A volte non vado di fretta.
Il treno entra in stazione, tutti si alzano agitati dai loro posti, prendono goffi le valigie sopra le cappelliere, ci sbattono contro, si infilano nervosi la sigaretta già in bocca, avvisano qualcuno della posizione parlando al cellulare col loro accento di partenza, si incolonnano per scendere per primi e correre alla coincidenza per non perderla.
A me invece, quando non vado di fretta, piace restare seduto al mio posto e salutare il mio vicino di viaggio, osservare tutte le scene appena descritte ma soprattutto ascoltare il treno che finalmente tace, le rotaie che non stridono più, i giunti meccanici che allentano la tensione.
Lascio per qualche attimo tutto al suo posto finché il vagone si svuota e, prima che inizino a circolare gli addetti alle pulizie, mi alzo e scendo anche io soddisfatto per essermi goduto il viaggio, dalla partenza all'arrivo, ed essermi premiato e rigenerato con quel momento di silenzio esteriore che è anche pace interiore.
A me piace la vita così, quella senza fretta.