A Radio24 questa mattina ha parlato Giuseppe Costanza, “l’autista” di Giovanni Falcone, salvo dall’esplosione di 21 anni fa grazie ad una “disattenzione” dello stesso Falcone. Salvo ma dimenticato da tutti, quindi morto, e chiamato solo “l’autista” senza nome e cognome come fosse morto.
“Piccolo particolare” Giuseppe Costanza è qui, vivo, parla a Radio24ospite del collega Alessandro Milan, indignato perché ieri sera a Ballarò, Costanza non è mai stato nominato, neanche dal presidente del Senato Pietro Grasso.
E oggi Costanza si sfoga: “Sono indignato per come si sono comportati e continuano a comportarsi. A Ballarò la seconda carica dello Stato, Pietro Grasso, che peraltro mi conosce, mi definisce autista. Io sono un dipendente del ministero della Giustizia, ho un nome e un cognome, ho guidato la macchina di Falcone negli ultimi 8 anni della sua vita, ho rischiato la vita ogni giorno. E ora come vengo trattato? Come un numero. Io conosco Grasso da sempre e ora lui mi chiama ‘autista’? E poi senza dire se sono vivo, o morto. E’ il modo di fare? Sono stato completamente dimenticato per più di 20 anni. L’anno scorso, grazie all’intervista fatta a Radio 24, arrivò per la prima volta l’invito a partecipare alle commemorazioni. Mi chiamò l’allora ministro all’Istruzione Profumo. Poi mi chiamò anche la sorella di Falcone, Maria. Anche quest’anno è arrivato l’invito ma io non ci andrò. Oggi, 23 maggio, lo passerò a casa. Io voglio dire a tutti che sono vivo, non sono morto. Però forse se ero morto venivo ricordato. E ancora non capisco queste celebrazioni e queste sceneggiate di chi si presenta sul palco a parlare… Ma chi sono? Dov’erano allora? Io ho vissuto una guerra per 8 anni, io ero a Capaci, altri no”.
Ascoltate l’audio e ricordate con me, con noi, ogni giorno, Falcone, Borsellino e tutte le vittime ma anche i vivi. Rispettare i vivi è ricordare i morti!
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