Tanti anni fa, in ambiente
Vaticano, girava un aneddoto. Qualcuno vicino al Papa gli chiese come stava e
lui disse: chiedetelo ai giornalisti.
Il Papa e la sua salute, la sua
sofferenza, la sua malattia.
Oggi il Papa è malato e non c’è bisogno di affidare il
comunicato al portavoce: lui stesso si mostra a noi senza vergogna, impacciato
nel pronunciare una semplice parola, immobile in quel trono che è una
carrozzella più lussuosa, bendato nel suo vestito bianco quasi fosse una
mummia.
Non sta bene il Papa, e lo ripete
ogni giorno chiedendo di pregare per lui.
Non sta bene il Papa, e ce ne
siamo accorti anche noi quando, in udienza privata da lui lo scorso 22 maggio,
non era riuscito a leggere tutto il messaggio ma stava lì, in mezzo a noi, a
salutarci, personalmente, tutti e 70, a lasciarci, personalmente, il ricordo
magico di una fotografia inginocchiati davanti a lui, Cristo sofferente.
Il Papa sta male e con lui sto
male anche io.
Il Papa storico che tutti celebreranno in questi giorni e,
come già capitato con Madre Teresa di Calcutta, in tanti ed in troppi, si
dimenticheranno che è il Papa della Vita.
Ma è anche il mio papa, il mio
unico Papa, perché in questi
Sono trascorsi anni di allusioni
e di date certe, ad ogni viaggio per il mondo c’era chi pontificava che non ci
sarebbe arrivato ma poi ce lo siamo sempre ritrovato lì, faro e guida, come
nella spianata di Tor Vergata, ciliegina sulla torta di milioni di noi giovani.
Ecco, perché dico che è il mio
Papa, perché in questi trentuno anni di mia vita, ricordo solo lui e sono
cresciuto con lui, maturato con lui e non riesco a pensare ad una vita senza di
lui come guida…. Eppure, anche per questo, anche per me lo sento forte gridare
NON ABBIATE PAURA di quello che sarà dopo di me.
Ci venderanno di tutto in questi
giorni, ogni quotidiano avrà con sé inserti dai mille colori e dalle mille
parole di questi 25 anni di pontificato, immaginette e bandiere, foulards e
magliette.
Io sento sempre forte quel grido
NON ABBIATE PAURA ripetuto centinaia di volte in ogni luogo del mondo e ricordo
le immagini trasmesse dalla Valle dei Templi di Taormina quando, svolazzante il
mantello, ci gridava NON ABBIATE PAURA, con quella voce forte che ora rimane
solo impressa nel messaggio e schiava della parole che si scrivono e non può
più pronunciare.
NON ABBIATE PAURA, ce l’ha sempre
ricordato, di fronte alle difficoltà della vita di ogni passeggero di questa
terra, di fronte ai totalitarismi che è andato a scardinare, in cima ai muri da
abbattere e con lo sguardo rivolto all’altra parte
NON ABBIATE PAURA giovani di dire la vostra, di vivere, di
scegliere la vostra vita, di essere protagonisti, sentinelle, sale della terra
e tutti gli altri vezzeggiativi che ha usato per noi
NON ABBIATE PAURA madri che avete
un figlio in grembo, sia che siate suore bosniache violentate, sia che siate
giovani venticinquenni con lavoro, di buona famiglia, sia che siate donne
sposate già madri di due figli ed avevate programmato già tutta la vostra vita
NON ABBIATE PAURA volontari per la
vita di dire sempre la verità, di accogliere le madri lasciate solo col loro
figlio in grembo, di dire loro le parole scomode e vere che quello è un figlio
e non un prodotto del concepimento od un handicappato
NON ABBIATE PAURA di dire che la
vita è sacra, dal primo all’ultimo istante, quando un corpo non sa muoversi,
non sa parlare, non sa comunicare ed è un contenitore di un’anima
imperscrutabile che va solo amata, rispettata ma non uccisa per una falsa
concezione della dolce morte
Ecco, questo Papa, che parla
tanto di vita ora si espone in prima persona, con la sua vita, e continua a
vivere verso la morte dignitosamente presentandosi a noi senza vergogna, come
Cristo sulla croce.
NON ABBIATE PAURA giovani, non
aver paura Giorgio, per il dopo di me….
Questa è l’unica parte del suo
Vangelo che non riesco ancora a vivere ed a capire perché quel giorno non
voglio sentirmi solo e devo prepararmi a questo
NON ABBIATE PAURA…. Credo che in
tre parole il Papa ci abbia insegnato, spiegato, trasmesso il senso della vita
di un cristiano riassumendo così tutto l’insegnamento di Cristo.
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