sabato 3 novembre 2012

Perché bisogna pregare per i nostri morti? Per “averli” vicini

Nel secolo scorso, in un paesino della Sardegna di nome Santulussurgiu, accadde un fatto che ha dello straordinario. Il Sindaco di questo paese, di nome Luigi, (la stessa persona che ha raccontato questo fatto), era un uomo onesto, giusto, attento alle esigenze del paese, soprattutto delle famiglie più povere. Aveva spesso rifiutato denaro offerto in cambio di favori. Era infatti conosciuto dalle cosche criminali come persona retta e incorruttibile.
Era un uomo di fede, devoto in particolare alle anime dei defunti. Ogni giorno si recava a piedi al paese passando per una strada isolata di campagna e camminando, pregava per i suoi defunti e li sentiva vicini. Alcuni balordi delle bande criminali cominciarono ad appostarsi quotidianamente lungo quella strada per farlo fuori, così da poter liberamente svolgere i loro loschi affari. Ma non riuscirono mai ad ucciderlo. Quando furono arrestati confessarono il loro intento, ma, affermarono che era stato loro impossibile portarlo a termine per il fatto che il Sindaco non era mai solo per la strada. A queste parole il Sindaco stesso rimase molto meravigliato, perché sapeva bene di percorrere ogni giorno da solo la strada che porta dalla sua casa al paese. Gli uomini ribadirono ancora di aver visto sempre dietro di lui decine di persone e quindi di aver desistito dall’intento di ucciderlo.
Luigi capì d’un tratto la verità: le anime dei defunti, da lui tanto amate,lo avevo protetto rendendosi visibili ai suoi nemici e accompagnandolo per la strada.

Emanuela Piellucci per IlQuintuplo

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