Un giorno che è per la DONNA, per ricordare i diritti troppo spesso negati, le sofferenze taciute, i crimini commessi, la storia e le conquiste sociali, la lotta per la libertà di essere, ma che ci deve far ricomprendere nello stesso spirito di salvaguardia, i diritti di TUTTI, dei fragili soprattutto, di chi è in difficoltà per i motivi più diversi, di chi non ha voce per reclamarli.
E se il tutto viene simbolicamente sottolineato da una pioggia di fiori, lo trovo meraviglioso. La primavera si avvicina e mi piace pensare al ciclo di questa stagione di eterna rinascita, come lo spirito giusto per rivedere e ricostruire una civiltà secondo i dettami di maggiore comprensione, sicurezza, razionalità, universalità di valori.
Che i diritti naturali siano sempre prioritari, che la ricchezza non sia mai il fine, ma uno strumento di benessere per tutti.
Quando i discorsi si fanno complicati, il non senso, la rabbia, i poteri occulti imperano soffocandoci, l'informazione non illumina, ma stordisce, allora la società più che mai ha bisogno di semplicità e chiarezza.
Mi piace riportare oggi un antico (461 a.C.), ma ancora validissimo discorso: L’ULTIMO DISCORSO DI PERICLE AGLI ATENIESI
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Serenella Fucksia
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