martedì 6 gennaio 2004

I professori senza cattedra

Vi voglio parlare di una specie rara di essere umano, persona, che ho conosciuto a Campitello Matese.
Non è l’orso marsicano che qualcuno ha individuato “slalomando” sulle piste innevate.
Oggi vi voglio parlare dei professori senza cattedra.
Chi sono costoro?
Alcuni hanno l’aspetto longilineo e caricaturale di un Mussini qualunque. Si aggirano per l’albergo improvvisando giochi di prestigio e rendendo difficili anche le magie più semplici; si scherniscono davanti agli elogi od alla semplice enunciazione dei loro servizi ricoperti all’interno dell’associazione; stringono i denti quando sentono che dovrebbero fermarsi perché sanno che l’esempio è il primo professore senza cattedra; hanno sempre lo sguardo fiero ed ottimista; conoscono a memoria mille citazioni ma soprattutto non capisci mai quando è iniziata la loro lezione e quando è finita perché lo stare con loro, il solo incrociarli, può essere occasione per uno scambio di battute, serie o facete, bioetiche o biodegrabili col tempo.

I professori senza cattedra sono anche quei giovani che hanno iniziato il loro percorso nel Movimento per la vita più di dieci anni fa, hanno fatto tanti banchetti in mezzo alla strada delle nostre città, al freddo delle torri o sulle spiagge, nei centri storici e nelle feste di paese e poi si sono addentrati nei meandri delle “nuove frontiere della bioetica” ed hanno cominciato a sfogliare riviste specializzate ed a masticare e digerire libri e libri accompagnandosi con migliaia di lezioni e conferenze: ma restano professori senza cattedra perché sanno stare in mezzo ai ragazzi, da giovani in mezzo ai giovani, ma col desiderio e l’obbligo irrefrenabile di non tenere solo per sé quello che hanno appreso ma di portarlo ad altri.
Sono i professori senza cattedra, decine di giovani, da Milano a Gela, da Bologna a Teramo, da Cassino a Napoli, da Firenze a Pistoia che arricchiscono il gruppo giovani del Movimento per la vita italiano, lo rendono molto aperto, semplice, divertente ed insieme culturalmente preparato ed agguerrito per le sfide della bioetica.
Sono la realtà e la certezza del nostro gruppo giovani.
Io questi professori senza cattedra li conosco ad uno ad uno, conosco le loro storie, il loro passato, ma soprattutto conosco il loro presente e conto su di loro per il nostro futuro.
Io sono solo il direttore di questa scuola che non ha classi, bidelli ma è un insegnamento che si svolge ogni giorno a partire dall’andare nelle altre scuole, allo stare nelle feste di paese in camper, allo scambiare due parole con sconosciuti al tavolino di un pub.
La nostra ricchezza sono questi professori senza cattedra che come cattedra hanno avuto, ed hanno ancora, solo quel banchetto sgangherato montato di corsa ed esposto al passaggio della gente: lì siamo cresciuti in tanti, lì continuiamo a tornare e crescere ed è quello spirito che oggi, anche se più cresciuti e più maturi, ci fa restare così, semplici nel nostro entusiasmo, entusiasti nella nostra semplicità.


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