venerdì 22 luglio 2011

Che direbbe oggi Montanelli dei quotidiani on line?

Non so perché in questi giorni tutti stanno parlando di Montanelli: vi sarà qualche ricorrenza. Tra i grandi giornalisti di sempre, Montanelli come si sarebbe comportato di fronte ai quotidiani on line, alle nuove possibilità di scrivere, farsi leggere?
Non lo so, ovviamente. Non lo conoscevo. L'ho solo incrociato per qualche minuto una volta sola. Tanti anni fa (non so essere più preciso non per un finto pudore ma perché proprio non me lo ricordo) al corso di Storia del Giornalismo presso la Facoltà di Lettere Moderne laurea in Comunicazioni Sociali dell'Università Cattolica di Milano, intervenne, a lezione, il maestro Indro Montanelli. Di solito a quel corso non partecipava nessuno ma quel giorno l'aula, come potete immagine, non era strapiena: di più. Col mio Rapido (scooter utilissimo per i miei primi servizi giornalistici) raggiungi il parcheggio della Cattolica e subito mi precipitai in aula e, arrampicandomi su qualche collega non di corso, mi appollaiai in un angolo, tra taccuini di giornalisti veri e libri del Divin Maestro di noi universitari.
Da qualche giorno il professore aveva parlato dell'arrivo del grande giornalista e tutti noi, aspiranti e praticanti giornalisti, eravamo in subbuglio umorale e tecnico.
Per quel giorno riposi tante aspettative perché ero sicuro di poter catturare, in 45 minuti di lezione (lectio magistralis) i segreti di questo mestiere.
Così non fu.
Montanelli arrivò sommerso dagli applausi. Il professore neanche fece in tempo a presentarlo, anche perchè non c'era bisogno, che il grande giornalista prese il microfono in mano e disse: "Se qualcuno di voi qui dentro vuole fare il giornalista cambi mestiere che non c'è posto e lavoro per nessuno".
Sentii solo quelle parole.
Me ne andai mandandogli mentalmente un improperio e dicendomi tra me e me: "Se tutti i vecchi come te non lasciano il posto ovvio che ce ne sarà sempre meno per i giovani giornalisti".
Fu sbagliato quel mio pensiero ma credo che sbagliò anche Montanelli. Continuai a seguirlo ed una volta pubblicò anche una mia lettera (anche se a nome di mia sorella!) sulla questione dell'eutanasia e mi rispose con lo stesso tono acre che risentii, anche per iscritto, quella voce odiosa e pungente che mi aveva allontanato non dalla professione ma dall'Aula.
Forse direbbe lo stesso oggi di Frews e soci non avendo tutti i torti, sotto alcuni aspetti, perché vi è una omologazione spaventosa nei quotidiani on line: il copia incolla si spreca, i giovani giornalisti neanche scrivono più una parola, muovono solo velocemente il mouse.
Però qui in questo mondo, caro Indro, anche se non viviamo di questi pezzi che scriviamo, viviamo per farlo.
Pubblicato su Frews il 21 luglio 2011

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