1. Peter Banana e le Ciambelle di Corrado (acquista il libro qui)
Peter Banana prima di ripartire da Roma per andare in un altro paese del mondo, aveva bisogno di lasciare i suoi super poteri a qualche altro bambino e quindi si fece un giro di tutta la città coi suoi quartieri fino alla periferia.
Giunto in zona Pineta Sacchetti sentì delle voci di bambini festanti provenire da una piccola via interna. Tutto intorno era silenzio, i cortili delle case erano vuoti, le scuole già chiuse e gli adulti chiusi dentro i bar o peggio ancora a giocare in quei centri scommesse.
L’orecchio di Peter fu attratto da un piccolo cancello in legno che chiudeva sulla strada un piccolo cortile di un piccolo appartamento e dentro tanti, tanti bambini, maschi e femmine, di tutti i colori: a vigilare su tutto, e su tutti, un piccolo gatto bianco e beige con un occhio aperto ed uno chiuso per il sonno.
Peter si avvicinò al cancello e chiamò il primo bambino lì vicino: “Ehi – gli disse – ma che cosa c’è qui, un asilo famigliare, una casa famiglia, o una festa?”.
Il bambino tirò il pallone nel canestro e poi si avvicinò allo sconosciuto ragazzo e gli rispose: “No, nessun asilo o casa famiglia. E’ casa nostra e qui è sempre una festa, tutti i giorni”.
In fondo al cortile tante mamme si prendevano un tè mentre i bambini continuavano a giocare.
Peter ne contò almeno undici ma dato il continuo movimento era quasi impossibile stabilire il numero esatto dei presenti.
Una volta giunto il tramonto su Roma, sempre affascinante dietro i colli e nascosto tra i palazzi, Peter si accorse che in quella casa erano rimasti “solo” tre bambini ed il gatto sul cornicione.
Peter chiamò a sé i bambini, si presentò e li invitò a prendere una ciambella coperta di zucchero e disse loro: “Sono Peter Banana, ho bisogno di lasciare i miei super poteri a qualche bravo bambino di Roma. Ho visto che voi siete bravi, accoglienti, con tre caratteri diversi quindi siete perfetti per diventare miei collaboratori per questa città e per l’Italia.”
“Che cosa dobbiamo fare?” domandò Mauro, il più grande dei tre fratelli.
“Vi sarà detto al momento giusto – disse Peter Banana – quando incontrerete persone o situazioni che avranno bisogno di voi.”
“Ma come faremo – disse Massimo, il secondo fratellino – ad avere i tuoi poteri?”
“Bravo Massimo, bella domanda – lo accarezzò Peter – e quando sarete in situazioni di difficoltà dovrete restare uniti, pensare tutti assieme ad una soluzione del problema e molta forza la potrete attingere dentro di voi e dalle Ciambella di Corrado!”
“Ma quale Corrado – disse il fratellino più piccolo, Matteo – quello che ha la Pasticceria proprio qui di fronte a casa?”
“Sì proprio lui – rispose Peter – voi non lo sapete ma Corrado e Patrizia sono due miei lontani parenti e ho dato loro la ricetta per mettere nelle sue ciambelle i super poteri che io ricevo dalla Banana Prodigiosa che ho ereditato da mio padre che ha ereditato da suo nonno e via dicendo. Ogni mattina quando vi alzerete andrete al bar da Corrado a prendere le ciambelle prodigiose e quelle vi aiuteranno ad avere la forza necessaria ma solo quando sarà il momento di entrare in azione. Siete pronti?”
I tre piccoli Gibertin si guardarono l’un l’altro negli occhi e si strinsero in un forte abbraccio consapevoli della grande missione che veniva loro affidata ma sicuri anche che, grazie allo stare sempre uniti, avrebbero potuto superare qualsiasi difficoltà.
“Alcune persone vi aiuteranno in questa prima fase – disse Peter – a cominciare dai vostri genitori e da altre persone che già conoscete ma che, col tempo, scoprirete essere anche loro dei “super eroi”
“Chi sono, chi sono! Lo voglio sapere!” chiese Matteo con insistenza e ad alta voce.
“No caro Matteo, non ti posso dire tutto oggi. Lo scoprirai piano piano” sorrise Peter Banana.
“Come ci vestiremo per entrare in azione?” chiese Massimo.
“Bene Massimo. Ecco l’ultima fase. Per ognuno di voi ho preparato un vestito adatto alla missione che vi spetta. Aprite quei pacchetti dietro di voi”.
I tre piccoli Gibertin si voltarono e videro per terra tre pacchi con su scritto il loro nome mentre il gattino ci gironzolava attorno.
“E’ proprio inseparabile quel vostro gatto –chiese Peter – come si chiama?”
“Si chiama Karino – rispose Mauro – e sì, sta sempre con noi, ci accompagna anche a scuola il mattino!”
“Allora includeremo anche lui nel gruppo di Super Eroi, siete d’accordo!?” propose Peter.
“Sìììììììììì” risposero tutti in coro.
Mauro quindi aprì il suo pacco e trovò un vestito da pittore completo di tavolozza e basco da pittore e pennelli di ogni misura.
“Attento Mauro, non è un semplice vestito da Pittore. E’ un magico vestito da pittore. Ogni volta scoprirai un suo super potere. Indossalo e usalo sempre a fin di bene. Ricordati che la tavolozza è magica e sempre “umida” e quello che colorerai col cuore si realizzerà veramente. Ricordatelo” spiegò Peter.
Poi toccò a Massimo aprire il suo pacchetto e scoprire un completo da calciatore con tanto di pallone, scarpette coi tacchetti, e maglia numero 10.
“Anche tu Massimo – intervenne Peter Banana mentre il piccolo Gibertin aveva cominciato a palleggiare – sappi che quello non è un semplice pallone ma anche una sfera magica…scopri pian piano i poteri che il cuore e l’intelletto ti suggeriranno di utilizzare nelle varie situazioni.”
Infine Matteo, il più piccolino, aprì la carta del suo regalo mentre i fratelli più grandi in coro gli cantavano “Scarta la carta, scarta la carta, scarta la carta” e si ritrovò davanti ad un bellissimo vestito completo da Pirata dei Caraibi, simile a quello di Jack Sparrow e Jack Turner con tanto di benda, bussola e spada.
“Bravo Matteo, anche tu indossalo ma devi avere molta cura di quella spada e di quella bussola che non sono semplici così come le vedi” concluse Peter Banana.
Peter guardò i tre piccoli Gibertin tutti vestiti da super eroi, li chiamò a sé, li abbracciò e disse loro: “Ora siete pronti per cominciare la nuova avventura, andate, restate uniti e fate sempre ciò che vi dice il cuore e l’intelletto per il bene delle persone che incontrerete e dell’umanità”.
Peter abbracciò uno ad uno i fratellini facendo loro scivolare in tasca un piccolo oggetto di cui non si accorsero.
Salutò anche Karino e poi sparì così come era venuto lasciando nell’aria una inconfondibile striscia profumata al sapor di banana.
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