Vai Matteo vai! Stavolta non davanti al portiere per segnare, ma a Dubai per imparare, studiare, conoscere, esplorare questo mondo MERAVIGLIOSO.
Vai Matteo vai, riempiti gli occhi e il cuore a noi riempici di foto e video.
Vai Matteo vai, riempiti gli occhi e il cuore a noi riempici di foto e video.
Complimenti Gibbe2010 ora Gibbe22
Qui potete ascoltare e condividere tutta l'intervista.
Grazie Beatrice
E questa è una domanda che si ripropone di tanto in tanto e, come ben capite, la risposta non è mai la stessa.
Ora sono ancora in questa fase quindi sono venuto qui ancora a chiedertelo: Signore, che cosa vuoi che io faccia?
: *** *MARTEDI 11 NOVEMBRE 2025 in diretta su Radio Mater www.radiomater.org, dalle ore 21.10 alle 22.30, nel programma "Solocosebelle... ma di sera" di Giorgio Gibertini parleremo di "La Bellezza che salva e fa anche ridere" a tu per tu con BEATRICE FAZI
Potete partecipare con le vostre domande telefonando al 031646000 oppure inviando un messaggio di testo o via SMS o via Whatsapp al cellulare 3317914523 o mandando una mail a diretta@radiomater.org ****
Da 20 anni libraio e da 13 editore con già più di 800 titolo all'attivo e presto anche il mio "Cento domande a Dante e Centro Risposte" sarà pubblicato da Efesto.
Ascoltate, se volete, e diffondete questa intervista: oggigiorno è ancora possibile "vivere" di libri.
: *** *MARTEDI 28 OTTOBRE 2025 in diretta su Radio Mater www.radiomater.org, dalle ore 17.45 alle 18.45, nel programma "Solocosebelle" di Giorgio Gibertini parleremo di "Il bello di essere, oggi, un Libraio" con Alfredo Catalfo, fondatore Libreria Efesto."
Potete partecipare con le vostre domande telefonando al 031646000 oppure inviando un messaggio di testo o via SMS o via Whatsapp al cellulare 3317914523 o mandando una mail a diretta@radiomater.org ****Nei giorni scorsi, le cronache hanno raccontato di un audace furto al Louvre e ci abbiamo riso su per giorni grazie al fantastico mondo dei meme che si trovano in internet.
Oggi, i dati ci rivelano un paradosso: la teca più osservata del museo, dopo la riapertura, è proprio quella che custodisce… un’assenza. Dove prima scintillavano gioielli inestimabili, ora ci sono solo velluti logori e supporti metallici curvati a sorreggere il nulla. Eppure, la folla accorre, si accalca, punta il telefono verso quella teca vuota.
La Domanda è inevitabile: perché?
Perché siamo attratti dal luogo del delitto, dal segno lasciato da un evento traumatico? Certo, l’empatia per la vittima (in questo caso, l’opera d’arte) si mescola a una sottile fascinazione per l’audacia del “criminale”. Ma c’è molto di più.
È facile bollare tutto come l’ennesima follia da social network, dove l’importante è essere stati lì e averlo documentato. Eppure, credo che questo pellegrinaggio di massa nasconda un bisogno più profondo, quasi inconscio.
Quel vuoto nella teca non è solo uno spazio fisico. È diventato:
Uno Specchio. Un gioiello ci affascina con la sua perfezione materiale. Una teca vuota, invece, ci rimanda a noi stessi. Ci costringe a interrogare la nostra percezione: cosa c’era qui? Com’era fatto? Perché non l’ho osservato abbastanza? Quel vuoto diventa il riflesso dei nostri ricordi, delle nostre lacune, della nostra fragilità mnemonica di fronte alla bellezza data per scontata.
Un Santuario del Possibile. I gioielli rubati non sono più oggetti definiti. Sono sfuggiti alla teca, alla didascalia, alla loro fissità museale. Sono tornati ad essere un’idea, un mito, un’assenza che contiene infinite possibilità. Nella nostra epoca iper-saturata di immagini e presenze, l’assenza è diventata l’unico spazio di mistero e immaginazione autentici. Ognuno può immaginare quei gioielli più belli, più grandi, più splendenti di quanto non fossero in realtà.
Un Monumento all’Effimero. Andiamo a vedere la prova che nulla, neanche ciò che è ritenuto eterno e sicuro come un tesoro al Louvre, lo è davvero. Quel vuoto è una lezione di filosofia esistenziale: tutto può svanire. La solidità della teca di vetro è un’illusione. E noi, testimoni di questa scomparsa, cerchiamo forse di dare un senso alla nostra transitorietà attraverso la sua.
Alla fine, non facciamo la fila solo per un selfie. La facciamo per toccare con mano un paradosso: che a volte è l’assenza a dare più significato della presenza. Che la mancanza ci unisce più del possesso. Che un supporto di velluto senza il suo gioiello, raccontando una storia di perdita, ci ricorda il valore di ciò che abbiamo prima che svanisse.
Andiamo al Louvre per vedere il vuoto perché, in un mondo pieno fino a scoppiare, quel vuoto è l’unica cosa che, paradossalmente, ha ancora qualcosa da dire. È il silenzio più eloquente di tutto il museo, un silenzio da vivere e ammirare.
https://www.ilcentuplo.it/2025/10/24/in-coda-al-louvre-per-vedere-il-vuoto/
L’ultima solenne assemblea di Sichem, al termine del Libro di Giosuè, si chiude con un atto di una semplicità disarmante e, al tempo stesso, rivoluzionaria. Dopo che il popolo ha riaffermato il suo impegno a servire il Signore, Giosuè prende una grande pietra e la innalza “sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore”.
A questo punto, la frase chiave, quella che ci interroga oggi, irrompe nel testo:
Giosuè 24:26-27: “Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio; prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore. […] Giosuè disse a tutto il popolo: «Ecco, questa pietra sarà una testimonianza per noi; perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha dette; essa servirà quindi da testimonio contro di voi, perché non rinneghiate il vostro Dio1».”
Una pietra può udire? Un albero può testimoniare? Certo che sì, se la loro funzione è incarnare la Memoria, la Stabilità e l’Inconfutabilità del patto umano con il Divino.
*MARTEDI 14 OTTOBRE 2025 in diretta su Radio Mater www.radiomater.org
, dalle ore 21.10 alle 22.30, nel programma "Solocosebelle... ma di sera" di Giorgio Gibertini parleremo di ""La Bellezza Nascosta di Pompei: la "Santa" Contessa che fece Santo Bartolo Longo" INTERVISTA ad Attilio Pepe scrittore.