domenica 21 settembre 2003

Malta ed ancora Malta

Ritorniamo da Malta con una carica di entusiasmo che non ha paragoni per via del fatto che ci siamo un po’ europeizzati, come ormai il nostro destino ci impone .
Europa.
Che cos’è la casa europea per noi trentenni di oggi?
Noi abbiamo il ricordo del muro di Berlino, del suo crollo nel 1989, di una Europa delle nazioni, delle frontiere. Nei tanti viaggi che abbiamo fatto negli altri stati del continente, abbiamo cambiato la moneta e ce ne siamo tenuta qualcuna di ricordo, nel portafoglio, oppure a casa.
Oggi l’Europa è un’altra cosa.

Quel muro di cemento è caduto assieme ad altri steccati, visibili od invisibili, fisici o mentali. I giovanissimi adolescenti di oggi si preparano per la gita scolastica di Parigi non considerandola più solo la capitale di un’altra nazione, ma parlano di andare a Parigi come se viaggiassero tra Milano e Palermo, nello stesso stato: ecco dove sta la differenza.
Ormai siamo l’Europa e l’Europa si sta allargando.
Qualche mese fa, come vi ho raccontato anche in questo spazio, mi sono recato per la prima volta dagli amici dello stato di Malta, sull’isola di Gozo, dove vive una comunità di laiche consacrate, Guseppa De Bono, che aiutano le ragazze madri (unmarried mothers).
Ci siamo tornati ai primi di settembre e questa volta con me sono anche venuti Elisabetta Pittino, giovane rappresentante del Laboratorio Giuridico Nazionale, ed i coniugi Ciotti Paolo ed Elisa, colonne portanti del nostro gruppo.
Come potete vedere dal programma qui allegato e scaricabile, la tre giorni di lavoro si è svolto attorno alla tematica di come accogliere le ragazze madri, se queste è meglio che stiano nella famiglia di origine e quali diritti e doveri dovrebbe avere il padre.
Gli amici della delegazione italiano hanno qui inserito le loro relazioni a proposito e potrete così anche voi seguire a distanza i lavori svolti.
Io voglio solo permettermi di trarre qualche conclusione e considerazione sul futuro del nostro gruppo e di questa amicizia con altri giovani europei.
Anzitutto la storia europea. Delle nazioni presenti (Inghilterra,Slovacchia, Irlanda, Malta, Scozia, Romania) noi, Movimento per la vita italiano, siamo l’associazione che ha una storia alle spalle molto più grande di tutti gli altri quindi abbiamo il diritto dovere di insegnare loro quello che abbiamo noi appreso in 30 anni di volontariato per la vita. Come potete ben immaginare, le differenze con alcune delle associazioni presenti, erano molte ma tutti svolgono un servizio alla vita: o preventivo o curativo. Motivo in più per cui è necessario che sia il Movimento per la vita italiano a prendere in mano la situazione europea onde evitare che ci siano deviazioni dalla linea di difesa alla vita tout court.
Quelli di Malta vivono in una realtà che è 30 anni indietro rispetto alla nostra. E’ uno stato cattolico, dove l’aborto non è legalizzato e purtroppo le ragazze maltesi volano in Inghilterra o Italia (Catania) per abortire. Le spinte del mondo occidentale ora però stanno portando una cultura che vuole favorire, anche per legge, l’aborto e quindi hanno bisogno della nostra esperienza, hanno bisogno di capire i nostri errori per non rifarli.
La difficoltà maggiore per tutti noi è stata proprio questa, quella di entrare in una realtà che noi non conosciamo essendo cresciuti in una Italia che già aveva la legge per l’aborto con tutte le conseguenze devastanti che questa ha portato. Loro sono qualche anno indietro, sono ai primi casi di ragazze madri e non sanno come comportarsi.
“Quello delle ragazze madri, in Italia, è un problema” mi hanno chiesto intervistandomi alla televisione Maltese.
Un problema.
Non penso sia giusto parlare di problema quando in mezzo ci sono due vite: quella della madre e quella  del bambino. E’ un approccio sbagliato, negativo.
E poi in Italia, non posso dire che sia la normalità questo, ma ormai chi si scandalizza più quando incontra una ragazza madre?
Abbiamo incontrato tante ragazze madre (un abbraccio in particolare alla mia interprete Becky ed a Catherine di cui trovate la testimonianza qui a fianco) ed i loro genitori che, nella maggioranza dei casi, si sono adoperati per stare vicini alla figlia ed alla nipotina in grembo incominciando a vivere diverse dinamiche famigliari: essere genitori e contemporaneamente nonni di due “figli” piccoli non è una sfida facile, ma è sempre la migliore.
Da noi in Italia il pericolo, mi sono permesso di dire, è che a volte sono i genitori della unmarried mother a spingere per l’aborto favorendo così l’uccisione del loro nipote: ecco una delle altre devastanti conseguenze della legge 194.
Non mi stancherò mai di dire, e non mi sono mai stancato di ripetere nei tre giorni di convegno, quanto sia importante che lo Stato di Malta, anche in un’ottica di casa comune europea, non legalizzi l’aborto.
Lo sappiamo bene quale sono le conseguenze culturali avvenute in Italia e che ancora continuano e che avranno bisogno di altrettanti anni almeno per tornare ad essere positive per la vita
Malta ed ancora Malta.
Cosa vuol dire?
La dimensione europea del convegno, di quello che abbiamo fatto in quei giorni, delle persone conosciute: ecco cosa ci è rimasto dentro.
Forse è ora di aprire i nostri sguardi, di allargare gli orizzonti, ovvero di non pensare solo al nostro gruppo Italiano ma di cominciare a vivere l’esperienza europea per non lasciare ad altri in mano il pallino della situazione.
Abbiamo troppo da trasmettere e da insegnare al resto dell’Europa ed è un peccato tenerlo per noi o sciuparlo con le beghe di parrocchia che a volte bloccano le nostre attività, il nostro impegno.Quindi allarghiamo le frontiere anche noi, pensiamo ad un convegno internazionale coi giovani d’Europa, magari invitandoli al Life Happening.
Il progetto proseguirà, per ora godetevi questo speciale Malta e vi terremo aggiornati su tutto quello che succederà.
Giorgio


Nessun commento:

Posta un commento