Un vincitore, ma di quelli veri, c’è , dopo questa tornata elettorale e si chiama: Democrazia! Complimenti! Complimenti a tutti quelli che hanno gareggiato. Dall’ultimo, Gianfranco Fini, al primo, Beppe Grillo. Se c’è un vincitore è anche facile fare una analisi dei fatti.
I dati certi: Gianfranco Fini, dopo quasi 30 anni, non siederà più in Parlamento pagando, finalmente, tutte le sue giravolte, i cambi di casacca, i cambi di famiglia, i tradimenti e via dicendo. Non possiamo neanche dire: finalmente si dovrà trovare un lavoro perché in questi anni ha accumulato abbastanza da mantenersi a continuare a fare nulla, ma almeno non ce lo vedremo pontificare da Monte Citorio o da Palazzo Madama.
Ci siamo liberati anche di Di Pietro e di tutti i suoi. Certo, il Parlamento perde un comico paroliere di professione che speriamo non torni a far danni in Magistratura ma anche lui si goda il suo orticello e le 52 abitazioni da visitare una per settimana.
Monti è stato sconfitto. L’alleanza con Casini e Fini è stata letale, ma soprattutto le sue politiche vessatorie verso le fasce medie e deboli della società non l’hanno tenuto al riparo dello “tsunami”. Casini si salva per un soffio e spero che questo soffio sorregga almeno qualche vero deputato cattolico presente in quel partito.
Il PDL si salva dallo sfascio, diventa determinante per le alleanze o per l’ingovernabilità, grazie sempre ed ancora al suo instancabile leader Silvio Berlusconi. E’ ora che i tuoi ragazzi imparino a volare senza il tuo jet privato, Silvio, altrimenti prima o poi anche tu dovrai registrare una sconfitta. Ma sono sicuro, caro Silvio, che se tu avessi completato il rinnovamento del PDL promesso, epurandolo non solo dai condannati ma anche dai soliti noti, ed avessi quindi riempito le liste di gente comune e del territorio, il PDL avrebbe preso molti più voti ancora.
Il PD di Bersani esce sconfitto ma lo avevamo capito il giorno dopo le primarie. Come spesso accade il giorno di apogeo coincide con l’inizio della discesa: finite le primarie si è capito che sarebbe stato il solito PD, capace di farsi male da solo, e perdendo 15 punti percentuali di vantaggio. A favore di chi? Di Grillo. Ci fosse stato Renzi si sarebbe cominciato un processo non traumatico di rinnovamento della Democrazia italiana…invece sono qui a leccarsi le ferite.
Il vero vincitore, assieme alla Democrazia italiana, non è il partito degli astenuti, sempre consistente, ma il partito Movimento 5 stelle che diventa la prima realtà politica italiana mettendo paura ai tradizionali schieramenti che saranno costretti ad allearsi, e rinnovarsi, se non vogliono essere travolti al prossimo giro visto che questa volta se la sono cavata per un pelo. Grillo secondo me ha avuto un solo difetto: non ha fatto conoscere i suoi candidati. Mi spiego. Io non avrei mai votato per Grillo (mi fa paura, l’ho scritto) ma alcuni suoi candidati (ad esempio Fucksia nelle Marche) per quello che “casualmente” si è venuto a conoscere, sono stati meritevoli di voto indipendentemente dal loro leader. Se Grillo avesse fatto conoscere di più le persone ai primi posti della sua lista, forse avrebbe meno incentrato su di sé il voto (riecheggiando Berlusconi) e presentato persone e non simil burattini.
Il quadro è molto chiaro. Che poi governare l’Italia sia difficile (per alcuni “inutile”) lo si dice dal tempo di Carlo Cudega.
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