tra un cliente e l’altro, tra un miglio e l’altro,
rapito dall’invito immortale di Plinio,
e dal passo solenne del Carducci
che ancora riecheggia tra i sussurri liquidi del Clitunno.
Cammino nel silenzio, in attesa,
lasciando che l’acqua mi racconti la sua storia.
Poi, d’improvviso, un richiamo spezza l’aria:
uno starnazzo, rauco e vibrante,
mi raggiunge alle spalle, mi desta, mi chiama.
Mi volto, e lì, sull’acqua immobile come uno specchio,
un cigno reale, candido e sovrano,
avanza con passo d’onda e sguardo austero
e sembra anche lui lì da sempre
Mi affianca, mi segue, mi accompagna.
Io sul sentiero, lui sull’acqua,
in un dialogo inatteso, irreale,
dove ogni mio passo trova eco nel suo fluire,
ogni mio respiro nel battito impercettibile delle sue ali.
Un’ora rubata al frastuono del mondo,
un’ora donata alla bellezza che resta.
Nessun commento:
Posta un commento