Sono ancora scosso dalla notizia di ieri riguardante la perquisizione, anche corporale, subìta dalla collega Anna Maria Greco (che non conosco ma con cui solidarizzo). Leggo e rileggo il suo racconto, misto di rassegnazione e serenità, come deve aver vissuto quel momento. Rassegnazione perché forse si aspettava, come tutti i cosiddetti giornalisti di Destra, che quel suo articolo le avrebbe portato qualche problema, magari non quella di essere costretta, davanti ai figli, ad andare in bagno e denudarsi per la perquisizione corporale di una Carabiniera. Serenità dovuta all'aver semplicemente svolto il suo lavoro senza infrangere le regole. Anna Maria Greco non la conosco se non tramite i suoi scritti ma mi sono domandato, tutto il giorno, e penso che sia una domanda comune a tutti quelli che fanno questo mestiere: e se capitasse a me? Io non li farei entrare a casa mia, davanti ai miei figli, per essere poi guardato con sospetto anche da loro pur essendo ancora troppo piccoli. Ma posso non far entrare in casa i Carabinieri con mandato di perquisizione? Non conosco bene la Legge, chiedo a voi lumi però riporto quello scritto ieri da Il Giornale nell'articolo di Anna Maria Bernardini De Pace (che invito a leggere) la quale sicuramente se ne intende più di me: " Il codice di procedura penale all’art. 352 dice «nella flagranza del reato o nel caso di evasione, gli ufficiali di polizia giudiziaria procedono a perquisizione personale o locale quando hanno fondato motivo di ritenere che sulla persona si trovino occultate cose o tracce pertinenti al reato che possono essere cancellate o disperse, ovvero che tali cose o tracce si trovino in un determinato luogo o che ivi si trovi la persona sottoposta alle indagini o l’evaso… ». Anna Maria Greco non è l’indagata. Certamente non stava commettendo alcun reato al momento della
perquisizione, né stava «evadendo» dal Paese, dal carcere o da chissà dove. Era a casa sua con la sua famiglia, dormiva ancora, racconta lei, quando, di primo mattino, sono comparsi i carabinieri i quali, dopo avere rovistato, investigato, frugato per tutta la casa, sequestrato persino il computer del figlio, l’hanno fatta spogliare e sottoposta a perquisizione corporale. Al fine, secondo il codice, di trovare su e dentro di lei «tracce o cose occultate pertinenti al reato». Cosa, per esempio? Un dossier? Una chiavetta usb o un cd? E dove? Non mi fate essere volgare! Non essendo l’indagata e non trovandosi in flagranza di reati, all’evidenza la giornalista è stata considerata un luogo, un nascondiglio e testimonianza del reato.
Sono scosso, forse allibito, un poco impaurito certo deluso e preoccupato per questa intimidazione e per questa violazione della persona, dell'intimità, della dignità e della professionalità di una cittadina qualunque, non di una giornalista di destra.
A casa mia col caos di tre bambini i Carabinieri farebbero fatica a reggersi in equilibrio... ma questo clima sta rendendo a tutti difficile mantenere l'equilibrio in ogni situazione
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