sabato 22 febbraio 2020

La peste nei Promessi Sposi

"…La folla si sparge ne’ magazzini. Metton mano ai sacchi, li strascicano, li rovesciano: chi se ne caccia uno tra le gambe, gli scioglie la bocca, e, per ridurlo a un carico da potersi portare, butta via una parte della farina: chi, gridando: “ aspetta, aspetta, ” si china a parare il grembiule, un fazzoletto, il cappello, per ricever quella grazia di Dio; uno corre a una madia, e prende un pezzo di pasta, che s’allunga, e gli scappa da ogni parte;un altro, che ha conquistato un burattello, lo porta per aria: chi va, chi viene: uomini, donne, fanciulli, spinte, rispinte, urli, e un bianco polverìo che per tutto si posa, per tutto si solleva, e tutto vela e annebbia….”Questa poi non è una bella cosa - disse Renzo tra sè - se concian così tutti i forni, dove voglion fare il pane? Nei pozzi?...”. (Promessi Sposi, 1840, Cap. XII, Il Forno delle Grucce )

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