Bastano pochi passi. Ci si lascia alle spalle la Zona Industriale di Ponte Felcino e ci si addentra (è proprio il caso di dirlo) nella prima parte del Parco Fluviale del Fiume Tevere.
Qui ho poggiato su una panchina non solo le mie ossa accaldate ma pure tre panini e un cannolo al cioccolato regalatimi da un cliente e mi sono concesso, a piedi nudi, il mio pranzo e la mia passeggiata accompagnato di numerose, ma non fastidiose, cicale.
Ogni passo mi voltavo indietro per vedersi allontanare i capannoni e dopo un po’, in piena armonia, il canto delle cicale si è mescolato a quello del Tevere.
Sono bastati pochi attimi, poi il fiume della mia vita ha ricominciato a scorrere, con alto e altro vigore, nella quotidianità.
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