domenica 11 settembre 2011

Siamo un po' tutti figli dell'11 settembre

Abbiamo appena finito di rivedere i fatti tragici dell’11 settembre 2001 e quelli commemorativi del decennale celebratosi il mese scorso. Abbiamo visto ed apprezzato il monumento di sola acqua che prova a riempire quei due spazi vuoti lasciati dal crollo delle Torri Gemelle a New York: “Due spazi vuoti – ha spiegato l’artista Michael Arad – impossibili da riempire. Cascate d’acqua da ora precipiteranno là dentro per l’eternità ma, malgrado il passare del tempo, quel bacino non si riempirà mai”. Immagini che forse più di tutte rappresenta il dolore che in parte ognuno di noi si porta dentro.
Poi abbiamo conosciuto i volti dei cento bambini che non hanno conosciuto i loro padri, i cosiddetti “figli dell’11 settembre”.
Io in questi volti mi sono riconosciuto ed ho riconosciuto i miei figli.
Da quell’11 settembre è cambiato il mondo di ognuno di noi, sia perchè sono passati inevitabilmente dieci anni, sia perchè facciamo tutti parte di quel paese chiamato terra ed ognuno di noi conserva il suo ricordo.
Io ero al lavoro a Milano, nella mia piccola legatoria, e cominciarono a girare le prime immagini sul televisorino installato nel pc. Corsi a casa. Ricordo me immobile davanti al televisore e l’incapacità sia di capire e poi di capire anche che cosa sarebbe successo. La confusione di quelle ore, seppur minima nelle nostre vite, non era neppur paragonabile a quello che stava succedendo a New York.
Poi tutti ricordiamo i giorni dopo negli aereoporti, le restrizioni in partenza, le bottigliette d’acqua che non si possono più portare a bordo, la psicosi, i falsi allarme.
Tutti ricordiamo la guerra a Bin Laden ed in dieci anni tante bombe sono state esplose, molti altri morti si sono succeduti e nel mondo vi sono tanti altri figli dell’11 settembre che non potranno mai rivedere i loro genitori e non sono solo americani.
E poi ci sono i miei figli, i nostri figli. Quelli nati dopo, quelli che leggeranno dell’attacco alle Torri Gemelle solo sui libri di scuola, quelli che non avranno mai dentro l’angoscia per quei fatti e quelli che se un aereo vola appena sopra i palazzi sono contenti perchè lo possono vedere meglio e non ne hanno paura e non immaginano minimamente che potrà finire volutamente contro la casa del vicino.
Siamo un po’ tutti figli dell’11 settembre perchè quella data ha cambiato la nostra vita, ha limitato la nostra libertà e ci ha confermato come nell’era della globalizzazione possa esistere il male globale, l’odio mondiale, ancora più difficile da combattere.
Ma noi che abbiamo il dono della Fede sappiamo che quell’acqua che continua a scorrere per cercare di riempire il vuoto lasciato da quella tragedia ha la sorgente nell’unico Dio ed a Lui dovremmo provare ad attingere per essere nuovi figli e per portare nel mondo un nuovo modo di vivere assieme, nel rispetto reciproco e nella tolleranza.
Dieci anni sono passati e sicuramente il nostro primo pensiero è stato “di già?” ed il secondo è andato invece al mondo come è cambiato, ai paesi del nord Africa in rivolta, a molti dittatori decaduti o scappati, al vicino di casa egiziano che fa delle ottime pizze ed ai nostri figli che nulla di quei giorni di odio hanno vissuto e speriamo che nuovi giorni di amore possano vivere.

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