Cosa chiede il Cav di Roma ad Alemanno
Decennale. Sono 226 i bambini venuti alla luce
di Tempi
Sino
al 1988 a Roma, città con più di tre milioni di abitanti, non esisteva
alcun Centro di aiuto alla vita. In quell’anno, su desiderio e
promozione di don Nicola Mariangeloni nacque il Cav proprio all’interno
dell’ospedale Sant’Eugenio. Con il semplice passaparola tra amici,
medici, infermieri e volontari, le adesioni in poco tempo si fecero
cospicue. Dal 2000 all’inizio del 2009 è stata la dottoressa Miranda
Lucchini a trasformare la struttura in un centro di grande serietà
professionale con collegamenti con molte strutture pubbliche e private
di Roma e con le fondazioni bancarie. Dal 12 gennaio 2009 il nuovo
presidente è Giorgio Gibertini, volontario per la vita dal 1989,
coadiuvato, tra gli altri, da Valerio Lattanzio, delegato ai rapporti
con la Chiesa. Tra gli obiettivi dei prossimi anni, oltre al
rafforzamento dell’esistente, il Cav punterà alla ricerca di una sede
più spaziosa, ad un corso per diventare volontari e all’aiuto
psicologico specializzato sul post aborto. In dieci anni di attività
sono stati ben 226 i bambini venuti alla luce e 303 le mamme assistite.
«Il mio desiderio più grande – spiega Gibertini a Tempi – è di far sì
che il Comune di Roma riconosca il nostro lavoro come un servizio
comunale. Non voglio rassegnarmi all’idea che lo Stato è per l’aborto
ed il privato per la vita. Confido nel sindaco di Roma da cui
attendiamo due risposte: una convenzione col Comune per essere
valorizzati come risorsa cittadina; un accordo per trovare uno spazio
in un cimitero di Roma per dare degna sepoltura ai bambini che vengono
uccisi dall'aborto». [fc]
su Tempi