Inutile la tua vita?
Sei nato a mezzogiorno, di un
venerdì. Senza grandi clamori, alla svelta, senza farmi soffrire troppo. Avevi
gli occhi chiusi, la lingua penzoloni. Ti guardai e pensai: - com’è brutto! –
ma non ebbi il coraggio di dirlo e dissi: - com’è piccino!
Le cose, col tempo, non miglioravano. Tutti sapevano,
intorno a noi, meno tuo padre ed io. Ci mandarono da un medico famoso. Quando
tornai a casa, ti rimisi nella tua culla, ti guardai e pregai: “Signore, Dio
dà, Dio toglie: riprenditelo ora. A che serve la sua vita inutile?”. Perdonami,
figlio mio.
Ti chiesi perdono allora, subito,
e ti chiedo perdono ora. Inutile la tua vita?