Oggi, grazie all'iniziativa del Governo (lo stesso di due anni fa) è la prima giornata nazionale sugli Stati Vegetativi e quindi ovunque potete leggere qualcosa di interessante e di stimolante sulla cultura della vita anche nei casi estremi in cui l'unico contatto col mondo è un battito di ciglia che non si sente ma che ha bisogno del nostro aiuto per fare rumore.
Non ho letto da nessuna parte e quindi lo voglio ricordare io dal mio piccolo spazio di Libero giornalista alcun fatti politici, prima di entrare con un altro articolo su quelli etici, che ritengo importanti.
Anzitutto il Governo, consiglio dei ministri all'unanimità, nel pieno della bufera mediatica che spingeva a sacrificare Eluana sul tavolo del relativismo etico, il 6 febbraio 2009 (tre giorni prima della morte della ragazza) varò un decreto per interrompere il protocollo di sospensione dell’alimentazione artificiale, già iniziata alla Casa di cura ‘La Quiete’ di Udine.
Silvio Berlusconi (lui, lo stesso sempre sotto accusa per questioni private) dichiarò:
"Non voglio la responsabilità della morte di Eluana".
Ve lo ricordavate questo?
Ricordiamoci però anche che subito il presidente Napolitano cominciò a far sapere che non avrebbe firmato il decreto perchè non sussistevano i presupposti di necessità ed urgenza.
Berlusconi spiegò ancora che nel caso di Eluana «sussistono i presupposti di necessità e urgenza, presupposti che sono affidati alla responsabilità del governo: poi spetta al Parlamento decidere se confermare o meno questi presupposti». «Eluana è una persona viva - ha aggiunto Berlusconi - respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire». Il premier ha poi criticato l'atteggiamento di Napolitano: «Con la sua lettera si introduce una innovazione: il capo dello Stato in corso d'opera del Cdm può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento. Per questo abbiamo deciso all'unanimità di affermare con forza che il giudizio è assegnato alla responsabilità del governo. Se il capo dello Stato non firmasse e si caricasse di questa responsabilità nei confronti di una vita, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in due o tre giorni una legge che anticipasse quella legge che è già nell'iter legislativo».
Sappiamo tutti come è, purtroppo, finita.
Napolitano no ha firmato. La Legge è ancora lì da venire. Eluana è morta.
Napolitano, da tanti elogiato in questo periodo per la sua presunta "imparzialità", a me quel giorno non è per nulla piaciuto, quel giorno si è schierato dalla parte della cultura della morte.
Salvare Eluana e dare un segnale di attenzione agli altri 2500 Eluana presenti in Italia non aveva i presupposti di necessità ed urgenza, caro presidente?
Concludo ricordandoci che già allora Napolitano ricevette l'appoggio di Fini colui che poi ha fatto di tutto per fermare la legge, discussa anche questa e sicuramente non perfetta, solo perchè a lui, o meglio al suo cognato ed a Elisabetta, non va bene.
Eluana, oggi ti voglio ricordare anche così.
Berlusconi spiegò ancora che nel caso di Eluana «sussistono i presupposti di necessità e urgenza, presupposti che sono affidati alla responsabilità del governo: poi spetta al Parlamento decidere se confermare o meno questi presupposti». «Eluana è una persona viva - ha aggiunto Berlusconi - respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire». Il premier ha poi criticato l'atteggiamento di Napolitano: «Con la sua lettera si introduce una innovazione: il capo dello Stato in corso d'opera del Cdm può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento. Per questo abbiamo deciso all'unanimità di affermare con forza che il giudizio è assegnato alla responsabilità del governo. Se il capo dello Stato non firmasse e si caricasse di questa responsabilità nei confronti di una vita, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in due o tre giorni una legge che anticipasse quella legge che è già nell'iter legislativo».
Sappiamo tutti come è, purtroppo, finita.
Napolitano no ha firmato. La Legge è ancora lì da venire. Eluana è morta.
Napolitano, da tanti elogiato in questo periodo per la sua presunta "imparzialità", a me quel giorno non è per nulla piaciuto, quel giorno si è schierato dalla parte della cultura della morte.
Salvare Eluana e dare un segnale di attenzione agli altri 2500 Eluana presenti in Italia non aveva i presupposti di necessità ed urgenza, caro presidente?
Concludo ricordandoci che già allora Napolitano ricevette l'appoggio di Fini colui che poi ha fatto di tutto per fermare la legge, discussa anche questa e sicuramente non perfetta, solo perchè a lui, o meglio al suo cognato ed a Elisabetta, non va bene.
Eluana, oggi ti voglio ricordare anche così.
5 commenti:
Coloro che hanno ideologie apprese da Stalin, Hitler e Mussolini o dai vari dittatori comunisti o fascisti , possono capire l'amore per l'essere umano e il valore della vita? La vita è un dono che viene da Dio va rispettata ed amata in special modo quella degli altri.
Brava... o bravo!
Ci sono cose migliori da fare, piuttosto che scrivere articoli insensati come questo.
Una delle poche cose buone che ha fatto. Un pò di pietà.
In Uno Stato Denocratico fondato sul diritto- ci sono delle regole -anche per un Presidente- Aggiornati.-
Altrimenti sei come B. che voleva l'"assoluzione" da una condanna senza fare domanda con le motivazioni al Presidente.!!
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