Ieri sera Mauro ha voluto ancora che gli raccontassi la storia della mia Canoa e del mio primo giorno di scuola. Così ho fatto ridicendogliela due volte mentre piano piano prendeva sonno. Gli ho detto della bellezza della scuola, che piano piano gli verrà insegnato a leggere, scrivere, contare, ed imparerà i nomi dei fiumi, dei monti, delle cascate, dei laghi e delle città, ed imparerà come funzionano i vulcani e perché scende la pioggia dal cielo. Tutte quelle domande che ha dentro e che ci pone avrebbero, giorno dopo giorno, trovato risposta.
Era molto emozionato ieri, Mauro, ma lo stesso stato d'animo albergava evidentemente in me e più celatamente in mia moglie.
Stamattina sveglia tutti di gran carriera. Grembiule e foto di rito e tutti a scuola dalle suore, la nuova classe, i nuovi compagni, la nuova scuola.
Nonostante le mille raccomandazioni sul non piangere e sulla Canoa che gli avrebbe dato forza e quindi non avrebbe dovuto fare scenate e piangere, nonostante giorni di preparazione lenta con regalini mirati, Mauro è stato bravissimo, io un po' meno.
Lui, Mauro, emozionato e bravissimo si è seduto al suo banco vicino ad Isakaelo, un amichetto anche fuori dalla scuola.
Io ho fatto a malapena in tempo a salutarlo che già gli occhi mi si gonfiavano di....emozione.
Che bravi questi figli che hanno capito la lezione meglio dei genitori e ci fanno coraggio. Che bravi questi figli che ci superano e che ci sorprendono con i loro comportamenti e la loro maturità.
Buona scuola Mauro, ne avrai per vent'anni almeno, ma sarà, te lo auguro, bellissimo.
Mi sa che la Canoa la devono ridare a me.
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