martedì 20 settembre 2011

Semel in anno licet insanire...anzi deppiu!!!

La felice coincidenza del matrimonio di amici (grazie ed auguri Monica e Riccardo) con l'arrivo della nonna a Roma ha fatto sì che io e mia moglie potessimo partecipare alla festa post matrimonio al Jet Set, ex Chalet del Laghetto. Posto molto bello, a dir poco romantico, compagnia ottima, tutto eccellente compresi i contenitori in plastica dei cibi che mia moglie ha provveduto a portare a casa per i giochi in cortile dei bambini.
Ma soprattutto festa e balli. Si, ci siamo scatenati. Non ricordo il tempo che è passato dall'ultima festa da ballo con mia moglie. Tantissimo, il giusto, forse, o sicuramente troppo.
Certo, il fisico non è più quello di una volta quando reggevo la pista per almeno tre ore e con fratello Cecco ci dovevano buttare fuori a calci altrimenti continuavamo ad libitum.
E' bastata un'oretta, o forse due, poi il sudore ha preso il sopravvento e l'ottimo divano ha fatto il resto.
All'inizio la musica non era il massimo. Il deejay forse, in un esagerato moto di gentilezza, ci ha visti come ventenni e ci ha messo musica per quella età. Poi, avvisato dal festeggiato, ha messo pezzi adeguati al nostro tempo con gli intramontabili e poi i fantastici Clash.
"Should i stay o should i go", mi spiace, caro Riccardo, è tra le mie preferite e dopo questa ennesima "pogata", che non compievo da un decennio, mi sono accasciato felice al suolo.
Rigenerante.
Sì, tutto rigenerante. Non è la parola sbagliata. Una scarica di adrenalina che insieme butta fuori le tossine negative e riattiva i globuli bianchi positivi.
Con mia moglie e gli amici quarantenni (acc!) ce lo siamo proprio detto: facciamolo più spesso, ci vorrebbe, almeno una volta l'anno, anzi, di più.
Si perchè limitarci al "semel in anno licet insanire"?
(latino, una volta all'anno è lecito impazzire), pensiero espresso nella sua sostanza nel De senectute di Lucio Anneo Seneca: chiara la sua allusione alla necessità che la normalità dei doveri quotidiani sia ogni tanto interrotta dalla gioia di una festa spensierata per ricreare le energie fisiche e psichiche. Il significato del verbo insanire sembra doversi rintracciare in quelle feste a divinità agresti in cui si capovolgeva l'ordine gerarchico della vita normale, facendo servire i padroni e banchettare i servi, cosa che alle caste romane abituate al comando doveva propriamente sembrare “una follia”.
Con tre figli, tre collaborazioni, molta Iva da pagare, una pressione fiscale al 43 per cento perchè dovrei limitarmi ad una sola volta l'anno? Deppiù!
Amore mio, ricordiamoci però, la prossima volta, di portarci, per me ovviamente, asciugamano e maglietta di "cambio" così almeno posso uscire dalla disco con un aspetto il più possibile decente!

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