Sara pulisce le stanze, il bagno, la sala, la cucina e poi chiude la porta, per sempre. Quella non è più la casa di nonna Alba. Lo è stata per decenni, ora tutto è chiuso e spento, non c'è la caffettiera sempre pronta in cucina, dove ancora facevamo colazione. Non c'è più nulla.
La morte comincia a far sentire la sua presenza proprio in questi giorni di saluti, quando l'estate sta finendo, quella stessa estate iniziata col funerale di nonna Alba e che finirà con questa dolorosissima ripartenza.
Per 15 anni siamo ripartiti, come famiglia, dandole il prossimo appuntamento. Prima ci accompagnava alla macchina, poi solo dal balcone e poi più nulla, un lento spegnersi, su quel divano che adesso parla da solo. Ora ripartiamo e basta e tutto questo fa male, molto male.
Per Sara e i suoi fratelli invece è stata la casa dove per 40 anni sono cresciuti, hanno vissuto, hanno dormito, amato e quella maniglia oggi pesa e scotta.
Per Silvana ora tutto questa casa sembrerà una cattedrale nel deserto e si sentirà più sola e dovrà cominciare a viaggiare anche lei ma sa che avremo per sempre altre più strette "quattro mura" come luogo di incontro.
Per me è stato il primo luogo dove ho dormito a Venarotta e dove nonna Alba veniva a rimboccarmi le coperte e dove ha visto crescere, passo dopo passo, figlio dopo figlio, battuta dopo battuta, la nostra famiglia.
La morte non è una poesia, una canzone, un ricordo ma qualcosa di concreto. La morte è la costante presenza di una assenza.
Eccola.
La morte è questa. Il convivere con questo vuoto fino alla fine dei nostri giorni. Ci siamo già passati, per Babbo, e quando ti diranno che il tempo medicherà tutto non crederci. Col tempo imparerai solo ad abituarti a questo nuovo stato della vita, ai cambiamenti necessari dettati dagli eventi, alle nuove situazioni...e a fare colazione da un'altra parte.
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