giovedì 25 novembre 2010

La Riforma dell'Università in pillole

Quando penso alle riforme proposte dal Governo sono sempre convinto di due cose almeno: una, il Governo non le sa spiegare bene; due, la gente (in questo caso gli studenti), protestano senza neanche averle lette.
Tutti gli studenti in questi giorni in Piazza sanno per che cosa stanno protestando?
Che cosa vogliono oltre all'entrare al Senato caschi in testa ed armati di uova?
Volendo, e provando, a fare un servizio alla verità nella libertà (i due fari guida di me giornalista), sintetizzo alcune delle proposte contenute nella Riforma dell'Università in discussione alla Camera:
  1. taglio delle facoltà. Fusione degli atenei più piccoli e razionalizzazione delle facoltà, che per ogni ateneo non potranno essere più di dodici 
  2. fissata ad 8 anni la durata massima dei mandati dei rettori introducendo la possibilità di sfiduciare i magnifici 
  3. per i ricercatori nuovi contratti a tempo determinato (minimo 3 massimo 5 anni) al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido dall'ateneo sarà confermato a tempo indeterminato 
  4. per accedere ai ruoli di docente ordinario o associato diventa indispensabile l'abilitazione scientifica nazionale, una sorta di concorso unico a cadenza annuale 
  5. gli atenei dovranno dotarsi di un codice etico sul reclutamento e sull'attività dei docenti universitari 
  6. istituzione di un Fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di studio e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore 
  7. cambia infine il sistema di assegnazione dei fondi per la ricerca 
Non mi sembrano male come idee no? Tutti ci lamentiamo che l'Università italiana è al posto n.100 tra le migliori università del mondo...e poi non vogliamo migliorarla e risalire la classifica.
Andiamo avanti.
Approviamo la riforma.
Sperimentiamola per qualche anno prima di giudicarla pregiudizialmente.

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