Ancora una volta una mamma, incinta alla 18a settimana di gravidanza, decide di praticare un aborto selettivo, per eliminare un feto malato di trisomia 21 e perde per errore "medico" anche il feto sano gemello. E noi del Movimento per la Vita che, pur contrari anche a ciò, abbiamo sempre creduto che la legge 194 prevedesse l'interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, solo nei casi riportati all'articolo 6 della legge e cioè: a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
La donna di Milano non era in pericolo di vita e la malformazione del nascituro non poteva creare alcun stravolgimento psicologico per la donna. Difendere e sostenere la vita nascente ha certamente bisogno di accompagnamento psicologico in casi di questo tipo ma non può essere tollerata ancora una volta la funzione della Ostetricia come un bankomat di certificato di aborto.
Ora ci chiediamo se questa legge 194 non debba essere corretta al fine di una applicazione coerente con il senso per la quale questa legge è stata scritta.
Più che lasciapassare all'aborto questa legge dovrebbe tutelare la materntià, come dichiarato nel titolo iniziale, e combattere ogni causa che possa spingere all'aborto e comunque impedire l'aborto eugenetico. Spiace leggere che alcuni giornali a proposito della notizia interpellino soltanto il Dott Viale, noto abortista impegnato nella campagna dei radicali a favore dell'aborto come di una pratica semplicemente burocratica, così in voga ai tempi del nazismo.
E' necessario invece creare le linee guida di questa legge 194, in modo che vengano almeno rispettati gli articoli 6 e 7 della legge, legge che non ha mai previsto di legalizzare l'aborto eugenetico ma che in Italia viene utilizzata nella stragrande maggioranza dei casi con questo spirito. E i Politici tutti devono prendere posizione a difesa della vita nascente, perchè adesso gli episodi di attacco come quello del CAREGGI dello scorso marzo insieme a questo di Milano gridano alla Vita.
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