Tra le immagini più belle della seconda partita “Uniti per la Pace” vi è indubbiamente quella di Diego Armando Maradona, Francesco Totti
(entrambe in maglia blu col numero 10) e i loro due figli palleggiare
assieme, a bordo campo, prima dell’inizio della partita. Campioni e
figli, genitori e figli. Anche per me è stato come un sogno poter vedere
Maradona (che già avevo visto) insieme ai miei figli dopo averglielo
raccontato per anni e averglielo mostrato su YouTube. Eccolo, Dieguito,
con panza al seguito ma comunque sempre lo stesso: tenace e irriverente,
spocchioso e divertente, un fuoriclasse con mani e piedi da dio
(calcisticamente parlando).
E’ lui il mattatore della serata e sente tutta sua l’investitura del suo amico Papa Francesco: và e organizza ogni anno una partita per la Pace.
Diego prende il telefono, raduna molti amici calciatori del passato, e
del presente, convoca un simbolo di Roma (Totti) e organizza le squadre.
Diego gioca tutta la partita, nessuno lo affronta quando ha il pallone e
quindi può sfoggiare ancora tocchi di altissimo livello e si arrabbia
quando prende goal la sua squadra e col guardalinee per un fuorigioco
fischiatogli contro e addirittura rischia una rissa con Veron.
Però è lui a continuare a prendere la
parola, a chiedere applausi al pubblico, a rimproverare i romani di
essere andati in solo 10 mila alla stadio (ok caro Diego ma l’anno
prossimo cambiate orario se vuoi che torni coi figli, iniziare alle
21.15 è troppo tardi!), ad abbracciare tuti i giocatori e a dedicare
tutto questo alla pace e al suo amico Papa Francesco.
Certo, il livello della partita è stato
come quello del giovedì sera coi miei amici a Primavalle, però il
messaggio è passato ed è arrivato anche ai nostri figli e, grazie alla
disponibilità di molti giocatori ancora in attività e di tanti ex
campioni (Candela, Rui Costa, Cafu, Davids, Ronaldinho….) non posso dire
che la guerra sia stata presa a pallonate ma a panzate sicuramente.
#Buongiorgio
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