Mi urge una doverosa precisazione sul mio post di qualche giorno fa dal titolo "Dove non avrei mai pensato".
Sono stato volutamente criptico ma conosco le regole del gioco: un post pubblico non è più privato quindi agli oltre 700 lettori di quello scritto, ma soprattutto agli amici e parenti che si sono preoccupati, aumentando ansie e problemi, indirizzo questa spiegazione.
Stiamo facendo per Paolo, il bambino che abbiamo in affido, tutte le pratiche per l'invalidità civile. L'ho quindi accompagnato, per la visita di verifica, presso la Commissione Medica Integrata dell'INPS e qui mi sono imbattuto in una realtà che mi ha sconvolto e scombussolato (prima di essere felicemente devastato) fatta di persone senza gambe, malati psichiatrici e madri ottantenni consumate da una vita dietro al proprio figlio e alla burocrazia italiana.
Ho proiettato la mia vita e quella di nostro figlio e mi ha colto il dolore di padre ma, essendo anche scrittore, ho come catarsi questa, di scrivere e ho buttato giù quelle quattro righe affidandole a tutti voi.
Ringrazio i tanti che han voluto sapere ma soprattutto quelli che si sono subito messi a supportare la mia pochezza, e debolezza, con continue preghiere: non smettete.
Mi spiace aver creato panico tra gli amici e dissapori in chi magari ha disgrazie più grandi ma qui non si tratta di fare una gara del dolore: questo è il mio blog e qui c'è la mia vita con le sue gioie e i suoi dolori.