venerdì 14 ottobre 2011

Due anni fa Babbo.....farà sempre freddo il 13 ottobre di ogni anno senza di te

Due anni fa sei morto, babbo, Enzo. Stasera fa ancora caldo su Roma ma nel tornare a casa ho risentito quella lama di freddo che mi ha trafitto l'anima quando Sara, sulla porta, mi ha aspettato ed in lacrime mi ha detto che eri morto.
Farà sempre freddo il 13 ottobre di ogni anno senza di te, Babbo, e siamo già a due anni.
Dicono che il tempo cura le ferite. Chi lo dice?
Noi dobbiamo ringraziare la vita che cura le ferite, il tempo so solo che scorre e si porta con se un "già": già due anni, e sembra ieri che eri qui, Babbo.
Io penso che le tante cose da fare distolgano il pensiero dal fatto che non ci sei: tutto qua. Poi il tempo che non ci è donato di passarlo assieme è un dolore quotidiano e nulla lo fa attenuare.
Pensa a Matteo, Babbo. Non l'hai conosciuto. Compie in questi giorni 14 mesi, cammina, chiama tutti e tutto "mamma" e sarebbe toccata anche a te la stessa sorte: a lui come racconteremo di te?
Ecco che cosa ci porta il tempo.
Il dolore di nuovi figli che non ti hanno conosciuto. La gioia di nuovi figli che non ti hanno conosciuto e ci obbligano ad andare avanti e magari saranno proprio Mauro e Massimo a parlargli di te, od i miei scritti che si fanno sporadici soprattutto quando vorrebbero parlare di te.
E' cambiato tanto, Babbo, anche a casa tua.
Ormai noi "alloggiamo" in quella che era la tua stanza dove ti immergevi a vedere la televisione in un tutt'uno con la poltrona.
Quella poltrona dove affaticato non sei riuscito a prendere in braccio Massimo, l'ultima volta, e lì ho capito che non saresti più tornato indietro....
Sono passati due anni, già passati due anni, abbiamo spostato la poltrona, fatto spazio anche nella tua officina che ora è vuota ed è peggio perchè quegli attrezzi e quello sporco disordine ci parlavano di te e della polvere di ferro che ci hai fatto respirare per lungo tempo e che aveva quell'odore acre a tratti penetrante.
L'officina è vuota eppure anche quel vuoto ci parla di te.
Un giorno tra quegli scaffali ho ritrovato un mio libro, l'ultimo proprio quello sulla morte, che avevi letto e lasciato lì da qualche parte: non ho osato spostarlo. Parla di te anche lui che ha impresso nelle pagine le tue impronte digitali, traccia indelebile per sempre.
Sono cambiate tante cose, inutile che te le racconti, le vedi e le segui ogni giorno mentre noi, in tutt'altre faccende affacendati, spesso non sentiamo la tua presenza e ci fa bene la ricorrenza e quella lama di freddo che mi entra dentro.
Lo vedi Matteo, nonno, anche lui avrebbe bisogno di te.....ora che cammina e la sua mano cercherebbe la tua volentieri....
In questi giorni è morto il fondatore della Apple, anche lui spedito lassù dal tuo stesso male che non guarda in faccia a nessuno, nè ai giganti buoni, né ai giganti ricchi.
Che Giusta la giustizia divina, ci fa tutti uguali davanti a Dio Padre e le stesse braccia che hanno accolto te si sono allargate per Jobs.
Babbo, stanotte sarà strana per noi....
non siamo in viaggio a due gradi sotto zero verso Venarotta....
ma l'anima fredda nostra cerca di volare da te e non riesco a scaldare quella mia, figurati come posso fare con quella della tua Sara, la tua piccolina che ora provo a custodirti io....
Aiutami sempre Babbo, non ad essere come te che non ce la farò mai ma almeno a provarci....
Parlami del Paradiso, se puoi, questa notte....dimmi che esiste e che se ci comportiamo bene, ci potremo davvero un giorno ritrovare....
Parlami tu che io ti possa ascoltare....
Ha ragione Stefano: in alto i calici, festeggiamo questo tuo "secondo compleanno in Paradiso": saresti più contento di riconoscerci così!
Cin!

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