venerdì 7 settembre 2007

EMBRIONI CHIMERA E MINOTAURI

Embrioni-chimera": storie di minotauri da Creta alla Gran Bretagna.
di Giuseppe Salsarulo - 30/03/2007
Fonte: labcom [scheda fonte]

Chi di noi ha potuto studiare la mitologia greca si è divertito a leggere come nel salvare Arianna, figlia di Minosse, Teseo uccise il Minotauro e uscì dal labirinto costruito da Dedalo grazie al celebre “filo”…Il Minotauro era una bestia mostruosa di forme antropomorfe, ma con il capo taurino, nato dall’unione perversa tra Pasifae, moglie di Minosse, e un toro.
Tutto ciò è, naturalmente, un grande mito proprio della cultura classica studiato da chiunque si interessi almeno minimamente di approfondire le radici della cultura occidentale. Accade, però, che con ogni probabilità la comunità scientifica contemporanea e i componenti del governo britannico non abbiano frequentato il liceo classico o qualcosa di assimilabile ad esso.
Se così fosse stato, infatti, avrebbero riso alla proposta orribile di creare i cosiddetti “embrioni-chimera” e avrebbero sbattuto la porta in faccia al primo signore che certo della propria sanità di mente e della propria autorevolezza di uomo di scienza avesse avanzato una proposta dal
genere.
Così non è andata e apprendiamo dalla stampa anglosassone come il governo britannico non si opporrà alla creazione in laboratorio di embrioni uomo-animale per le ricerche sulle staminali .
Si tratta della creazione di embrioni fatti di parti di specie diverse, una umana, l'altra bovina. Da questo verrebbero tratte cellule staminali che potrebbero risultare utili per la cura di malattie come l'Alzheimer o il Parkinson. Per chi voglia sperare di non aver capito bene non c’è possibilità di scampo: embrioni mezzi uomini e mezzi tori.


In realtà sembra che le cose siano leggermente diverse, infatti la percentuale di materiale genetico umano sarebbe del 99.9% mentre quella animale sarebbe dello 0.1%. La necessità di rivolgersi a questa tecnica deriverebbe dalla insufficienza di donne donatrici di ovociti, in quanto i trattamenti ormonali necessari sono di forte impatto sul fisico. Quindi, detta con semplicità, prendiamo gli ovociti delle vacche, ci mettiamo il seme dell’uomo, operiamo in maniera tale da far risultare la componente genetica umana al 99% e poi facciamo crescere l’embrione.

Il punto di difetto è sempre lo stesso: cosa è l’embrione?
A proposito la domanda dovrebbe moltiplicarsi:


1. cosa è l’embrione in generale?


2. cosa (o chi) è l’embrione umano?


3. cosa è l’embrione chimera?
Non bisogna dimenticare la domanda di fondo: l’embrione vive? A queste domande dovrebbe decidersi a dare una risposta esaustiva la comunità scientifica, ma finché ciò non accade dovremo “accontentarci” degli strumenti della logica. Tutti conoscono la macro-distinzione tra esseri animati e esseri inanimati. I primi hanno la peculiarità di “nascere”, “crescere”, “riprodursi” e “morire”; in pratica, “vivere”. Questi tre stati accomunano tutto ciò che viene classificato come essere vivente, dalle piante ai cani, dai funghi agli uomini. Sembra un’ovvietà, ma ci è utilissima e forse tanto ovvio non è, visto che la maggior parte degli scienziati stessi sembra non tenerne conto. Se è vero che questa è l’unica definizione che possiamo dare di vita, dobbiamo tentare di applicarla all’embrione, ricorrendo per l’appunto agli strumenti della logica.
L’ embrione si forma dall’unione tra due gameti come lo sono un ovocita e lo spermatozoo (“nasce”, perché non è preesistente come lo è, per esempio, una pietra), da una prima cellula embrionale, detta “zigote”, se ne formano altre e l’embrione si sviluppa cambiando di forma e dimensione (“cresce”), a questo punto l’embrione può continuare a crescere, diventando qualcos’altro in seguito al parto (ad esempio, un uomo) e quindi potenzialmente potrebbe “riprodursi” ovvero può cessare di crescere e cambiare per una ragione qualsiasi e quindi “morire”.
La forma del sillogismo aiuta l’uomo a razionalizzare situazioni non volute e già esistenti in natura:
- tutto ciò che nasce, cresce, si riproduce e muore è vita
- l’embrione nasce, cresce, potrebbe raggiungere uno stato che gli consentirebbe la riproduzione e muore
- l’embrione è vita







Da far notare, qualora fosse necessario, che non è individuabile una soluzione di continuità tra embrione, feto e uomo. Tali distinzioni, è noto, che sono state introdotte per comodità di studio e, se vogliamo, di legislazione. Da ciò deriva che non regge la opposizione basata sulla mancata possibilità di riproduzione dell’embrione: anche un bambino non è capace di riprodursi, ma lo è potenzialmente se lo si lascia crescere.

Siamo di fronte a uno dei più forti strumenti della logica e la comunità scientifica avrà un bel da fare nel dimostrare il contrario. Abbiamo così potuto rispondere al nostro primo quesito. Per ciò che attiene al secondo quesito non occorre dilungarsi. E’ chiaro infatti che l’embrione umano è frutto dell’incontro tra due gameti di cui uno maschile e uno femminile di due esseri appartenenti al genere umano. Appartenendo esso alla categoria degli embrioni in generale, che abbiamo visto essere vita, esso è vita.






Più interessante è capire cosa è l’embrione chimera, o cosa si pretenda che sia. Si chiede quindi di riconoscere come cosa legittima la creazione di tale tipo di embrioni per effettuare ricerche di vario genere nella speranza di ricercare una cura per malattie attualmente incurabili o comunque difficili da affrontare. Quindi, è chiaro che la pretesa è logicamente supportata da due forti ragioni: il progresso scientifico e l’interesse collettivo. Chiunque si opponga a queste istanze deve essere considerato pazzo o quantomeno retrogrado, si potrebbe asserire. Ma tocca considerare come a volte ci siano delle ragioni che superano l’interesse collettivo e la ricerca scientifica stessa.
Non si può ragionevolmente supporre che il progresso della scienza sia il fine ultimo dell’umanità e che solo grazie ad esso l’uomo riuscirà a raggiungere la “verità”. E’ un’istanza che sa di vecchio. In pratica, non si può liberare la scienza da qualsivoglia vincolo. Esistono delle leggi che
non possono essere travalicate e una di queste è la legge di natura.Non si tratta di avanzare delle ragioni che vengono circoscritte alla visione di chi crede in un Dio o ha una visione soprannaturale della vita.
Si tratta più semplicemente della applicazione di quelle norme non scritte che dalla notte dei tempi regolano l’evolversi della storia. E la prima di queste norme sta proprio in questo: si nasce, si muore. Anche “cosa” si nasce e “cosa” si muore è scritto. Qualcuno potrebbe obiettare che anche il mulo è mezzo cavallo e mezzo asino e lo stesso dicasi per le piante che subiscono degli innesti come il “mandarancio”, ma essi esempi sono la prova stessa che stiamo parlando di qualcosa che è fuori dalle leggi di natura. La pena a cui soggiacciono questi esseri risiede nel non potersi riprodurre. La natura, in pratica, è lì a ribadire che , signori esseri umani, progredite pure quanto volete, ma su queste cose decido io!
Ed è la stessa natura, si ripete senza voler necessariamente dare una valenza trascendentale al suo concetto, che fissa un’altra legge, la cui impossibilità di violazione è auto-evidente: si muore. Di fronte a tutto ciò il vero mulo è l’uomo. La pretesa di andare contro queste poche norme è semplicemente folle, per un motivo banale: è inutile, muori lo stesso.

Ma torniamo al terzo quesito: che cosa è l’embrione chimera?
Sembra tanto che ciò che si voglia che esso sia è avvicinabile a una sorta di topo da laboratorio, su cui poter studiare. E’ un qualcosa da poter produrre in quantità industriali, perché per ottenere spermatozoi umani non sono necessarie disastrose cure ormonali, mentre le vacche non possono rifiutarsi di subirle e di vedersi espiantati gli ovuli. Sarebbe facilissimo produrre innumerevoli embrioni chimera e poterne usare e gettar via ognuno di essi qualora subisca un esperimento che ne cagioni la morte o che lo renda successivamente inservibile. Il problema è che stiamo parlando, comunque, di qualcosa che, in virtù del sillogismo già usato, vive. Inoltre, non è un agnello da sgozzare, cucinare e con cui imbandire una tavolata pasquale. E’ qualcosa che ha a che fare con l’uomo. Noi vorremmo ,così ,avere il diritto di mischiare l’uomo con la bestia. Creiamo questo essere assurdo che fino ad ora avevamo visto solo nel mito greco, andando contro le prescrizioni della natura al fine di tentare una strada che , forse, potrebbe rivelarsi utile alla cura di certe malattie. Forse. Di fronte a una mera possibilità, forse remota se si considera che le cellule staminali embrionali vengono studiate da anni nel mondo senza risultati entusiasmanti, ci si arroga il diritto di modificare la natura dell’essere umano. A questo punto non si può che considerare un elemento che non è collegabile a un ragionamento prettamente logico, sillogistico come i primi: la coscienza. Come può non urtare le coscienze della società civile una pretesa tale del mondo scientifico? Chi può restare inerme, non
turbato, da un tentativo simile?
Si mischia l’uomo con la bestia per poter operare delle ricerche su un essere che è in parte bestia, ma per gran parte uomo! E’ un esperimento che va oltre la ricerca sugli embrioni umani, essendo più macabro.
Infatti, se abbiamo dimostrato che l’embrione è un essere che vive, come tutti gli essere viventi dobbiamo inserirlo in una specie. Poiché non esiste la specie “embrioni” e poiché abbiamo dimostrato che non si tratta di qualcosa di diverso dall‘essere che diventerà non essendoci soluzione di continuità, dovremo inserirlo nella specie relativa agli esseri da cui esso deriva.
Nel caso dell’embrione umano, esso risulterà iscritto nella specie umana, quindi è un uomo o, se vogliamo, un prototipo dell’uomo. L’embrione-chimera non apparterrebbe a nessuna specie, è vero, ma deriverebbe in parte dall’uomo è ciò deve provocare orrore in qualsiasi soggetto sano di mente.
La comunità scientifica si batte tanto per essere “libera” ma non considera come non vi sia libertà senza leggi. Non si tratta di rifiutare il progresso scientifico, si tratta piuttosto di non incorrere in quel peccato che nella stessa mitologia greca era severamente punito: la tracotanza.
Alla fine non ci resta che sperare, sentendoci tutti un po’ come Arianna tra le grinfie del Minotauro, che arrivi un valoroso Teseo, il quale con argomentazioni più compiute e soddisfacenti di queste ci salvi da questi svarioni della società e soprattutto ci salvi dai rischi della tracotanza.

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