Vedermi spiattellato su un quotidiano nazionale tutti questi retroscena mi ha inquietato, sia per i retroscena stessi sia per l'uscita pubblica.
Condivido la linea del non buttare il Silvio con l'acqua sporca ma la democrazia, in tutto questo, dov'è?
Che ne pensate?
Il mio animo è inquieto. Inquieto vivere.
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Buttiglione: Silvio lasci, ci aiuti salvare il Paese e avrà un «salvacondotto» anti-vendette
intervista pubblicata da Avvenire il 08 settembre 2011
Il presidente dell’Udc svela un lavorio diplomatico per voltare pagina. E avverte: fin quando c’è lui la speculazione non ci molla
"Salus rei pubblicae suprema lex esto, la legge più alta è la salvezza della Repubblica». Rocco Buttiglione allarga le braccia e ragiona ad alta voce su un progetto che, se andasse in porto, finirebbe con il cambiare il volto alla legislatura e anche al Paese. «Vorrei scrivere a Berlusconi. Poche parole, ma chiare, oneste: 'Silvio in queste ore la crisi è terrificante e il grande tema su cui si ragiona è la salvezza del Paese... Se ci aiuti acquisirai un credito in nome del quale i peccati ti saranno perdonati ».
Professore queste sono parole: spieghi il progetto
Vuole un titolo? Eccolo: Berlusconi passi la mano, lasci la guida del governo e i suoi processi penali verranno bloccati. Tutti. Il premier ci dia una mano a salvare il Paese dalla speculazione che andrà avanti fino a quando non farà una scelta e noi lo garantiremo da vendette, da rappresaglie, da espropri, dal carcere. Non potremo bloccare azioni e processi civili, ma i procedimenti penali sì. E...
...Lo farete?
Stiamo lavorando in questa direzione e c’è un modello americano da prendere come esempio: Gerald Ford diede a Richard Nixon il perdono presidenziale e bloccò i processi che erano iniziati con lo scandalo Watergate. Lui strappò Nixon dal carcere, noi potremmo fare altrettanto per Berlusconi. Già potremmo lavorare a un salvacondotto giudiziario che aiuti il premier a superare dubbi e paure.
Berlusconi lo conosce: non si fiderà mai.
Il cerchio si sta stringendo. Ha visto Beppe Pisanu... È una persona intelligente e prudentissima, non avrebbe mai detto 'Berlusconi dimettiti' se non avesse la convinzione di avere dietro qualcuno e qualcosa di consistente.
Insisto: Berlusconi non ha nessuna intenzione di cedere...
Ascolti chi gli vuole bene. Ascolti anche quelli che nel Pdl gli dicono che così non si può più andare avanti e ci aiuti a voltare pagina. Che c’è sull’altro piatto della bilancia?
Il capo dello Stato potrebbe collaborare per individuare una strada, per immaginare una via d’uscita. Oggi non c’è, ma siamo determinati a trovarla. Per fare quello che fece Ford con Nixon. Vede, per il bene del Paese le vicende giudiziarie di Berlusconi vanno chiuse, vanno avviate su un binario morto. Noi siamo tutti decisi a provarci.
Crede che il Colle sia disposto ad ascoltare l’Udc? A immaginare un salvacondotto?
Lei sa quanto sia alta l’ammirazione dell’Udc verso il lavoro del Quirinale
Questo che cosa significa?
Credo che le cose che sto dicendo si possano legare all’offensiva diplomatica e silenziosa che si è messa in moto in queste ore: Napolitano sa da sempre che in momenti drammatici bisogna avere il coraggio di decidere fuori dall’ordinario. E questo è un momento assolutamente drammatico.
Professore può essere più chiaro?
No, basta, ho già detto tanto e rischiare di anticipare le proposte può rendere le cose più complicate di quanto devono esserlo. Si accontenti e aspetti: molti si stanno muovendo e alla fine ci sarà un’ampia maggioranza parlamentare decisa a puntare su una riconciliazione nazionale. E chiudere lo scontro su Berlusconi in un modo che non lasci né vinti né vincitori.
L’obiettivo è insomma passare oltre?
Esatto, perfetto: è passare oltre, è aprire una fase nuova, è far nascere un governo di responsabilità che possa rassicurare i mercati. Silvio ci ascolti: se uscirà bene, molti peccati gli verranno perdonati, altrimenti il rischio è che gli vengano addossati anche quelli che non ha commesso.
Proviamo a capire: perché dovrebbe lasciare?Ma non ha capito? C’è un’emergenza, una terribile emergenza. Dobbiamo fare scelte dure, prendere decisioni impopolari. Serve una larga intesa. La Bce ci ha dato ossigeno, ha comprato i nostri titoli, ma non possiamo vivere per sempre sperando nel sostegno della Banca centrale europea.
Professore, la Ue ha appena promosso la manovra
Ma è una promozione a tempo. Servono altri sforzi, altri sacrifici. E l’impressione è che verso l’Italia ci sia una forte sfiducia politica. I mercati non valutano solo la quantità della manovra, valutano l’affidabilità politica del governo e l’unità del Paese nel difendere le posizioni. Oggi quell’unità non c’è: c’è una maggioranza incapace di prendersi delle responsabilità politiche di fronte al Paese e all’Europa. E una parte dell’opposizione che va in piazza contro la manovra. Le faccio una domanda: se lei avesse prestato dei soldi all’Italia glieli presterebbe di nuovo davanti a quello che sta succedendo?
Lei lo farebbe?
Le faccio una confidenza: io ho comprato titoli di Stato italiani per patriottismo e per dovere istituzionale, ma se avessi dovuto investire i soldi della mia mamma che oggi non c’è più, non so se l’avrei fatto. Per questo dico: voltiamo pagina. È ora di un governo di responsabilità capace di mostrare consapevolezza delle difficoltà del momento e di distribuire sacrifici in modo equo.
Lo potrebbe guidare ancora il premier?
Se l’unità si potesse realizzare attorno a lui lo voterei senza esitare un istante. Ma non si può, oggi Berlusconi è un ostacolo. Che deve solo capire che serve la sua generosità per voltare pagina e salvare l’Italia dal baratro.
Professore queste sono parole: spieghi il progetto
Vuole un titolo? Eccolo: Berlusconi passi la mano, lasci la guida del governo e i suoi processi penali verranno bloccati. Tutti. Il premier ci dia una mano a salvare il Paese dalla speculazione che andrà avanti fino a quando non farà una scelta e noi lo garantiremo da vendette, da rappresaglie, da espropri, dal carcere. Non potremo bloccare azioni e processi civili, ma i procedimenti penali sì. E...
...Lo farete?
Stiamo lavorando in questa direzione e c’è un modello americano da prendere come esempio: Gerald Ford diede a Richard Nixon il perdono presidenziale e bloccò i processi che erano iniziati con lo scandalo Watergate. Lui strappò Nixon dal carcere, noi potremmo fare altrettanto per Berlusconi. Già potremmo lavorare a un salvacondotto giudiziario che aiuti il premier a superare dubbi e paure.
Berlusconi lo conosce: non si fiderà mai.
Il cerchio si sta stringendo. Ha visto Beppe Pisanu... È una persona intelligente e prudentissima, non avrebbe mai detto 'Berlusconi dimettiti' se non avesse la convinzione di avere dietro qualcuno e qualcosa di consistente.
Insisto: Berlusconi non ha nessuna intenzione di cedere...
Ascolti chi gli vuole bene. Ascolti anche quelli che nel Pdl gli dicono che così non si può più andare avanti e ci aiuti a voltare pagina. Che c’è sull’altro piatto della bilancia?
Il capo dello Stato potrebbe collaborare per individuare una strada, per immaginare una via d’uscita. Oggi non c’è, ma siamo determinati a trovarla. Per fare quello che fece Ford con Nixon. Vede, per il bene del Paese le vicende giudiziarie di Berlusconi vanno chiuse, vanno avviate su un binario morto. Noi siamo tutti decisi a provarci.
Crede che il Colle sia disposto ad ascoltare l’Udc? A immaginare un salvacondotto?
Lei sa quanto sia alta l’ammirazione dell’Udc verso il lavoro del Quirinale
Questo che cosa significa?
Credo che le cose che sto dicendo si possano legare all’offensiva diplomatica e silenziosa che si è messa in moto in queste ore: Napolitano sa da sempre che in momenti drammatici bisogna avere il coraggio di decidere fuori dall’ordinario. E questo è un momento assolutamente drammatico.
Professore può essere più chiaro?
No, basta, ho già detto tanto e rischiare di anticipare le proposte può rendere le cose più complicate di quanto devono esserlo. Si accontenti e aspetti: molti si stanno muovendo e alla fine ci sarà un’ampia maggioranza parlamentare decisa a puntare su una riconciliazione nazionale. E chiudere lo scontro su Berlusconi in un modo che non lasci né vinti né vincitori.
L’obiettivo è insomma passare oltre?
Esatto, perfetto: è passare oltre, è aprire una fase nuova, è far nascere un governo di responsabilità che possa rassicurare i mercati. Silvio ci ascolti: se uscirà bene, molti peccati gli verranno perdonati, altrimenti il rischio è che gli vengano addossati anche quelli che non ha commesso.
Proviamo a capire: perché dovrebbe lasciare?Ma non ha capito? C’è un’emergenza, una terribile emergenza. Dobbiamo fare scelte dure, prendere decisioni impopolari. Serve una larga intesa. La Bce ci ha dato ossigeno, ha comprato i nostri titoli, ma non possiamo vivere per sempre sperando nel sostegno della Banca centrale europea.
Professore, la Ue ha appena promosso la manovra
Ma è una promozione a tempo. Servono altri sforzi, altri sacrifici. E l’impressione è che verso l’Italia ci sia una forte sfiducia politica. I mercati non valutano solo la quantità della manovra, valutano l’affidabilità politica del governo e l’unità del Paese nel difendere le posizioni. Oggi quell’unità non c’è: c’è una maggioranza incapace di prendersi delle responsabilità politiche di fronte al Paese e all’Europa. E una parte dell’opposizione che va in piazza contro la manovra. Le faccio una domanda: se lei avesse prestato dei soldi all’Italia glieli presterebbe di nuovo davanti a quello che sta succedendo?
Lei lo farebbe?
Le faccio una confidenza: io ho comprato titoli di Stato italiani per patriottismo e per dovere istituzionale, ma se avessi dovuto investire i soldi della mia mamma che oggi non c’è più, non so se l’avrei fatto. Per questo dico: voltiamo pagina. È ora di un governo di responsabilità capace di mostrare consapevolezza delle difficoltà del momento e di distribuire sacrifici in modo equo.
Lo potrebbe guidare ancora il premier?
Se l’unità si potesse realizzare attorno a lui lo voterei senza esitare un istante. Ma non si può, oggi Berlusconi è un ostacolo. Che deve solo capire che serve la sua generosità per voltare pagina e salvare l’Italia dal baratro.
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