Tanti anni fa, in ambiente
Vaticano, girava un aneddoto. Qualcuno vicino al Papa gli chiese come stava e
lui disse: chiedetelo ai giornalisti.
Il Papa e la sua salute, la sua
sofferenza, la sua malattia.
Oggi il Papa è malato e non c’è bisogno di affidare il
comunicato al portavoce: lui stesso si mostra a noi senza vergogna, impacciato
nel pronunciare una semplice parola, immobile in quel trono che è una
carrozzella più lussuosa, bendato nel suo vestito bianco quasi fosse una
mummia.
Non sta bene il Papa, e lo ripete
ogni giorno chiedendo di pregare per lui.
Non sta bene il Papa, e ce ne
siamo accorti anche noi quando, in udienza privata da lui lo scorso 22 maggio,
non era riuscito a leggere tutto il messaggio ma stava lì, in mezzo a noi, a
salutarci, personalmente, tutti e 70, a lasciarci, personalmente, il ricordo
magico di una fotografia inginocchiati davanti a lui, Cristo sofferente.
Il Papa sta male e con lui sto
male anche io.