Il finanziere con la pistola in mano è il romanzo dell'Italia per bene, dell'Italia che mantiene la calma, dell'Italia che non sfascia ma costruisce, dell'uomo che è padre, figlio e fratello e non violento, vile, teppista.
Le immagini del finanziere italiano aggredito da una decina di teppisti hanno fatto il giro del mondo. Prima gli sfilano il casco, gli rubano i guanti, lo gettano a terra malmenandolo e tentano di rubargli la pistola dalla fondina. Il finanziere, a terra, prende la pistola in mano ma non spara per difendersi, soltanto tiene stretta la pistola per non farsela rubare, per non far si che raggiunga le mani dei violenti che stanno aggredendo lui per aggredire lo Stato ed il loro stesso futuro.
Il finanziere con la pistola in mano tiene la canna puntata a terra, subisce i colpi ed aspetta i soccorsi dei suoi colleghi.
Ovviamente qualcuno sta già dicendo che è tutta una ricostruzione fantasiosa e ci sarà chi dirà che Berlusconi ha inventato anche questa storia e che a pestare il finanziere erano i suoi colleghi per provocare la reazione: lo stanno già scrivendo su alcuni blog.
Chi è, come si chiama, boh, non lo so e non mi interessa neanche. Vorrei che il Ministro dell'Interno lo premiasse per aver saputo mantenere la calma anche in un momento in cui stava rischiando la vita, fedele alla divisa, fedele all'Italia, fedele al popolo.
Non come quelli che si sono mischiati agli studenti premeditando atti di terrorismo: speriamo siano incarcerati e che paghino anche i danni provocati alla Capitale, danni fisici e morali.
Il finanziere con la pistola in mano è il romanzo dell'Italia per bene ed è grazie a quelli come lui, che a volte ricoprono anche incarichi di Governo, che il paese va avanti, nonostante tutto, e non si trasforma in una perenne guerra civile.
1 commento:
16 dicembre: 22 teppisti scarcerati e 1 ai domiciliari. Non servono commenti.
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