martedì 18 settembre 2007

IL RACCONTO CON CUI HO CONOSCIUTO IL MOVIMENTO PER LA VITA nel 1989

Quel piccolo bambino….
In occasione del concorso "Per una carta europea dei diritti del bambino"
promosso dal Movimento per la Vita Ambrosiano il nostro concittadino Giorgio I Gibertini partecipando con la riflessione seguente su un tema proposto nello stesso concorso ha vinto con altri 30 giovani studenti degli ultimi tre anni della scuola media superiore un viaggio premio nella città di Strasburgo per un incontro europeo con giovani rappresentanti di altre nazioni europee.
Quel piccolo bambino nato o non ancora nato è stato creato per una grande cosa: amare ed essere amato; Madre Teresa di Calcutta
Mi reco molto raramente negli ospedali, sono luoghi che cer­co di evitare il più possibile per quell'odore e quel bianco caratteristico che ricordano momenti tristi, suspance lun­ghe ed interminabili, gente in pianto ...
Ma le cliniche sono pure pa­tria di momenti felici, campi verdi verdissimi per nuovi fiori che sbocciano: bambini che nascono.
Vive dolce in me il ricordo di quella sala piena di culle e di vagiti in cui sporgono testoline rapate, ingenue, sole, pacifi­che, e la gente, mamma, pa­pà, parenti o curiosi a guardarli: loro, piccole creature, grande segno dell'amore ...
E come non amare certi sorri­sini, come non essere pieni di tenerezza e gioia quando nel pieno della notte il loro vagito ci sveglia ... e accarezzarli. .. accarezzarli per ore intere ...
E come non allargare le brac­cia aspettandoli calorosamen­te quando a piedi nudi con una corsa affaticata ti si fanno incontro storpiando con la vo­ce un suono che ricorda lontanamente il tuo nome ...
E perché non piangere alla notizia di un bambino trovato nudo in un sacchetto di plasti­ca abbandonato a fianco di un deposito dell'immondizia? Con quale coraggio, mi chie­do, le loro madri hanno spen­to la viva luce di quella picco­la stella, loro creatura, figlia dell'orgoglio di un proprio errore?
Hanno bisogno di amore, delle carezze della mamma, dei baffi di papà per giocarci, del­le curiose attenzioni dei fratelli e di quelle più serie ed impe­gnate di tutta la società che li circonda e che col suo svilup­po li culla e li educa anche perché in loro confida per il suo stesso futuro.
Tutto questo racchiuso in un'ottima educazione che svi­luppi in loro il progetto nasco­sto di Dio e che li porti un giorno, anche loro, davanti a quella sala, a vedere altre "te­stoline rapate", sorridenti ed estasiati, appoggiarsi al vetro, sentire il loro pianto come un grido di ringraziamento a chi li ha creati ed in quel giorno dovranno essere loro già capaci di amare... .
Giorgio Gibertini
  

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