giovedì 4 ottobre 2018

Auguri ai Francesco con "Fratello Sole e Sorella Luna" suonata da nostro figlio Massimo

Auguri ai Francesco (a cominciare dal Papa) con "Fratello Sole e Sorella Luna" suonata da nostro figlio Massimo

martedì 25 settembre 2018

Laudato si', l’Enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune

Un'Enciclica sull'ecologia integrale in cui la preoccupazione per la natura, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, ma anche la gioia e la pace interiore risultano inseparabili
Isabella Piro – Città del Vaticano
L’ecologia integrale diventi un nuovo paradigma di giustizia, perché la natura non è una “mera cornice” della vita umana: questo il cuore della seconda Enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’ sulla cura della casa comune”, pubblicata il 18 giugno 2015. Suddivisa in sei capitoli, l’Enciclica raccoglie, in un’ottica di collegialità, diverse riflessioni delle Conferenze episcopali del mondo e si conclude con due preghiere, una interreligiosa ed una cristiana, per la salvaguardia del Creato.
Titolo tratto dal Cantico delle creature di San Francesco
“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra”: Francesco di Roma si pone sulla scia di Francesco d’Assisi per spiegare l’importanza di un’ecologia integrale, in cui la preoccupazione per la natura, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, ma anche la gioia e la pace interiore risultano inseparabili. Nei sei capitoli dell’Enciclica, il Papa evidenzia che la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una “conversione ecologica”, un “cambiamento di rotta” affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per “la cura della casa comune”. Impegno che include anche lo sradicamento della miseria, l’attenzione per i poveri, l’accesso equo, per tutti, alle risorse del Pianeta.
1° capitolo: no alla cultura dello scarto. Tutelare diritto all’acqua
Il Papa mette in guardia dalle gravi conseguenze dell’inquinamento e da quella “cultura dello scarto” che sembra trasformare la terra, “nostra casa, in un immenso deposito di immondizia”. Dinamiche che si possono contrastare adottando modelli produttivi diversi, basati sul riutilizzo, il riciclo, l’uso limitato di risorse non rinnovabili. Anche i cambiamenti climatici sono “un problema globale”, spiega l’Enciclica, così come l’accesso all’acqua potabile, che va tutelato in quanto “diritto umano essenziale, fondamentale ed universale”, “radicato nell’inalienabile dignità” dell’uomo. Centrale, inoltre, la tutela della biodiversità perché ogni anno, a causa nostra, “scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che i nostri figli non potranno vedere”. E “non ne abbiamo il diritto”, sottolinea Francesco, evidenziando poi l’esistenza di un “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud del mondo, connesso a squilibri commerciali. “Il debito estero dei Paesi poveri – infatti – si è trasformato in uno strumento di controllo, ma non accade la stessa cosa con il debito ecologico”.
Creare sistema normativo per proteggere ecosistemi
“Il deterioramento dell’ambiente e quello della società - afferma il Papa - colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta”, spesso considerati “un mero danno collaterale”. Per questo, un vero approccio ecologico deve essere anche sociale. La soluzione, allora, non è la riduzione della natalità, ma il contrasto ad un consumismo “estremo e selettivo” di una parte della popolazione mondiale. Di fronte, poi, ad un certo intorpidimento e ad una “spensierata irresponsabilità” nell’uomo contemporaneo, urge “creare un sistema normativo” per assicurare la protezione degli ecosistemi.
2° capitolo: ambiente è dono di Dio, eredità comune da non distruggere
Si ribadisce la “tremenda responsabilità” dell’essere umano nei confronti del Creato e si ricorda che “l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità”, “eredità comune” da amministrare e non da distruggere. Seguendo il racconto biblico della Creazione, Papa Francesco evidenzia le tre relazioni fondamentali dell’uomo: con Dio, con il prossimo e con la terra. Ogni creatura ha una sua funzione, nessuna è superflua e tutto è “carezza di Dio”, scrive il Pontefice, ricordando che “ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana”. Tuttavia, la cura degli altri esseri viventi va sempre accompagnata dalla “compassione e preoccupazione” per l’uomo. Ed è per questo che serve la consapevolezza di una comunione universale. In quest’ottica, rientra il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni: la tradizione cristiana, infatti, “non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, ed ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”.
3° capitolo: no a tecnocrazia. Essere amministratori responsabili del Creato
Tecnologia, antropocentrismo, lavoro ed ogm: l’Enciclica si snoda lungo questi quattro percorsi. Innanzitutto, pur riconoscendo i benefici del progresso tecnologico per lo sviluppo sostenibile, mette in guardia dalla tecnocrazia che dà “a coloro che detengono la conoscenza ed il potere economico di sfruttarla, un dominio impressionante sul mondo intero”. Allo stesso tempo, l’antropocentrismo moderno, che non riconosce la natura come norma, perde la possibilità di riconoscere il posto dell’essere umano nel mondo ed il suo ruolo di “amministratore responsabile” dell’universo.
Difesa della natura incompatibile con la giustificazione dell’aborto
Ne deriva una logica “usa e getta” che giustifica ogni tipo di scarto, che porta a sfruttare i bambini, ad abbandonare gli anziani, a ridurre altri in schiavitù, a sopravvalutare la capacità del mercato di autoregolarsi, a praticare la tratta di esseri umani ed il commercio di “diamanti insanguinati”. È la stessa logica di molte mafie, dei trafficanti di organi, del narcotraffico e dello scarto dei nascituri perché non corrispondono ai progetti dei genitori. Di fronte a tutto questo, occorre una “coraggiosa rivoluzione culturale” che mantenga in primo piano il valore delle relazioni tra le persone e la tutela di ogni vita umana, perché la difesa della natura “non è compatibile con la giustificazione dell’aborto”.
Proteggere il lavoro. Dibattito su ogm sia ampio e responsabile
Quindi, il Papa ribadisce la necessità di difendere il lavoro: tutti devono potervi accedere, perché esso “è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano”. “Rinunciare ad investire sulle persone in nome di un profitto immediato è un pessimo affare per la società”, afferma il Pontefice, evidenziando la necessità, a volte, di “porre limiti a coloro che detengono grandi risorse e potere finanziario”, affinché tutti possano beneficiare davvero della libertà economica. Quanto agli ogm, definiti “una questione di carattere complesso”, il Papa ne mette in luce, da una parte, il contributo alla soluzione di problemi economici, ma dall’altra le difficoltà legate alla “concentrazione di terre produttive nelle mani di pochi”. Per questo, afferma, serve “un dibattito scientifico e sociale responsabile ed ampio, in grado di chiamare le cose con il loro nome”.
4° capitolo: ecologia integrale è inseparabile da bene comune

L’ecologia integrale divenga, dunque, un nuovo paradigma di giustizia, perché l’uomo è connesso alla natura ed essa non è “una mera cornice” della nostra vita. “Non ci sono due crisi separate, una ambientale ed un’altra sociale – scrive il Papa – bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”. Di qui, il richiamo alla “amicizia civica” ed alla solidarietà, sia intra- che inter-generazionale, la cui lesione “provoca danni ambientali”. L’ecologia integrale “è inseparabile dalla nozione di bene comune” e ciò implica il compiere scelte solidali sulla base di “una opzione preferenziale per i più poveri”.
Tutelare ricchezze culturali dell’umanità. Accettare il proprio corpo, dono di Dio

Non solo: la vera ecologia riguarda anche la cura delle “ricchezze culturali dell’umanità”, come ad esempio delle “comunità aborigene”, e dell’ambiente urbano, per migliorare la qualità della vita umana negli spazi pubblici, nelle abitazioni, nei trasporti che in molte città, scrive il Papa, comportano “un trattamento indegno delle persone”. Centrale è anche l’accettazione del proprio corpo come dono di Dio per accogliere il mondo intero come casa comune donata dal Padre e vincere, così, la logica del dominio. In quest’ottica, il Papa esorta ad “apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità, poiché “non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale”, con la quale non sa più confrontarsi.
5° capitolo: Vertici mondiali sull’ambiente hanno deluso le aspettative


Cosa possiamo e dobbiamo fare, dunque? chiede Francesco. E la risposta è “dialogare ed agire”. Certo, spiega, “la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica”, ma l’esortazione è comunque “ad un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità o le ideologie non ledano il bene comune”. Il dialogo è ineludibile tra economia e politica, sottolinea il Pontefice, affinché “si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana”. Il Pontefice chiama quindi in causa la politica internazionale e non risparmia un giudizio severo sui vertici mondiali relativi all’ambiente che, negli ultimi anni, “non hanno risposto alle aspettative” per una “mancanza di decisione politica”.
Serve governance globale. Dominio assoluto della finanza non ha futuro

Al contrario, serve una governance globale che si occupi dei beni comuni globali, perché spesso “sotto il rivestimento della cura per l’ambiente”, si aggiungono nuove ingiustizie per i Paesi più bisognosi di sviluppo e finisce per “piovere sempre sul bagnato”. Non solo: Francesco pone l’accento sulle criticità di un sistema che mira al “salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione”, e di un “dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi”.
No alla corruzione. Ridefinire il progresso per migliorare la vita delle persone

Al livello nazionale, invece, la politica e l’economia devono uscire dalla logica di corto respiro, focalizzata sul profitto e sul successo elettorale a breve termine, dando spazio a processi decisionali onesti e trasparenti, lontani dalla corruzione che, in cambio di favori, “nasconde il vero impatto ambientale” dei progetti. Ciò che occorre, in sostanza, è “una nuova economia più attenta ai principi etici”, una “nuova regolamentazione dell’attività finanziaria speculativa”, un ritmo di produzione e di consumo più lento, così da “ridefinire il progresso”, legandolo al “miglioramento della qualità reale della vita delle persone”. Anche i diversi movimenti ecologisti e le religioni, in dialogo con la scienza, devono orientarsi alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità. E non è un caso se Francesco cita il Patriarca ortodosso Bartolomeo, il filosofo protestante Paul Ricœur, il mistico islamico Ali A-Khawas. Numerose anche le citazioni del teologo Romano Guardini.
6° capitolo: la sobrietà è liberante. Vale la pena di essere buoni e onesti

Educazione e formazione restano dunque, le sfide centrali da affrontare. Di qui, il richiamo a “puntare su un altro stile di vita” perché “non tutto è perduto” e “l’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune”. Bastano piccoli gesti quotidiani, spiega il Papa: fare la raccolta differenziata dei rifiuti, ridurre il consumo di acqua, spegnere le luci inutili, coprirsi un po’ invece di accendere il riscaldamento e soprattutto “spezzare la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”. “La sobrietà – scrive il Pontefice – vissuta con libertà e consapevolezza, è liberante” e “la felicità richiede di saper limitare quelle necessità che ci stordiscono”, lasciandoci invece aperti alle “molteplici possibilità che offre la vita”. In questo modo, diventa possibile sentire che “abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti”.
L’Eucaristia unisce cielo e terra. Al di là del sole, c’è la bellezza di Dio

Il Papa invita, infine, a guadare ai Sacramenti, esempi di come la natura sia stata assunta da Dio. In particolare, spiega, l’Eucaristia “unisce cielo e terra” e “ci orienta ad essere custodi di tutto il Creato”. Le lotte e le preoccupazioni per questo pianeta “non ci tolgano la gioia e la speranza” perché nel cuore del mondo c’è sempre l’amore del Signore. E allora “Laudato si’!”, scrive Francesco in una delle due preghiere che concludono l’Enciclica e che fa eco all’invocazione del Poverello di Assisi: “Camminiamo cantando!” perché “al di là del sole, alla fine, ci incontreremo faccia a faccia con la bellezza di Dio”.

lunedì 24 settembre 2018

Agenzia Entrate: dieci anni per notificarmi una cartella e solo 5 giorni di tempo per verificarla o pagarla

Dicono che è dal 2008 che mi cercano per un versamento mancante
Dicono che hanno provato a ricontattarmi il 7 novembre 2013 ma senza successo eppure sono sempre stato in quella casa e lì ho pagato luce, acqua, telefono, immondizia....
Dicono che gli devo 340,47 euro per un versamento mancante ma se posso io, io, dimostrare di averlo fatto, dieci anni dopo, due traslochi dopo, 4 figli in mezzo..... prego, faccia pure, ci invii la documentazione.
Per dirmi questo mi hanno messo una ricevuta in casella postale, sono andato in posta a Roma, fatto coda e ho ritirato un avviso nel quale mi scrivevano questo atto, senza specificarlo, era depositato presso la Casa Comunale di Roma.
Altra coda, anzi tre code, 1,50 euro per ritirare l'atto e poi la brutta sorpresa.
Dicono che è 10 anni che mi cercano e me ne danno 5 per pagare.
E' corretto tutto questo? E' giusto tutto questo?
Dieci anni per notificarmi una cartella e solo 5 giorni di tempo per verificarla o pagarla.
Amarezza italiana




mercoledì 19 settembre 2018

Onora tuo padre e tua madre, secondo Papa Francesco

"Il quarto comandamento non parla della bontà dei genitori, non richiede che i padri e le madri siano perfetti. Parla di un atto dei figli, a prescindere dai meriti dei genitori, e dice una cosa straordinaria e liberante: anche se non tutti i genitori sono buoni e non tutte le infanzie sono serene, tutti i figli possono essere felici, perché il raggiungimento di una vita piena e felice dipende dalla giusta riconoscenza verso chi ci ha messo al mondo"

lunedì 17 settembre 2018

La meraviglia di Roma a pochi metri da casa

Quando si va a camminare di mattino presto, all'alba, poco prima delle 7, vicino a casa (per la precisione al Parco del Pineto in via della Pineta Sacchetti) si può godere di questa meraviglia ovvero del risveglio umano in armonia con quello della natura. Basta poco, a pochi metri da casa. Ecco quando si dice che Roma è magica.

mercoledì 12 settembre 2018

Preghiera per il 1 giorno di scuola

Preghiera per il 1º giorno di scuola
Signore Gesù, unico Maestro, aiutami a studiare, mantieni sveglia la mia mente, veloce e attenta la mia penna, fammi fare buon uso del tempo che mi doni, senza sprecarlo. Fammi crescere ogni istante nella Tua grazia e nel Tuo amore, sotto il Tuo sguardo dolce e nell'abbraccio del Padre. Fa' che la nostra scuola sia una comunità serena e gioiosa, guida gli insegnanti, i genitori, i collaboratori. Il mio studio sia al servizio di chi mi è vicino oggi e di chi lo sarà domani. Nel sacrificio sia il Tuo cuore grande ad incoraggiarmi, e se la prova mi va male sia la Tua immensa Grazia a non farmi abbandonare. Sussurrami con amore i concetti più difficili e io non li dimenticherò, e ogni pagina che studio sarà un incontro segreto con Te. Vieni, Santo Spirito; Maria, Sede della Sapienza, rimani con me. Amen.
Il Signore ci benedica!

lunedì 10 settembre 2018

Fede e ironia per raccontarvi chi era mia zia - in ricordo di zia Angela Molteni

“Ciao Zia sono il milanes de Roma, me recugnusi? “
Al telefono in questi mesi ti dicevo così quando ti chiamavo mentre rientravo a casa, e dopo avermi riconosciuto e avermi sgridato per il mio pessimo milanes (te gh’è dimentica tut cos) mi chiedevi sempre di tutti, di Sara, dei miei figli che ti hanno conosciuta poco ma che ti conoscono e ti ricorderanno per la Zia del Milanes e dal dito grosso.
Oggi vorrei provare a dare voce a tua sorella, la mia mamma, ai tuoi figli, Gigio e Massimo ai quali hai concesso il privilegio di chiudere il cerchio della vita, permettendo loro di curarti, lavarti, pulirti accudirti come hai fatto tu per prima;
vorrei dare voce alle loro mogli, Elide e Marilisa, ai nipoti Alessandro, Jacopo, Claudio, Fabio, Luca che ho conosciuto in questi anni grazie ai tuoi racconti;

giovedì 23 agosto 2018

La casa di nonna Alba

Sara pulisce le stanze, il bagno, la sala, la cucina e poi chiude la porta, per sempre. Quella non è più la casa di nonna Alba. Lo è stata per decenni, ora tutto è chiuso e spento, non c'è la caffettiera sempre pronta in cucina, dove ancora facevamo colazione. Non c'è più nulla.
La morte comincia a far sentire la sua presenza proprio in questi giorni di saluti, quando l'estate sta finendo, quella stessa estate iniziata col funerale di nonna Alba e che finirà con questa dolorosissima ripartenza.
Per 15 anni siamo ripartiti, come famiglia, dandole il prossimo appuntamento. Prima ci accompagnava alla macchina, poi solo dal balcone e poi più nulla, un lento spegnersi, su quel divano che adesso parla da solo. Ora ripartiamo e basta e tutto questo fa male, molto male.
Per Sara e i suoi fratelli invece è stata la casa dove per 40 anni sono cresciuti, hanno vissuto, hanno dormito, amato e quella maniglia oggi pesa e scotta.
Per Silvana ora tutto questa casa sembrerà una cattedrale nel deserto e si sentirà più sola e dovrà cominciare a viaggiare anche lei ma sa che avremo per sempre altre più strette "quattro mura" come luogo di incontro.
Per me è stato il primo luogo dove ho dormito a Venarotta e dove nonna Alba veniva a rimboccarmi le coperte e dove ha visto crescere, passo dopo passo, figlio dopo figlio, battuta dopo battuta, la nostra famiglia.
La morte non è una poesia, una canzone, un ricordo ma qualcosa di concreto. La morte è la costante presenza di una assenza.
Eccola.
La morte è questa. Il convivere con questo vuoto fino alla fine dei nostri giorni. Ci siamo già passati, per Babbo, e quando ti diranno che il tempo medicherà tutto non crederci. Col tempo imparerai solo ad abituarti a questo nuovo stato della vita, ai cambiamenti necessari dettati dagli eventi, alle nuove situazioni...e a fare colazione da un'altra parte.


sabato 18 agosto 2018

Salita sul monte come vittoria (anche psicologica) su se stessi


Siamo saliti al Monte Vettore (2476 m) con tutta la famiglia, parenti e
amici. Per me è stata una impresa visto che fino a qualche mese fa camminavo pochissimo, sport solo il giovedì, e zero passeggiate in montagna.
Per le mie ultime salite devo andare indietro nel tempo a quando ero educatore al Campeggio dell'Oratorio San Luigi di Novate Milanese: decine di anni fa.
E' stata una faticosissima quanto bellissima esperienza che più che altro mi è servita per vincere su me stesso, contro i miei limiti, le mie paure, i miei freni, anche psicologici.
La notte prima non ho dormito dall'agitazione.
I bambini sono stati bravissimi, molto più di me, e hanno imparato sulle loro gambe perchè la montagna è spesso utilizzata come metafora della vita.
Arrivato in vetta ho urlato come un bambino? No, più di un bambino. Urlato di gioia. Così come ho esultato all'arrivo alla macchina dopo la discesa.
Ho vinto dimostrando a me stesso, ancora una volta, che sia fisicamente sia psicologicamente, anche alla nostra età, qualche sfida è ancora superabile!
Ora mi sto preparando per la prossima meta, il Monte Gran Sasso!

venerdì 3 agosto 2018

August capo d’inverno: addio nonna Alba, ci vediamo la prossima volta.


August capo d’inverno: addio nonna Alba, ci vediamo la prossima volta.

“Ietv viè” ci hai detto l’ultima volta dopo che ti abbiamo strattonata, fatta ballare attorno al bombolone dell’ossigeno, pitturato le unghie dei piedi, cantato qualche canzone e pregato assieme coi nipoti.
“Ietv viè”, sicuramente avrò sbagliato la pronuncia, nonna, come mi dicevi sempre, e io non sono come Stefano che ha studiato molto più di me e parla bene anche il vostro dialetto!
Sei morta i primi giorni di Agosto e questo mese chi ci dirà: “August capo d’inverno?”
Sei entrata nel lungo inverno della vita proprio ad Agosto, l’Alba al tramonto ma oggi non voglio solo piangere, non voglio celebrare una tragedia perché morire a quasi 92 anni, con questa serenità, con tutto questo amore attorno, non possiamo definirla una tragedia.
Oggi voglio ridere con te, se ci riesco, ancora una volta ma lo rifaremo per sempre guardandoci le centinaia di foto e video che ti abbiamo fatto con te consapevole, anzi, attrice protagonista quando ti lasciavi mettere il cerchietto in testa, la maschera dell’uomo ragno, il cocktail in mano o l’uovo di pasqua rovesciato in testa.
Ci sono centinaia di foto che andrebbero proiettate oggi su questo altare e parlerebbero di te meglio delle nostre parole e racconterebbero ai presenti, che ti hanno conosciuta in vita, anche solo una volta di passaggio, chi eri veramente nonna: un condensato di dolcezza, fermezza, bontà, originalità, amore, preghiera.
La prima volta che ti ho conosciuta eri sui gradini di casa, al terzo gradino, e come già avevi fatto con chi mi aveva proceduto mi hai fermato e mi hai detto: “Ehi, hai intenzioni serie? Se no “Ietv viè” . Quel giorno ho capito un’altra grande verità del matrimonio cristiano. Sposando Sara ero consapevole di  entrare in una nuova famiglia che aveva questa nonna simpaticissima, questi fratelli così uniti e ben educati, i cugini anche loro affettuosi e i miei suoceri.
Non sono andato via, anzi, nonna, come vedi, siamo ancora qua.
Ti ho conosciuta solo negli ultimi 15 anni di vita per questo i miei ricordi sono pochi ma tutti intensi.
I tuoi detti in dialetto, anche se, sono convinto che qualcuno te lo eri inventato al momento per soddisfare la mia sete di conoscenza: ce ne sono alcuni che neanche Silvana sapeva tradurre.
La tua passione per il calcio si è incrociata anche con la mia e mi ha fatto amare un po’ anche l’Inter perché era la tua squadra (perché ci ha giocato Baggio dicevi) ma soprattutto mi ha fatto conoscere l’Ascoli che seguivi alla radio ultimamente anche nelle radiocronache di tuo nipote Matteo. Sei stata sicuramente una delle ultime ad usare la radio per seguire il calcio e a scrivere le lettere a mano!
Il gioco delle carte, che hai insegnato anche ai bambini, come con piacere  li ascoltavi fare i compiti, recitare le poesie a natale o suonare il flauto traverso.
Prima di partire hai aspettato Eleonora, per l’ultimo saluto, hai seguito a distanza il matrimonio di Ugo, hai accolto anche Paolo e Winnie capendo che l’amore che avevi  inculcato ai tuoi nipoti era maturato in modo esponenziale e si era ormai aperto a nuove esperienze di genitorialità.
Quanto amore hai donato e quanto te ne è tornato indietro, nonna!
Se posso permettermi, nonna, mi porto via questi tre insegnamenti:
la spensieratezza e serenità con la quale affrontavi la quotidianità e con la quale ti sei spenta andando incontro alla morte. Quando hai compiuto 90 anni ti ho chiesto: nonna, vorresti avere 10 anni in meno? E tu mi hai dolcemente sorpreso rispondendomi: “no, ormai si va solo avanti”, col sorrisino semplice di chi ormai è consapevole che la vita è al termine perché è nell’ordine naturale delle cose, della vita.
Quella vita (e siamo al secondo insegnamento) che seppur ti ha tolto tanto, il marito, Nonno Ugo che non ho mai conosciuto, tua figlia zia Anna che ho visto due volte, e babbo Vincenzo… ma non ti ho mai sentita in questi anni rivolgerti al Padre con rancore, con domande, ma solo con preghiere, soprattutto verso i defunti. Noi siamo ancora qui a chiederci perché ci ha tolto Anna e Vincenzo e tu sei sempre stata dignitosamente addolorata ma in fondo sempre serena, sempre in comunione con loro, come sei adesso, per davvero, lassù, a farvi la vostra partita a carte.
E infine questi ultimi mesi ti sei fatta alzare, lavare, pulire dai tuoi nipoti come per decenni hai fatto tu e ti sei riconsegnata a loro “bambina” permettendo loro di chiudere il meraviglioso cerchio della vita e insegnandoci l’umiltà della quinta stazione.
Vai nonna e lasciaci andare. “Ietv viè”. Sì, ce ne andremo ora, ognuno per il suo percorso, non faremo più a gara per correre a starti vicino sul divano, il grande raccolto di chi dispensa solo amore.
Andremo ognuno per la nostra strada, non ti preoccupare, ce la faremo. Addio nonna, anzi a presto ora non abbiamo più neanche bisogno di tornare a Venarotta per incontrarti perché viviamo in un grande abbraccio.