Quest’anno a Maker Faire Rome sono andato con tre giovani “giornalisti” aiutanti, assetati di novità, curiosi ad ogni passo (6 padiglioni e 600 espositori): i miei tre figli!
Abbiamo passato cinque ore a camminare (a volte correre, spesso fermi in coda per la ressa incredibile di gente) da una innovazione all’altra e i mie i figli avevano sempre “gli occhi e il naso all’insù”.
All’insù per vedere le gare dei droni o ascoltare la spiegazione sull’utilizzo degli stessi per aiutare i coltivatori; all’insù per capire come si possono catturare le onde sonore; all’insù per controllare che cosa stavano creando le giganti stampanti in 3d; all’insù per controllare il movimento dei robot e di piccoli aerei a celle solari; all’insù per immaginare, creare, sperare, sognare un mondo diverso.
Maker Faire è un concentrato di questo e di tanto altro, è quel futuro che è già a portata di mano e ci ha fatto molto piacere incontrare tantissime realtà, private e pubbliche, ma italiane capaci di essere leaders mondiali nel mondo dell’innovazione.
“Quello che puoi pensare lo puoi stampare” recitava uno dei tanti slogan.
Ora ai miei figli devo insegnare a spostare lo sguardo da “all’insù” a dritto davanti a loro: il futuro è lì che li aspetta, subito dopo il presente. Forza ragazzi!
#Buongiorgio
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