Tutto comincia, o finisce, giovedi 7 aprile intorno alle 14.10 presso Via Repubblica, Novate Milanese. Noi ancora non sappiamo nulla ma Fabio, misteriosamente, mentre passeggia per tornare in ufficio, come quasi tutti i giorni, crolla per terra di botto sbattendo la faccia e andando in coma in pochi minuti. Ognuno di noi è impegnato nelle sue attività e Fabio viene soccorso da un negoziante di Novate Milanese (lo scopriremo qualche giorno dopo grazie a una ricerca di mia sorella Cristina nel gruppo Facebook “Sei di Novate Milanese Se”) il quale, essendo figlio di medici, compie le prime manovre di messa in sicurezza di Fabio e dà le giuste indicazioni al 118 che arriva presto e porta Fabio all’Ospedale Niguarda.
I medici si premurano subito di tentare di salvare Fabio e verso le 16 cominciano, sul suo cellulare (era uscito senza documenti) a cercare qualche nominativo di famigliare e, per vie tortuose, arrivano al figlio Nazareno che è il primo ad accorrere in Ospedale e ad apprendere la notizia che per suo padre non c’è più speranza. Mia sorella Chiara giunge poco più tardi e trova il figlio disperato in un pozzo di lacrime davanti al Pronto Soccorso del Niguarda.
Io sto rientrando a casa a Roma, sono al telefono, per lavoro, con mia cugina Marina e sono fermo nel traffico di Via Battistini. Sul cellulare mi arriva un messaggio nel gruppo Whatsapp dei Fratelli Gibertini ed è Cecilia che scrive:
Whatsapp ore 17.02: “Stanno operando d’urgenza fabio a NIGUARDA …..che è caduto in cantiere .. preghiamo tutti …”
Chiudo la telefonata con Marina e prendo più informazioni (quella del cantiere si rivelerà poi falsa ma la prima notizia che abbiamo è quella, solo quella) ma le mie sorelle non sanno nulla. So di Chiara in ospedale in attesa ed è lei a mandare un audio messaggio alle 17.22 e, con voce rotta dal pianto, ci dice che la situazione è davvero molto molto grave, Fabio è in coma con una emorragia cerebrale in corso. Accosto (sono ancora nel traffico). Piango disperato con le macchine attorno. Avviso Sara e appena giungo a casa decidiamo di cominciare a Pregare e a far Pregare perché ormai non ci resta che questo.
Da quel momento in poi ecco che nel mio piccolo spazio Facebook succede un miracolo nel miracolo.
La gente, gli amici, sconosciuti, si sostituiscono a me nella preghiera come fossimo tutti una grande famiglia, in soccorso al cognato Fabio e al fratello Giorgio (io) che in questo momento non sa neanche più pregare perché colpito dalla disperazione e dalla rabbia.
Sara attiva i gruppi whatsapp e tramite amici si mobilitano gruppi di preghiera in ogni città d’Italia, da Roma a Venarotta, a Milano, Varese, Aosta e in Sicilia e in ogni angolo del mondo: abbiamo testimonianze di preghiere dal Messico e dall’Argentina.
Decine i messaggi in privato centinaia in pubblico da parte di chi non si vergogna a pregare assieme, di chi ha capito che Facebook e Whatsapp sono una delle infinite vie del Signore.
Poi avviene il Miracolo nei miracoli: Fabio si sveglia dal coma e tre giorni dopo esce anche da terapia intensiva e comincia la sua lenta guarigione.
Giovedì 7 aprile eravamo pronti a organizzare il suo funerale e lunedi 11 aprile ci troviamo a organizzare la nuova rinascita alla vita.
Un Miracolo per lui e per tutti noi.
Ne siamo testimoni e volentieri ne rendo testimonianza.
Abbiamo ricevuto il Centuplo su questa terra e con questa piccola iniziativa voglio restituirne un po’.
Benvenuto a Il Centuplo
@giorjolly
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