giovedì 8 settembre 2011

Una mamma con carrozzina fatta scendere dal 49 perchè ingombra la corsia

Sono quasi le 7 ed attendo l'autobus presso la fermata Pineta Sacchetti/Bolognetti (Roma) per andare verso la stazione metropolitana di Cornelia. Dove vivo io è una zona abbastanza servita. A questa palina dell'autobus fermano tre linee dirette alla metropolitana: il 446, il 994 ed il 49. Stesso percorso, tre possibilità. Stamattina arriva il 49 blu. Specifico blu perché a questa linea sono affidati veicoli arancioni classici ed anche una serie di autobus blu scomodissimi e sporchissimi, di quelli da gita scolastica, per intendersi, che hanno due posti a sedere su ogni lato, un corridoio strettissimo e solo due entrate, quella davanti e quella centrale. Non sono per nulla adatti alla viabilità metropolitana. Gli altri autobus, quelli classici arancioni, hanno il corridoio più largo, tre entrate e molto spazio per stare in piedi. Inoltre questa linea blu è molto sporca. Ha i sedili di stoffa che sono diventati fogli blu per le scritte di adolescenti innamorati o di deficienti cronici, ed hanno una lunga fila di sedili in fondo (modello gita ed io con chitarra che canto) che spesso diventa una discarica a bus chiuso. Però stamattina alle 7 circa è arrivato il 49 blu ed ho preso quello. Alla fermata con me molta gente ed una signora, penso peruviana, con carrozzina. Salgo e mi infilo in fondo in quei posti a quattro e, prese le minime precauzione igieniche, mi siedo. Il bus riparte. Prima fermata, nulla. Seconda fermata nulla. Terza fermata comincio a sentire un vociferare. Una signora italiana simil bionda inveisce ad alta voce contro questa mamma peruviana perché, non trovando spazio per sistemare la carrozzina, si è fermata davanti all'ingresso centrale ed ostruisce il passaggio. Le manovre di salita e discesa sono notevolmente rallentate. La signora peruviana prova a difendersi dicendo che da sola come fa a prendere in braccio il bambino, con le borse, il biberon ed intanto piegare il passeggino come le viene ricordato essere suo dovere "perché così dice il regolamento?". La discussione prosegue a distanza fino all'arrivo alla fermata di Cornelia dove vi è anche un grande Capolinea di autobus. Si sentono spintoni, la gente sale e scende a fatica, l'autista, un giovanotto robusto con un po' di barba rimane fermo, si alza dal suo posto e si sporge verso dietro e con fare imperioso da quel suo pulpito improvvisato urla: "Signora, adesso basta. Mi sta bloccando la corsia. O chiude quel passeggino o scende e prende un altro autobus, non possiamo star fermi così tanto tempo ogni volta. O scende od io non mi muovo di qua".
Silenzio generale nell'autobus. La mamma, anticipando di una fermata la sua discesa, gira il passeggino e scende. L'autobus riparte.
Le considerazione da fare sarebbero tantissime e ne provo alcune.
La prima è che ho capito perchè mia moglie non si muove mai coi mezzi. Con tre figli di cui uno ancora col passeggino come potrebbe?
La seconda è che sicuramente ha ragione l'autista o chi per lui, il regolamento, però come può una mamma da sola che, ogni volta che esce con un neonato, inevitabilmente si deve portare dietro metà casa, chiudere il passeggino (che notoriamente è pieno di altre cose e non si chiude mai al volo) e sedersi con il figlio in braccio? Ed il passeggino dove lo mette poi?
Non so se l'autista ieri sera ha saputo che la fidanzata (ipotizzo) ha un tumore e quindi era nervoso; non so neanche se la simil bionda, forse madre anche lei, ma da qualche decennio, ha scoperto che il figlio si droga e quindi era alterata già alle sette del mattino. Voglio dire, un autobus carico di gente è carico anche delle vite e delle tensioni di ognuno quindi non me la sento di giudicare nessuno, voglio solo dire che per una mamma con passeggino è praticamente impossibile prendere i mezzi pubblici di superficie a Roma. O dovrebbero anche loro ogni volta chiamare l'auto sostitutiva come possono fare le persone in carrozzina causa handicap?
Non voglio neanche allargare il discorso al clima generale ma solo invitare tutti ad un po' più di serenità, se possibile, per cominciare meglio la giornata, per non far sentire troppo in colpa questo figlio di Roma che già erediterà da noi tanti problemi e tanti debiti, ma almeno lasciamogli digerire in pace il latte del biberon!
Mi spiace che si è persa tutti un'occasione, io per primo, per avvicinarci alla mamma ed aiutarla ad accomodarsi nel miglior modo possibile.
Certo, se quello era un cane col trasportino forse nessuno le avrebbe detto niente ed in tanti se lo sarebbero anche coccolato...ma questo fa parte di un'altra storia.

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