sabato 5 maggio 2012

Scout ed omosessualità dichiarata, di Andrea Tornielli

Stanno facendo discutere e – nel caso delle associazioni gay – indignare le conclusioni di un seminario dell’Agesci, l’associazione degli scout cattolici che raduna 180mila soci e ha gli statuti approvati dalla Conferenza episcopale italiana. Nel testo che è stato inviato ai capi scout in questi giorni si afferma che i responsabili dei gruppi dell’associazione non possono essere gay dichiarati: non devono cioè dichiarare il loro orientamento sessuale per evitare di condizionare in qualche modo i ragazzi che sono loro affidati.
Inoltre, nel caso di ragazzi che manifestino tendenze omosessuali, «occorre parlare con i genitori e invitare un esperto con cui consigliarsi, in linea generale uno psicologo dell’età evolutiva o ancora meglio un pedagogista».

«Le persone omosessuali adulte nel ruolo di educatore (quindi per noi i capi che hanno una tendenza omosessuale profondamente radicata o forse predominante) costituiscono per i ragazzi loro affidati un problema educativo. Il capo è il modello per i suoi ragazzi e sappiamo che gran parte dell’effetto educativo, dipende dalla esemplarità anche inconscia che proviene dall’adulto». È questa affermazione di padre Francesco Compagnoni, una delle frasi «incriminate» contenute negli atti del seminario inviati ai capi scout.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay ha dichiarato: «Sono colpito dalla monolitica categoricità delle linee guida degli scout cattolici in materia di omosessualità. La natura, l’identità e la dignità delle persone viene piegata da Agesci ad un approccio parziale e inevitabilmente ideologico che a mio avviso intacca profondamente quella stessa cultura del rispetto, della solidarietà e della giustizia di cui il movimento scout dovrebbe essere portatore».

Ricapitoliamo: un’associazione cattolica, che ha certi valori e certi principi, afferma che i suoi educatori, cioè coloro che sono chiamati a educare i ragazzi, trasmettendo loro dei modelli di vita, non possono essere gay dichiarati. Attenzione, «dichiarati». E per quanto riguarda le tendenze omosessuali che possono emergere tra i ragazzi, si dice che la questione non va taciuta ma affrontata, coinvolgendo la famiglia e uno psicologo dell’età evolutiva. Ci ho provato e riprovato, ma sinceramente non riesco a vedere in tutto questo un approccio «ideologico» al problema, né dove venga attaccata la cultura del rispetto e della solidarietà del movimento scout.

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