Faccio i compiti con mio figlio.O meglio, lo osservo fare i compiti, leggere le prime sillabe ed attendere un mio imboccamento, un aiutino. La tentazione di farlo è altissima ma bisogna trattenersi. La parola è ROMA o MARE. Riconosce le lettere. Le sa leggere a coppia. R + O si legge RO, M + A si legge MA quindi come si legge tutta la parola? E via dicendo per una paginata intera di consonanti,
vocali, bisillabi. Le legge e poi alcune deve riscriverle. Per esempio la I si può scrivere in quattro modi, due per il maiuscolo e due per il corsivo.
Non me lo ricordavo neanche io che poi ho pessima grafia e spero che Mauro non abbia ereditato da me anche questo pur se alcune evidenze sembrerebbero confermare questa mia idea.
Suor Giuliana è tranquilla.
Alla prima riunione a scuola dopo un mese ci dice chiaramente che per loro è ancora la fase del "fine materna" e devono ancora entrare nell'ottica della scuola, dello stare sempre seduti, sempre attenti. Il livello di attenzione è di circa 15 minuti e ci dice che non c'è da preoccuparsi per le prime lettere, e consonanti, scritte che sembra arabo, ma arabo non è.
Sorride e mi ritrovo nella parte del genitore apprensivo.
Non ricordavo fosse così difficile imparare a leggere e scrivere (chissà ad insegnarlo!), fare quella cosa che ogni momento mi viene semplice ed automatica e che ci dà da vivere. Lo racconto a mio figlio per provare a trasmettergli l'importanza, e l'entusiasmo, su quello che sta facendo: riempire righe e righe di lettere ed arrivare alla fine con la mano stanca, la matita spuntata e la voglia di andare, dopo solo dieci minuti, a giocherellare coi fratellini che non riescono a mantenere il silenzio necessario in questo suo nuovo mondo.
Impara a leggere, e poi a scrivere: è un altro passi per la tua crescita, per la tua libertà, per la tua indipendenza.