Questa frase di don Bosco, che fa da titolo al nostro editoriale, mi è stata isegnata, tempo fa, da un mio educatore mentre mi accingevo io ad essere educatore di altre persone, di altri ragazzi, di altri giovani. E' vera. Lo era ai tempi di don Bosco e lo è oggi proprio all'inizio della Giornata Mondiale della Gioventù.
Le televisioni ed i giornali ne parlano, riempiono gli spazi di immagini e video ed è bellissimo, anche per chi alla Gmg ci è stato anni fa o le ha solo sfiorate, rivedere quei colori, quei volti che sono sempre gli stessi e sempre differenti.
E' già tutto bello e non è ancora arrivato il Papa.
Figuriamoci da stasera, da domani.
Questi non sono i giovani che spaccano le vetrine a Londra, che si ammazzano sulle nostre strade il sabato sera, che vedi di fronte ai bar ad aspettare che le lancette dell'orologio dicano che è un giorno nuovo.
Questi sono giovani, felici, allegri che anche si divertono, bevono, si amano, progettano il futuro e stanno cercando Dio. Sì, Dio. Non il Papa, non un vescovo, non un nonno simpatico o meno, ma Dio.
Dio che è l'incontro più affascinante che può capitarci nella vita e dal quale ne scaturiscono altri molto belli e determinanti.
Dio che sa per primo che i giovani sono sempre una speranza, mai un problema.
Auguri ragazzi.
Giorgio Gibertini Jolly su Frews il 19 agosto 2011
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