La Presidente della Camera Laura Boldrini sta riuscendo nel difficile intento di passare come la peggior rappresentante delle Istituzioni di tutta la Storia Politica Italiana (superando di gran lunga anche Gianfranco Fini) impoverendo il suo incarico di interventi inutili come la femminilizzazione forzata di tutti i nomi degli incarichi pubblici, manco fossimo a Casablanca.
Assessora, Sindaca, Presidentessa e via farneticando, come se fossero questi i problemi delle donne oggi, come se fosse così che si conclude il percorso di parità dei sessi.
La presidente Boldrini ha dato il peggio di sè, riuscendo ancora a meravigliarci per la infinita quanto pericolosa dabbenaggine, incontrando, lo scorso 4 novembre, i bambini terremotati di Norcia, sotto una tenda-scuola e riuscendo a dire loro, mentre le porgevano disegni di benvenuta: “Adesso è come se siete in vacanza“.
Il gelo, non solo metereologico, è calato sugli astanti e la Boldrini ha ripreso il suo percorso tra le macerie, non solo quelle della sua carriera politica.
L’unica nota positiva è che grazie a lei stiamo capendo che il problema in Italia è proprio riservare posti di rilevante importanza pubblica non per i meriti ottenuti (e per essere politici italiani non ne servono davvero tanti) ma per le quote rosa, perchè si è donna (e non vorrei offendere le mie attente e affezionate lettrici paragonandole alla Boldrini) o quote azzurre.
L’unica quota che ci vorrebbe è quella grigia, ovvero un po’ di cervello, sia per uomini sia per donne.
Il direttore
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