venerdì 3 agosto 2018

August capo d’inverno: addio nonna Alba, ci vediamo la prossima volta.


August capo d’inverno: addio nonna Alba, ci vediamo la prossima volta.

“Ietv viè” ci hai detto l’ultima volta dopo che ti abbiamo strattonata, fatta ballare attorno al bombolone dell’ossigeno, pitturato le unghie dei piedi, cantato qualche canzone e pregato assieme coi nipoti.
“Ietv viè”, sicuramente avrò sbagliato la pronuncia, nonna, come mi dicevi sempre, e io non sono come Stefano che ha studiato molto più di me e parla bene anche il vostro dialetto!
Sei morta i primi giorni di Agosto e questo mese chi ci dirà: “August capo d’inverno?”
Sei entrata nel lungo inverno della vita proprio ad Agosto, l’Alba al tramonto ma oggi non voglio solo piangere, non voglio celebrare una tragedia perché morire a quasi 92 anni, con questa serenità, con tutto questo amore attorno, non possiamo definirla una tragedia.
Oggi voglio ridere con te, se ci riesco, ancora una volta ma lo rifaremo per sempre guardandoci le centinaia di foto e video che ti abbiamo fatto con te consapevole, anzi, attrice protagonista quando ti lasciavi mettere il cerchietto in testa, la maschera dell’uomo ragno, il cocktail in mano o l’uovo di pasqua rovesciato in testa.
Ci sono centinaia di foto che andrebbero proiettate oggi su questo altare e parlerebbero di te meglio delle nostre parole e racconterebbero ai presenti, che ti hanno conosciuta in vita, anche solo una volta di passaggio, chi eri veramente nonna: un condensato di dolcezza, fermezza, bontà, originalità, amore, preghiera.
La prima volta che ti ho conosciuta eri sui gradini di casa, al terzo gradino, e come già avevi fatto con chi mi aveva proceduto mi hai fermato e mi hai detto: “Ehi, hai intenzioni serie? Se no “Ietv viè” . Quel giorno ho capito un’altra grande verità del matrimonio cristiano. Sposando Sara ero consapevole di  entrare in una nuova famiglia che aveva questa nonna simpaticissima, questi fratelli così uniti e ben educati, i cugini anche loro affettuosi e i miei suoceri.
Non sono andato via, anzi, nonna, come vedi, siamo ancora qua.
Ti ho conosciuta solo negli ultimi 15 anni di vita per questo i miei ricordi sono pochi ma tutti intensi.
I tuoi detti in dialetto, anche se, sono convinto che qualcuno te lo eri inventato al momento per soddisfare la mia sete di conoscenza: ce ne sono alcuni che neanche Silvana sapeva tradurre.
La tua passione per il calcio si è incrociata anche con la mia e mi ha fatto amare un po’ anche l’Inter perché era la tua squadra (perché ci ha giocato Baggio dicevi) ma soprattutto mi ha fatto conoscere l’Ascoli che seguivi alla radio ultimamente anche nelle radiocronache di tuo nipote Matteo. Sei stata sicuramente una delle ultime ad usare la radio per seguire il calcio e a scrivere le lettere a mano!
Il gioco delle carte, che hai insegnato anche ai bambini, come con piacere  li ascoltavi fare i compiti, recitare le poesie a natale o suonare il flauto traverso.
Prima di partire hai aspettato Eleonora, per l’ultimo saluto, hai seguito a distanza il matrimonio di Ugo, hai accolto anche Paolo e Winnie capendo che l’amore che avevi  inculcato ai tuoi nipoti era maturato in modo esponenziale e si era ormai aperto a nuove esperienze di genitorialità.
Quanto amore hai donato e quanto te ne è tornato indietro, nonna!
Se posso permettermi, nonna, mi porto via questi tre insegnamenti:
la spensieratezza e serenità con la quale affrontavi la quotidianità e con la quale ti sei spenta andando incontro alla morte. Quando hai compiuto 90 anni ti ho chiesto: nonna, vorresti avere 10 anni in meno? E tu mi hai dolcemente sorpreso rispondendomi: “no, ormai si va solo avanti”, col sorrisino semplice di chi ormai è consapevole che la vita è al termine perché è nell’ordine naturale delle cose, della vita.
Quella vita (e siamo al secondo insegnamento) che seppur ti ha tolto tanto, il marito, Nonno Ugo che non ho mai conosciuto, tua figlia zia Anna che ho visto due volte, e babbo Vincenzo… ma non ti ho mai sentita in questi anni rivolgerti al Padre con rancore, con domande, ma solo con preghiere, soprattutto verso i defunti. Noi siamo ancora qui a chiederci perché ci ha tolto Anna e Vincenzo e tu sei sempre stata dignitosamente addolorata ma in fondo sempre serena, sempre in comunione con loro, come sei adesso, per davvero, lassù, a farvi la vostra partita a carte.
E infine questi ultimi mesi ti sei fatta alzare, lavare, pulire dai tuoi nipoti come per decenni hai fatto tu e ti sei riconsegnata a loro “bambina” permettendo loro di chiudere il meraviglioso cerchio della vita e insegnandoci l’umiltà della quinta stazione.
Vai nonna e lasciaci andare. “Ietv viè”. Sì, ce ne andremo ora, ognuno per il suo percorso, non faremo più a gara per correre a starti vicino sul divano, il grande raccolto di chi dispensa solo amore.
Andremo ognuno per la nostra strada, non ti preoccupare, ce la faremo. Addio nonna, anzi a presto ora non abbiamo più neanche bisogno di tornare a Venarotta per incontrarti perché viviamo in un grande abbraccio.

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