il presidente Pasquale Calzetta.
Sarà una festa incentrata sui bambini e sulle mamme. Su quei bambini che avrebbero potuto non esserci, a questo Natale, se le loro madri, invece che incrociare lo sguardo amorevole delle nostre volontarie, avessero incontrato solo indifferenza.
Una festa per le loro mamme che hanno portato avanti con determinazione la scelta più difficile ed ancora la portano avanti districandosi tra le mille difficoltà del vivere oggi.
Aiutate da chi? Mi verrebbe da dire da Babbo Natale, ovvero solo noi del Cav a Roma (aiutati tutto l’anno e voglio veramente ringraziarli dai Cavalieri di Malta e dalla Fondazione Nando Peyretti) ma essendo tutti più buoni queste riflessioni le lasciamo all’anno nuovo.E’ un momento di gioia. Il Natale è la festa per eccellenza dell’accoglienza e della vita, come quella che queste madri hanno già vissuto, anzi, stravissuto.
venerdì 17 dicembre 2010
Tutti rilasciati...andiamo noi a manifestare sotto casa loro
Tutti rilasciati i violenti che hanno offeso Roma incendiando e danneggiando le vie del centro. Vorrei che la prossima manifestazione si svolgesse sotto casa loro e che con noi, cittadini per bene, sfilassero i negozianti di via del Corso, i proprietari delle auto date in fiamme, le commesse impaurite, i dipendenti e direttori delle Banche prese d'assalto, i famigliari del "Finanziere con la pistola in mano" che ha rischiato di morire e tutti i turisti costretti a nascondersi in Metropolitana.
Una manifestazione pacifica, come la intendiamo noi, non come la intendono loro.
Il corteo dovrebbe partire da Piazzale Clodio dove "okkupano" ingiustamente il Tribunale quei giudici che li hanno subito rimessi in libertà, per poi convergere sotto le abitazioni di questi "studenti": avranno un auto parcheggiata fuori, un motorino, un famigliare in giro a far la spesa per cui preoccuparsi?
Quando dico che la mia sarà una manifestazione pacifica, lo dico sul serio. Non voglio neanche bucare le gomme delle loro auto, men che meno incendiarle. Vorrei solo che provassero quello che si vive stando dall'altra parte e che imparassero le vie democratiche della protesta.
"Vieniallamanifestazioneconme" si chiamerà l'evento, e chissà se verranno Fazio e Saviano e la Finocchiaro così, come diceva la canzone, per vedere l'effetto che fa.
Una manifestazione pacifica, come la intendiamo noi, non come la intendono loro.
Il corteo dovrebbe partire da Piazzale Clodio dove "okkupano" ingiustamente il Tribunale quei giudici che li hanno subito rimessi in libertà, per poi convergere sotto le abitazioni di questi "studenti": avranno un auto parcheggiata fuori, un motorino, un famigliare in giro a far la spesa per cui preoccuparsi?
Quando dico che la mia sarà una manifestazione pacifica, lo dico sul serio. Non voglio neanche bucare le gomme delle loro auto, men che meno incendiarle. Vorrei solo che provassero quello che si vive stando dall'altra parte e che imparassero le vie democratiche della protesta.
"Vieniallamanifestazioneconme" si chiamerà l'evento, e chissà se verranno Fazio e Saviano e la Finocchiaro così, come diceva la canzone, per vedere l'effetto che fa.
giovedì 16 dicembre 2010
Non hanno gli stessi Fini ma gli stessi Casini
L'abile mossa di far nascere il terzo polo denominato, per ora, "Polo della Nazione" il giorno dopo la sfiducia non approvata dalla Camera, ha avuto il merito di distogliere l'attenzione dalla sonora sconfitta rimediata, in primis, da Fini ma anche da Casini e Rutelli ed Elisabetta Tulliani.
Si capisce quindi da subito che lo stratega ora è Casini e non Fini (la vignetta di Giannelli oggi sul Corriere della Sera, che vi riporto qui a lato, parla meglio di mille mie parole: ci vorrebbe un altro cavallo...e tanti altri volti oltre alla somma dei delusi!).
A guardare i protagonisti di questo Polo della Nazione mi vengono subito in mente alcune considerazioni.
La prima è che hanno deciso di fare "un esperimento", ovvero non di unirsi in un partito unico e questo desta subito sospetto. Vorrà mica Casini tenersi le mani libere per far fuori Fini al momento opportuno ed appartarsi ancora col Cav? Perchè tanti partitini in un gruppo di amici e non un partito unico? Potrebbero i nostri rinunciare alla carica di Presidente, leader, segretario con annessi e connessi segreterie, rimborsi, portaborse e via dicendo. Sospetta la cosa no? Tralascio la questione Fini, ovvero come il Presidente della Camera stia facendo di tutto tranne il presidente della Camera. Fini, come ormai tutti sanno, è impegnato come agente immobiliare nello svendere al cognato le case di An, è impegnato in cucina per preparare manicaretti per Elisabetta, è impegnati a parlare nelle scuole senza rispondere alle domande degli studenti, si diletta a presentare libri senza averli letti, sussurra nell'orecchio di giudici incontrati ai convegni senza ascoltare chi parla nel microfono giusto, si è creato un partito, ha firmato una mozione di sfiducia contro il capo del Governo e continua a fare politica dando vita al Popolo della Nazione.
Tralascio di approfondire questi "atteggiamenti" e mi concentro sull'ultimo punto. Che cosa hanno in comune questi variopinti personaggi a cavallo? Sicuramente non gli stessi fini ma comuni casini. Facile gioco di parole. Ma che cosa ci facciano assieme la Binetti e Della Vedova proprio non riesco a capirlo. Una volta a via del Pozzetto incontrai Della Vedova che, riconoscendomi come pro life, mi disse: "ecco quelli che vogliono resuscitare i morti", con chiaro riferimento al nostro amore per la vita anche negli ultimi momenti. Io gli risposi "ecco quelli che vogliono uccidere i vivi". Non so se Paola Binetti, davanti ad una affermazione del genere di Della Vedova, potrebbe rispondergli lo stesso, ma non capisco che percorso comune possa avere l'UDC, sedicente partito cattolico, con Fli che non si capisce cosa sia.
E non sto parlando di discriminanti da poco visto che credo che oggi i valori non negoziabili (vita, famiglia su tutti) siano l'unica bussola per scegliere chi votare.
Casini all'orizzonte tanti, Fini uno solo... quello perdente
Si capisce quindi da subito che lo stratega ora è Casini e non Fini (la vignetta di Giannelli oggi sul Corriere della Sera, che vi riporto qui a lato, parla meglio di mille mie parole: ci vorrebbe un altro cavallo...e tanti altri volti oltre alla somma dei delusi!).
A guardare i protagonisti di questo Polo della Nazione mi vengono subito in mente alcune considerazioni.
La prima è che hanno deciso di fare "un esperimento", ovvero non di unirsi in un partito unico e questo desta subito sospetto. Vorrà mica Casini tenersi le mani libere per far fuori Fini al momento opportuno ed appartarsi ancora col Cav? Perchè tanti partitini in un gruppo di amici e non un partito unico? Potrebbero i nostri rinunciare alla carica di Presidente, leader, segretario con annessi e connessi segreterie, rimborsi, portaborse e via dicendo. Sospetta la cosa no? Tralascio la questione Fini, ovvero come il Presidente della Camera stia facendo di tutto tranne il presidente della Camera. Fini, come ormai tutti sanno, è impegnato come agente immobiliare nello svendere al cognato le case di An, è impegnato in cucina per preparare manicaretti per Elisabetta, è impegnati a parlare nelle scuole senza rispondere alle domande degli studenti, si diletta a presentare libri senza averli letti, sussurra nell'orecchio di giudici incontrati ai convegni senza ascoltare chi parla nel microfono giusto, si è creato un partito, ha firmato una mozione di sfiducia contro il capo del Governo e continua a fare politica dando vita al Popolo della Nazione.
Tralascio di approfondire questi "atteggiamenti" e mi concentro sull'ultimo punto. Che cosa hanno in comune questi variopinti personaggi a cavallo? Sicuramente non gli stessi fini ma comuni casini. Facile gioco di parole. Ma che cosa ci facciano assieme la Binetti e Della Vedova proprio non riesco a capirlo. Una volta a via del Pozzetto incontrai Della Vedova che, riconoscendomi come pro life, mi disse: "ecco quelli che vogliono resuscitare i morti", con chiaro riferimento al nostro amore per la vita anche negli ultimi momenti. Io gli risposi "ecco quelli che vogliono uccidere i vivi". Non so se Paola Binetti, davanti ad una affermazione del genere di Della Vedova, potrebbe rispondergli lo stesso, ma non capisco che percorso comune possa avere l'UDC, sedicente partito cattolico, con Fli che non si capisce cosa sia.
E non sto parlando di discriminanti da poco visto che credo che oggi i valori non negoziabili (vita, famiglia su tutti) siano l'unica bussola per scegliere chi votare.
Casini all'orizzonte tanti, Fini uno solo... quello perdente
mercoledì 15 dicembre 2010
Il finanziere con la pistola in mano
Il finanziere con la pistola in mano è il romanzo dell'Italia per bene, dell'Italia che mantiene la calma, dell'Italia che non sfascia ma costruisce, dell'uomo che è padre, figlio e fratello e non violento, vile, teppista.
Le immagini del finanziere italiano aggredito da una decina di teppisti hanno fatto il giro del mondo. Prima gli sfilano il casco, gli rubano i guanti, lo gettano a terra malmenandolo e tentano di rubargli la pistola dalla fondina. Il finanziere, a terra, prende la pistola in mano ma non spara per difendersi, soltanto tiene stretta la pistola per non farsela rubare, per non far si che raggiunga le mani dei violenti che stanno aggredendo lui per aggredire lo Stato ed il loro stesso futuro.
Il finanziere con la pistola in mano tiene la canna puntata a terra, subisce i colpi ed aspetta i soccorsi dei suoi colleghi.
Ovviamente qualcuno sta già dicendo che è tutta una ricostruzione fantasiosa e ci sarà chi dirà che Berlusconi ha inventato anche questa storia e che a pestare il finanziere erano i suoi colleghi per provocare la reazione: lo stanno già scrivendo su alcuni blog.
Chi è, come si chiama, boh, non lo so e non mi interessa neanche. Vorrei che il Ministro dell'Interno lo premiasse per aver saputo mantenere la calma anche in un momento in cui stava rischiando la vita, fedele alla divisa, fedele all'Italia, fedele al popolo.
Non come quelli che si sono mischiati agli studenti premeditando atti di terrorismo: speriamo siano incarcerati e che paghino anche i danni provocati alla Capitale, danni fisici e morali.
Il finanziere con la pistola in mano è il romanzo dell'Italia per bene ed è grazie a quelli come lui, che a volte ricoprono anche incarichi di Governo, che il paese va avanti, nonostante tutto, e non si trasforma in una perenne guerra civile.
Le immagini del finanziere italiano aggredito da una decina di teppisti hanno fatto il giro del mondo. Prima gli sfilano il casco, gli rubano i guanti, lo gettano a terra malmenandolo e tentano di rubargli la pistola dalla fondina. Il finanziere, a terra, prende la pistola in mano ma non spara per difendersi, soltanto tiene stretta la pistola per non farsela rubare, per non far si che raggiunga le mani dei violenti che stanno aggredendo lui per aggredire lo Stato ed il loro stesso futuro.
Il finanziere con la pistola in mano tiene la canna puntata a terra, subisce i colpi ed aspetta i soccorsi dei suoi colleghi.
Ovviamente qualcuno sta già dicendo che è tutta una ricostruzione fantasiosa e ci sarà chi dirà che Berlusconi ha inventato anche questa storia e che a pestare il finanziere erano i suoi colleghi per provocare la reazione: lo stanno già scrivendo su alcuni blog.
Chi è, come si chiama, boh, non lo so e non mi interessa neanche. Vorrei che il Ministro dell'Interno lo premiasse per aver saputo mantenere la calma anche in un momento in cui stava rischiando la vita, fedele alla divisa, fedele all'Italia, fedele al popolo.
Non come quelli che si sono mischiati agli studenti premeditando atti di terrorismo: speriamo siano incarcerati e che paghino anche i danni provocati alla Capitale, danni fisici e morali.
Il finanziere con la pistola in mano è il romanzo dell'Italia per bene ed è grazie a quelli come lui, che a volte ricoprono anche incarichi di Governo, che il paese va avanti, nonostante tutto, e non si trasforma in una perenne guerra civile.
Fini: mi sarei aspettato più coraggio
Carissimo Fini (ex presidente della Camera). Mi sarei aspettato più coraggio ieri da te ma hai confermato veramente quello che si dice in giro: sei bravo a distruggere ma non a costruire. Ora sparisci dai, meglio per te. Lascia Montecitorio ed emigra a Montecarlo: provvederemo noi ad una sistemazione per tuo cognato oppure ospitalo nella sede di Futuro e Libertà, ci sarà un divano no?
martedì 14 dicembre 2010
Tre voti in più
Tre voti in più. La maggioranza di governo ha battuto alla Camera la mozione di sfiducia con 314 voti contro 311. I deputati presenti erano 627, i votanti 625 e 2 le astensioni. La maggioranza richiesta era di 313 voti...Ora che cosa succede?
Non lo so.
Non lo so.
Voglio vedere Fini lasciare la poltrona e scendere a votare...
Voglio vedere Fini lasciare quella poltrona da Presidente della Camera (ovviamente momentaneamente, figuriamoci se la lascia veramente: se lo facesse Elisabetta lo sbatterebbe fuori di casa, non solo di camera) e scendere a votare contro Berlusconi.
lunedì 13 dicembre 2010
Un voto in più... per poi chiedere le dimissioni di Fini
Oggi i Finistei, i piddini ed i dipietrini non sono più così convinti di vincere domani, di sfiduciare Berlusconi, di mandarlo a casa.
Come mai?
Nelle dichiarazioni di sfiducia di oggi nessuno è più sicuro di vincere e già, mettendo le mani avanti, dicono che anche con un voto solo Berlusconi non potrà lo stesso governare?
Come mai?
Nelle dichiarazioni di sfiducia di oggi nessuno è più sicuro di vincere e già, mettendo le mani avanti, dicono che anche con un voto solo Berlusconi non potrà lo stesso governare?
Quando la A insegue la E
ce lo diciamo da tempo
almeno da quando sei arrivato tu
anche tu
Matteo
in questo buco di casa
che fuori è un diamante
perché da dentro lo luccichiamo
Ci saranno le tue vocali
così tanto ripetute
al ritmo della ninna nanna
che sembrano la parola Natale
ci saranno i tuoi sorrisi
il tuo capire l’arrivo di mamma
e l’attenzione silenziosa
verso i fratelli
con cui cerchi dialogo e risposte
Hai iniziato con la E
ed ora conosci anche la A
e con queste due vocali
potrai fare presto
tante parole
come quella che da origine a tutto
e si chiama amore
Giorgio 13 dicembre 2010
domenica 12 dicembre 2010
venerdì 10 dicembre 2010
Premio Nobel per la Pace alla sedia vuota di Liu Xiaobo
Alle ore 13 di oggi sarà consegnato, ad Oslo, il premio Nobel per la Pace 2010 a Liu Xiaobo, poeta combattente per libertà ma di quelli seri, non di quelli che si vedono in Italia ogni tanto a manifestare per la "propria libertà".
Liu Xiaobo 21 anni fa, professore di diritto, era in piazza Tienanmen a salvare i "suoi" studenti dai carri armati del regime comunista cinese, per cercare di evitare fino all'ultimo il massacro. Dall'89 Liu non ha mai smesso di protestare: arrestato quattro volte è stato tre anni in un campo di lavoro forzato. Nel 2008 ha scritto e diffuso l'appello per la libertà Charta 08 e per questo è stato condannato a 11 anni di carcere.
Anche oggi è in carcere. Anzi, è stato portato in isolamento affinché non giunga a lui neanche un soffio del vento di Oslo.
La moglie ed i suoi parenti stretti o sono in carcere o sono sotto sorveglianza e da settimane non possono nemmeno comunicare con lui mandandogli un bigliettino di auguri.
Vietate tutte le manifestazioni pro Liu in Cina ed oscurati tutti i siti stranieri e le televisioni occidentali.
Venti rappresentanti di altrettanti paesi nazionali hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di premiazione ad Oslo per non compromettere i propri rapporti commerciali con la Cina.
Tristezza nella tristezza.
Non ho mai vissuto in grande attesa per l'assegnazione dei vari premi Nobel soprattutto dopo gli ultimi molto discutibili quale quello alla Letteratura a Dario Fo (ad una sedia vuota sarebbe stato lo stesso) od alla Scienza ad Edwards tanto per dire che la fecondazione artificiale è buona cosa, da Nobel.
Sul premio Nobel per la pace però sono quasi sempre stato d'accordo!
Oggi il premio Nobel per la Pace sarà consegnato ad una sedia vuota, simbolica, forse a volerci dire che su quella sedia potremmo sederci tutti noi perché la Pace riguarda tutti.
Liu Xiaobo 21 anni fa, professore di diritto, era in piazza Tienanmen a salvare i "suoi" studenti dai carri armati del regime comunista cinese, per cercare di evitare fino all'ultimo il massacro. Dall'89 Liu non ha mai smesso di protestare: arrestato quattro volte è stato tre anni in un campo di lavoro forzato. Nel 2008 ha scritto e diffuso l'appello per la libertà Charta 08 e per questo è stato condannato a 11 anni di carcere.
Anche oggi è in carcere. Anzi, è stato portato in isolamento affinché non giunga a lui neanche un soffio del vento di Oslo.
La moglie ed i suoi parenti stretti o sono in carcere o sono sotto sorveglianza e da settimane non possono nemmeno comunicare con lui mandandogli un bigliettino di auguri.
Vietate tutte le manifestazioni pro Liu in Cina ed oscurati tutti i siti stranieri e le televisioni occidentali.
Venti rappresentanti di altrettanti paesi nazionali hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di premiazione ad Oslo per non compromettere i propri rapporti commerciali con la Cina.
Tristezza nella tristezza.
Non ho mai vissuto in grande attesa per l'assegnazione dei vari premi Nobel soprattutto dopo gli ultimi molto discutibili quale quello alla Letteratura a Dario Fo (ad una sedia vuota sarebbe stato lo stesso) od alla Scienza ad Edwards tanto per dire che la fecondazione artificiale è buona cosa, da Nobel.
Sul premio Nobel per la pace però sono quasi sempre stato d'accordo!
Oggi il premio Nobel per la Pace sarà consegnato ad una sedia vuota, simbolica, forse a volerci dire che su quella sedia potremmo sederci tutti noi perché la Pace riguarda tutti.
Le poesie di Liu Xiabo: un blog per conoscerlo meglio
LE POESIE DI LIU XIAOBO
Quando non si vuole aprire la porta traduce i versi di Liu Xiaobo dedicati alla moglie:
"Sto pagando la mia condanna in un carcere tangibile, mentre tu aspetti nella prigione intangibile del cuore. Il tuo amore è il raggio di luce che supera le mura alte e penetra le sbarre della finestra della mia prigione,
accarezzando ogni centimetro della mia pelle, riscaldando ogni cellula del mio corpo, consentendomi sempre di mantenere la pace, l'apertura e la luminosità del mio cuore, e riempiendo ogni minuto del mio tempo in prigione di significato. Il mio amore per te, d'altra parte, è così pieno di rimorso e rimpianto che alle volte mi fa vacillare sotto il suo peso. Sono una pietra insensata nel deserto, sferzata da un forte vento e da una pioggia torrenziale, così freddo che nessuno osa toccarmi. Ma il mio amore è solido e forte, capace di perforare qualsiasi ostacolo. Anche se io fossi ridotto in polvere, io userei ancora le mie polveri per abbracciarti"
giovedì 9 dicembre 2010
L’equilibrio giusto tra Gesù Bambino e Babbo Natale
L’equilibrio giusto tra Gesù Bambino e Babbo Natale
Quest’anno in famiglia abbiamo preparato il Presepe molte settimane prima per anticipare Babbo Natale e tutto il consumismo che si riversa sulle vetrine delle nostre città. Ce l’abbiamo fatta. Erano i primi di novembre e, complice un fine settimana di sole in famiglia, abbiamo cominciato a riprendere dalla cantina i vecchi scatoloni e, piano piano, fatto spazio al grande Presepe di casa nostra cominciando a preparararlo con l’ausilio dei nostri figli. Poi ci siamo fatti un bel giro in famiglia per le strade di Roma e neanche un Babbo Natale e solo qualche piccola vetrina già addobbata.
So che da quando esistono i genitori, quindi da sempre, ci si domanda quale sia il giusto equilibrio tra Gesù Bambino e Babbo Natale. So benissimo che i nostri figli sono affascinati dalla figura di Babbo Natale perchè la scuola non fa altro che parlare del simpatico nonnetto con pancia grossa e barba lunga, perchè è riprodotto in tutti i modi anche i più inimmaginabili (babbo natale che scia, che nuota, che scala, che balla, che canta ecc.ecc.) e so pure che al catechismo i sacerdoti chiederanno ai nostri figli “che cosa ti ha portato Gesù bambino” mentre altrove la stessa domanda avrà come desinenza finale il nostro Babbo Natale.
Personalmente sono uno che si è anche travestito per anni da Babbo Natale per la gioia dei miei nipoti ed anche per la mia. In casa nostra non entrano feste dichiaratamente anticristiane come quella di Halloween ma Babbo Natale come è possibile lasciarlo fuori dalla porta?
Ai nostri figli abbiamo spiegato che Babbo Natale è un amico di Gesù Bambino il quale, appena nato, non può raggiungere tutti i bambini del mondo per portare i regalini ma si deve far aiutare da Babbo Natale che porta i regali per festeggiare la nascita di Gesù. In questo modo abbiamo cercato di salvare entrambe le figure dando la priorità al Figlio di Dio. Probabilmente queste parole i nostri figli le matureranno col tempo e sicuramente, come per le intere generazioni passate, non sarà un trauma scoprire tra qualche anno che Babbo Natale non esiste e quindi rimarranno attaccato all’unico “esistente” cioè a Gesù Cristo.
Ma credo che ancor di più abbia valore l’allestimento del Presepe molto tempo prima di tutto il resto per cominciare a preparare il clima, per introdurci lentamente nel periodo natalizio e per far capire che l’attesa più importante è verso quella nascita.
Probabilmente questo effetto scenico avrà più impatto su tutte le altre parole che riversiamo, e continueremo a dire, ai nostri ragazzi.
Non so se abbiamo, infine, trovato un sano equilibrio tra Gesù Bambino e Babbo Natale ma non abbiamo messo le due figure in contrasto o contrapposizione.
I nostri figli la letterina l’hanno scritta a Babbo Natale ma le preghierine sono rivolte sempre e solo a Gesù Bambino: con la letterina hanno richiesto i regalini dal mondo del consumismo, con le preghierine davanti al Presepe, tutte le sere, chiediamo i regali più grandi.
Basterà tutto questo? Non lo so.. ma intanto Buon Natale!
mercoledì 8 dicembre 2010
Nasce oggi, sotto la protezione della Madonna Immacolata, un nuovo quotidiano cattolico on line
Nasce oggi, sotto la protezione della Madonna Immacolata, un nuovo quotidiano cattolico on line di notevole interesse e che mi permetto di suggerirvi.
Leggete il saluto del direttore editoriale Vittorio Messori e mettetevi in borsa questa Bussola
Qualche ragione per seguire questa Bussola...
Oggi l’informazione corre sul filo dei minuti e si gioca in gran parte sul Web. La carta stampata, alla quale resto affezionato e che mi ha accompagnato per tutta la vita, è in fase di evidente declino. Per questo è importante prestare attenzione a questa iniziativa che oggi prende il largo:la Bussola quotidiana. Un giornale online, fatto da un gruppo di giornalisti che vogliono proporre uno sguardo cattolico sulle notizie quotidiane, e che si avvale della collaborazione di tante importanti firme del giornalismo e della cultura cattolici.
Sono lieto di dire, qui, qualche parola, coinvolto io pure in questa avventura ...(continua a leggere)
Leggete il saluto del direttore editoriale Vittorio Messori e mettetevi in borsa questa Bussola
Qualche ragione per seguire questa Bussola...
di Vittorio Messori
08-12-2010
Oggi l’informazione corre sul filo dei minuti e si gioca in gran parte sul Web. La carta stampata, alla quale resto affezionato e che mi ha accompagnato per tutta la vita, è in fase di evidente declino. Per questo è importante prestare attenzione a questa iniziativa che oggi prende il largo:la Bussola quotidiana. Un giornale online, fatto da un gruppo di giornalisti che vogliono proporre uno sguardo cattolico sulle notizie quotidiane, e che si avvale della collaborazione di tante importanti firme del giornalismo e della cultura cattolici.
Sono lieto di dire, qui, qualche parola, coinvolto io pure in questa avventura ...(continua a leggere)
martedì 7 dicembre 2010
Fantozzi attacca il Papa: una figuraccia Fantozziana!
Lo dice intervenendo a "Un giorno da pecora su Radio 2", con quella sua voce inconfondibile che una volta faceva ridere ma ora provoca solo sentimenti di pietà: "Questo Papa, che parla molte lingue, soprattutto il tedesco, senza dubbio se comparisse sul balcone di Piazza San Pietro con la sua voce ma vestito da Himmler farebbe svenire di paura molti ebrei".
Che profondità di pensiero caro Fantozzi, neanche più una battuta originale sai fare. Che ti è successo? Questa frase sul Papa è stata seconda solo a: "La Chiesa ha ancora una filosofia medievale in tutto: eutanasia, preservativi e via dicendo. La Chiesa, se non si rinnova, muore".
Da Ragioniere sei stato promosso portavoce dei Radicali in Italia?
Incrocio spesso Paolo Villaggio uscire dalla sua casa a due passi da Piazza di Spagna, con quella vestaglia bianca che gli fa da maglia-maglione-e pantalone. Lo vedo a fatica salire su una macchina di servizio e, come i suoi film, dopo un po' non mi ha fatto più ridere ma provocato solo una gran pena.
Queste parole irriverenti verso il Papa e gli ebrei e dissacranti verso la Storia tragica che ci ha preceduto, sono un po' il capolinea dell'esistenza di quest'uomo che infatti ha concluso la trasmissione dicendo: "Sto pensando seriamente al suicidio".... mentre io stavo anticipando mentalmente, come logica conseguenza, questa sua ultima affermazione.
Tra le tante lingue che il Papa parla vi è anche quella del cuore. Se non ce la fai più ad essere il ragionier Fantozzi, cerca almeno di essere l'uomo Paolo Villaggio.
sabato 4 dicembre 2010
Poesia per i nostri 6 anni di matrimonio
Sei anni fa provavo a salire al secondo piano
prima col canto
poi col corpo
per farti mia
ricordi la pioggia
gli amici attorno
come un grande ombrello
ed il giorno dopo
il nostro Si
diede il via a tutto
Sei anni fa amore
era tutto diverso
dal lavoro alle lenzuola
gli amici andati ed alcuni arrivati
un Padre in più in Paradiso
Ora gli ombrelli nostri sono piccoli
hanno il pensiero di Mauro
gli occhioni di Massimo
e le prime vocali di Matteo
ma riparano dal presente
e ci portano al futuro
che sarà sempre assieme
che sarà sempre migliore
e sarà sempre di più
In questi anni siamo saliti e scesi
come chili della nostra vita
ma abbiamo sempre puntato in alto
con l’Ave Maria addosso
vestito continuo del nostro sposalizio
Sei come sei
sarai come sei
ti amo come sei
Giorgio 04 12 10
giovedì 2 dicembre 2010
Avvoltoi radicali ronzanti alla Camera (non ardente) attorno al corpo di Mario Monicelli
Rieccoli i radicali pronti a rispuntare fuori e dire che si stavano godendo un momento di pausa dopo l'ingordigia vissuta dato il successo di ascolti della radical faziosa trasmissione dell'anno "vieniviaconme".
Pochi giorni ed eccoli piombare come avvoltoi sul corpo di Mario Monicelli, morto suicida, gettandosi da un balcone dell'Ospedale San Giovanni dove era ricoverato, a 95 anni!
Pochi giorni ed eccoli piombare come avvoltoi sul corpo di Mario Monicelli, morto suicida, gettandosi da un balcone dell'Ospedale San Giovanni dove era ricoverato, a 95 anni!
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