Alle ore 13 di oggi sarà consegnato, ad Oslo, il premio Nobel per la Pace 2010 a Liu Xiaobo, poeta combattente per libertà ma di quelli seri, non di quelli che si vedono in Italia ogni tanto a manifestare per la "propria libertà".
Liu Xiaobo 21 anni fa, professore di diritto, era in piazza Tienanmen a salvare i "suoi" studenti dai carri armati del regime comunista cinese, per cercare di evitare fino all'ultimo il massacro. Dall'89 Liu non ha mai smesso di protestare: arrestato quattro volte è stato tre anni in un campo di lavoro forzato. Nel 2008 ha scritto e diffuso l'appello per la libertà Charta 08 e per questo è stato condannato a 11 anni di carcere.
Anche oggi è in carcere. Anzi, è stato portato in isolamento affinché non giunga a lui neanche un soffio del vento di Oslo.
La moglie ed i suoi parenti stretti o sono in carcere o sono sotto sorveglianza e da settimane non possono nemmeno comunicare con lui mandandogli un bigliettino di auguri.
Vietate tutte le manifestazioni pro Liu in Cina ed oscurati tutti i siti stranieri e le televisioni occidentali.
Venti rappresentanti di altrettanti paesi nazionali hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di premiazione ad Oslo per non compromettere i propri rapporti commerciali con la Cina.
Tristezza nella tristezza.
Non ho mai vissuto in grande attesa per l'assegnazione dei vari premi Nobel soprattutto dopo gli ultimi molto discutibili quale quello alla Letteratura a Dario Fo (ad una sedia vuota sarebbe stato lo stesso) od alla Scienza ad Edwards tanto per dire che la fecondazione artificiale è buona cosa, da Nobel.
Sul premio Nobel per la pace però sono quasi sempre stato d'accordo!
Oggi il premio Nobel per la Pace sarà consegnato ad una sedia vuota, simbolica, forse a volerci dire che su quella sedia potremmo sederci tutti noi perché la Pace riguarda tutti.
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