Ho tanti amici cattolici che ne sanno più del Papa, che lo rimproverano, lo ammoniscono e, forti della platea gratuita e copiosa dei social, addirittura lo correggono dichiarandosi più cattolici di lui.
Eppure a me anche l’ultimo discorso di Papa Francesco sembra chiaro, per cattolici (soprattutto) e per tutto il mondo (urbi et orbi).
Il Papa ci ricorda la differenza tra peccato e peccatore. Rileggiamolo:
“«Ho accompagnato nella mia vita di sacerdote, di vescovo e anche di Papa persone con tendenza e con pratica omosessuali. Li ho accompagnati e avvicinati al Signore, alcuni non possono… Ma le persone si devono accompagnare come le accompagna Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, lui sicuramente non dirà: “Vattene via che sei omosessuale!”. Quello di cui ho parlato è quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento della teoria del gender. Mi raccontava un papà francese che a tavola stava parlando con i figli, e ha domandato al ragazzo di dieci anni: “Tu che cosa voi fare da grande?”. “La ragazza!”.
E il papà si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria del gender, e questo è contro le cose naturali. Una cosa è che una persona abbia questa tendenza o questa opzione, o anche chi cambia il sesso. Un’altra cosa è fare l’insegnamento nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità. Queste io le chiamo “colonizzazioni ideologiche”.”
A me sembra chiaro, papale, non interpretabile. Forse però il Papa, oltre a parlare urbi et orbi, deve cominciare a farsi capire anche dai “sordi” di professione, ovvero quelli che non vogliono, in nessun caso, ascoltarlo.
Il Direttore
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