martedì 28 ottobre 2025

Un libraio felice a Radio Mater


Questa sera ho intervistato Alfredo Catalfo proprietario della libreria e casa editrice Efesto ed è stato un incontro improntato, come sempre, al bello. 

Da 20 anni libraio e da 13 editore con già più di 800 titolo all'attivo e presto anche il mio "Cento domande a Dante e Centro Risposte" sarà pubblicato da Efesto. 

Ascoltate, se volete, e diffondete questa intervista: oggigiorno è ancora possibile "vivere" di libri.


lunedì 27 ottobre 2025

Domani a Radio Mater: "Il bello di essere un libraio"

 : *** *MARTEDI 28 OTTOBRE 2025 in diretta su Radio Mater www.radiomater.org, dalle ore 17.45 alle 18.45, nel programma "Solocosebelle" di Giorgio Gibertini parleremo di "Il bello di essere, oggi, un Libraio" con Alfredo Catalfo, fondatore Libreria Efesto."

Potete partecipare con le vostre domande telefonando al 031646000 oppure inviando un messaggio di testo o via SMS o via Whatsapp al cellulare 3317914523 o mandando una mail a diretta@radiomater.org ****

venerdì 24 ottobre 2025

Il vuoto creativo del Louvre

 Nei giorni scorsi, le cronache hanno raccontato di un audace furto al Louvre e ci abbiamo riso su per giorni grazie al fantastico mondo dei meme che si trovano in internet.

Oggi, i dati ci rivelano un paradosso: la teca più osservata del museo, dopo la riapertura, è proprio quella che custodisce… un’assenza. Dove prima scintillavano gioielli inestimabili, ora ci sono solo velluti logori e supporti metallici curvati a sorreggere il nulla. Eppure, la folla accorre, si accalca, punta il telefono verso quella teca vuota.

La Domanda è inevitabile: perché?

Perché siamo attratti dal luogo del delitto, dal segno lasciato da un evento traumatico? Certo, l’empatia per la vittima (in questo caso, l’opera d’arte) si mescola a una sottile fascinazione per l’audacia del “criminale”. Ma c’è molto di più.

È facile bollare tutto come l’ennesima follia da social network, dove l’importante è essere stati lì e averlo documentato. Eppure, credo che questo pellegrinaggio di massa nasconda un bisogno più profondo, quasi inconscio.

Quel vuoto nella teca non è solo uno spazio fisico. È diventato:

Uno Specchio. Un gioiello ci affascina con la sua perfezione materiale. Una teca vuota, invece, ci rimanda a noi stessi. Ci costringe a interrogare la nostra percezione: cosa c’era qui? Com’era fatto? Perché non l’ho osservato abbastanza? Quel vuoto diventa il riflesso dei nostri ricordi, delle nostre lacune, della nostra fragilità mnemonica di fronte alla bellezza data per scontata.

Un Santuario del Possibile. I gioielli rubati non sono più oggetti definiti. Sono sfuggiti alla teca, alla didascalia, alla loro fissità museale. Sono tornati ad essere un’idea, un mito, un’assenza che contiene infinite possibilità. Nella nostra epoca iper-saturata di immagini e presenze, l’assenza è diventata l’unico spazio di mistero e immaginazione autentici. Ognuno può immaginare quei gioielli più belli, più grandi, più splendenti di quanto non fossero in realtà.

Un Monumento all’Effimero. Andiamo a vedere la prova che nulla, neanche ciò che è ritenuto eterno e sicuro come un tesoro al Louvre, lo è davvero. Quel vuoto è una lezione di filosofia esistenziale: tutto può svanire. La solidità della teca di vetro è un’illusione. E noi, testimoni di questa scomparsa, cerchiamo forse di dare un senso alla nostra transitorietà attraverso la sua.

Alla fine, non facciamo la fila solo per un selfie. La facciamo per toccare con mano un paradosso: che a volte è l’assenza a dare più significato della presenza. Che la mancanza ci unisce più del possesso. Che un supporto di velluto senza il suo gioiello, raccontando una storia di perdita, ci ricorda il valore di ciò che abbiamo prima che svanisse.

Andiamo al Louvre per vedere il vuoto perché, in un mondo pieno fino a scoppiare, quel vuoto è l’unica cosa che, paradossalmente, ha ancora qualcosa da dire. È il silenzio più eloquente di tutto il museo, un silenzio da vivere e ammirare.


https://www.ilcentuplo.it/2025/10/24/in-coda-al-louvre-per-vedere-il-vuoto/

giovedì 16 ottobre 2025

La memoria delle Pietre

 L’ultima solenne assemblea di Sichem, al termine del Libro di Giosuè, si chiude con un atto di una semplicità disarmante e, al tempo stesso, rivoluzionaria. Dopo che il popolo ha riaffermato il suo impegno a servire il Signore, Giosuè prende una grande pietra e la innalza “sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore”.

A questo punto, la frase chiave, quella che ci interroga oggi, irrompe nel testo:

Giosuè 24:26-27: “Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio; prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore. […] Giosuè disse a tutto il popolo: «Ecco, questa pietra sarà una testimonianza per noi; perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha dette; essa servirà quindi da testimonio contro di voi, perché non rinneghiate il vostro Dio1».”

Una pietra può udire? Un albero può testimoniare? Certo che sì, se la loro funzione è incarnare la Memoria, la Stabilità e l’Inconfutabilità del patto umano con il Divino.

lunedì 13 ottobre 2025

Domani a Solocosebelle parleremo della Contessa Marianna De Fusco e di Bartolo longo

 *MARTEDI 14 OTTOBRE 2025 in diretta su Radio Mater www.radiomater.org

, dalle ore 21.10 alle 22.30, nel programma "Solocosebelle... ma di sera" di Giorgio Gibertini parleremo di ""La Bellezza Nascosta di Pompei: la "Santa" Contessa che fece Santo Bartolo Longo" INTERVISTA ad Attilio Pepe scrittore.

mercoledì 24 settembre 2025

La conversione di Cassiodoro: dalla corte dei re alla ricerca dell'essenziale


C'è un momento in cui la carriera, il successo e il potere non bastano più. È quello che è accaduto a Cassiodoro, uno degli uomini più influenti del suo tempo, che scelse di lasciare la corte del re Teodorico per una vita di silenzio e studio.

In questo dialogo profondo con il professor Domenico Benoci di Radio Mater, esploriamo il cammino interiore di un uomo in cerca di autenticità. Come si passa dalla gestione di un regno alla cura di una biblioteca? Perché un politico di successo decide di copiare manoscritti?

L'eredità di Cassiodoro non è solo nei libri che ha salvato, ma nella sua domanda cruciale: come si vive una fede colta e profonda nel mondo? Una storia che parla di crisi, di scelte coraggiose e di un'eredità spirituale così viva che la Chiesa sta valutando di proclamarlo beato.

Ascolta il podcast per incontrare un maestro di vita che dall'VI secolo ha ancora molto da dirci.

martedì 23 settembre 2025

Noi Apostoli di Cassiodoro


Col programma a Radio Mater di questa sera, che vi invito a seguire in diretta o da domani on demand, mi annovero tra i seguaci e quindi promotori della figura di Cassiodoro. 



giovedì 18 settembre 2025

Prendetevi 8 minuti di speranza


In seguito alla puntata di Radio Mater
 (che potete riascoltare qui) con la dottoressa Valeria Terzi, specialista in rianimazione, un carissimo amico mi ha inoltrato questo messaggio:
“Visto che sei in contatto con la dottoressa se ti è possibile ponile questa domanda: che parole di speranza possono dare a una persona che si trova consciamente a vivere il fine vita?”
Valeria mi ha risposto con questo messaggio audio di 8 minuti. Il contenuto, di cui vi proponiamo la trascrizione, è così prezioso e pieno di speranza da meritare di essere diffuso il più possibile, per portare conforto a chi si trova nel periodo finale della sua vita.
Con Valeria ci siamo accordati per dedicare a questo tema una puntata intera di Radio Mater (il prossimo 9 dicembre!) ma nel frattempo, vi invitiamo a leggere (o ascoltare) ma soprattutto a far tesoro di questa preziosa anticipazione.

mercoledì 17 settembre 2025

Cassiodoro e il vino Recioto

 È una storia molto affascinante! Il tuo intervistatore ha ragione. Cassiodoro scrisse un elogio del vino che è considerato uno dei primi documenti storici in cui si descrive un vino molto simile all'attuale Recioto della Valpolicella.

Lo scritto in questione si trova nelle sue Variae, una raccolta di lettere ufficiali e documenti redatti durante il suo servizio come ministro alla corte del re ostrogoto Teodorico. In particolare, in una lettera indirizzata ai Veneziani nel 523 d.C., Cassiodoro celebra le qualità di un vino veneto che definiva "Acinatico" o "vino retico", descrivendolo come "un vino puro, dal colore regale e dal sapore speciale".

L'elogio è significativo perché non solo esalta le qualità del vino, ma dimostra anche la profonda conoscenza del territorio e dei suoi prodotti da parte di Cassiodoro. Questa lettera è spesso citata dai produttori di Recioto come una testimonianza storica della lunga tradizione di questo vino.

martedì 9 settembre 2025

A Radio Mater "Dignità e bellezza del vivere e morire"


Questa sera a Radio Mater le dolci parole di Valeria Terzi, specialista in cure palliative, sulla Vita alla Fine. Ascoltate e diffondete a più non posso questa trasmissione.