Abortire in Italia è molto semplice e a volte si può fare senza i sette giorni di ripensamento (previsti dalla Legge 194/78).
Per abortire in Italia basta scendere le scalette di un reparto Day Hospital per IVG (lo ho raccontato nel mio libro "Mi hanno accolto con un abbraccio") al mattino presto, prendere il numeretto, sapere che cosa dire alla ecografista di turno, ed uscire dall'ospedale nel primo pomeriggio senza più il bambino in grembo ma con la morte dentro per tutto il resto della vita.
Questo succede a Roma e in tantissimi ospedali in Italia con una semplicità spaventosa e disarmante e contro la stessa Legge 194/78. (La prevenzione vera all'aborto, o meglio, l'aiuto vero alla vita in Italia viene solo dai Centri di Aiuto alla Vita.)
Ho sempre considerato i sindacati inutili, anacronistici, e mi domando ora se c'è qualcuno tra i miei lettori iscritto alla Cgil che abbia dato incarico alla Camusso and co. di impegnarsi in questa nuova lotta sociale contro la vita e per l'aborto.
Mi domando se c'è tra noi un cittadino europeo che vuole fondare l'Europa sull'aborto sempre più diffuso e ogni giorno, prima di alzarsi, attende i consigli determinanti del Consiglio di Stato.
Questa lotta ideologica mi testimonia ancora di più la inutilità di questi due organismi che andrebbero abortiti.
In Italia dal 1978 in poi siamo a oltre 5 milioni di aborti ufficiali censiti nelle strutture pubbliche e private e questo dato impressionante significherebbe una difficoltà di abortire nel nostro Paese?
In Italia la legge 194/78 non garantisce il Diritto di abortire: leggetevi il testo, amici cari ma soprattutto voi che difendete quell'obbrobrio di legge, e capirete tutti che è vero il contrario, cioè che quella legge va presa e cancellata ed è giunto il momento di fare come a Malta dove l'aborto è illegale.
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