mercoledì 14 marzo 2007

come godervi la gravidanza

Centoventisei pagine di un bravo neonatologo vi spiegano come godervi la gravidanza
A leggere le statistiche, una donna incinta fa in media 7 visite ginecologiche, 5 ecografie, analisi del sangue ogni mese, spesso l’amniocentesi. In tempi così, “Godersi la gravidanza” di Carlo Bellieni, Ancora, pagg.126 12 euro) è un libro sovversivo fin dal titolo e bene ha fatto la casa editrice a scegliere un formato piccolo, perfetto per scivolare in tasca o essere confuso in una
borsa. Non sia mai qualcuno possa vederlo in mano a una ragazza e pensare che stia lì a cincischiare con il piacere di avere la pancia piena e magari tralascia di fare l’ottava ecografia. Carlo Bellieni, che è un neonatologo di fama, sa quanto è pressante il controllo medico sulle gravidanze, riconosce l’importanza di fare gli esami necessari, ma non si attarda sulle raccomandazioni e preferisce lanciarsi con passione a raccontare le mirabolanti imprese compiute dal feto in nove mesi. L’autore è convinto che conoscere la crescita del futuro bambino, le sue evoluzioni, i progressi che avvengono giorno dopo giorno può insegnare molto alle future mamme sostenendole nella creazione di una forte e corretta relazione prenatale, essenziale per contenere le ansie, gioire del proprio stato e rafforzare entrambe le identità (“il figlio amato ma non posseduto come fosse un soprammobile gliene sarà per sempre grato e sarà libero di crescere e ricambiarne l’amore”). L’entusiasmo di Bellieni per la conoscenza della vita intrauterina è disarmante e contagioso. Il neonatologo riporta esperimenti sull’intelligenza e la memoria prenatale, segnala siti dove si vedono feti che ridono e piangono, racconta le loro reazioni alla musica, agli urli, al sapore di una salsa agliata e agli odori (prima di nascere abbiamo un piccolo organo che fa sentire puzze e profumi in mezzo all’acqua). Per una donna incinta sono cose belle da sapere, ottime per distrarsi e rilassarsi, utili per conoscere l’alieno che cresce in lei. Bellieni, che è cattolico, pensa sia possibile superare divisioni non più attuali tra pro choicee pro life unendo “la laicità all’assenza di censure (nel confronto, ndr) e all’amore per l’uomo fin dal suo concepimento”. Una prima mossa potrebbe essere rilanciare una cultura trasversale benevola verso la nascita, valorizzando la saggezza, la forza e l’esperienza femminile. Vorrebbe dire che pure incalliti pro choice possono leggere e regalare questo libro, ma devono accollarsi di passare per politicamente scorretti, o quantomeno audaci. E d’altronde, sarebbe bello se emozionarsi perché il feto a 9 settimane fa ginnastica e a 22 riconosce la musica fosse compatibile con ogni posizione politica.
Alessandra Di Pietro




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